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dimostrare, come sostiene Giovanni Impastato 86 , che esiste un altro modo per vivere.<br />

Questo è un modo per amarli di più.<br />

2.1.2 Gli angeli vendicatori<br />

L’immagine c<strong>la</strong>ssica delle donne nel<strong>la</strong> mafia è quel<strong>la</strong> di angeli vendicatori,<br />

“matriarche” vestite di nero che accanto al cadavere dei propri cari, ur<strong>la</strong>no invocando<br />

vendetta. I pianti del<strong>la</strong> vedova, nel<strong>la</strong> cultura siciliana, avevano <strong>la</strong> funzione di risvegliare<br />

il senso di vergogna del figlio, nel caso in cui fosse stato necessario richiamarlo al<br />

proprio dovere.<br />

Tuttavia, Ombretta Ingrascì 87 ha osservato come simili descrizioni abbiano contribuito a<br />

creare una rappresentazione stereotipata che non restituisce <strong>la</strong> complessità del<strong>la</strong><br />

condizione del<strong>la</strong> donna di mafia anche se rispecchia in qualche misura un aspetto del<br />

ruolo tradizionale.<br />

È, pertanto, necessario rifuggire da approcci di derivazione positivista, <strong>tesi</strong> ad<br />

identificare il femminile con l’irrazionalità, e decostruire, come sottolinea <strong>la</strong><br />

Ambroset 88 , quei preconcetti secondo i quali <strong>la</strong> donna è stata storicamente considerata,<br />

per natura, più incline a istigare piuttosto che a compiere i delitti.<br />

La funzione d’incitamento al<strong>la</strong> vendetta va intesa, quindi, non come parte di un ruolo<br />

fisiologicamente tipico del<strong>la</strong> donna, ma come una funzione culturale tradizionalmente<br />

attribuitale nel<strong>la</strong> divisione sessuale dei compiti all’interno di una determinata comunità,<br />

in questo caso all’interno di Cosa Nostra.<br />

La vendetta è un atto di riparazione spesso cruento, a cui sono strettamente legati i<br />

concetti di onore e vergogna: non vendicare l’onore offeso del<strong>la</strong> vittima è segno di<br />

debolezza, di vigliaccheria, e provoca un forte sentimento di vergogna. Al contrario<br />

farsi giustizia da sè, senza ricorrere a quel<strong>la</strong> istituzionale, considerata inefficace,<br />

compensa l’onore ferito e permette di riacquistare rispetto di fronte all’intera comunità.<br />

Le madri, essendo custodi del<strong>la</strong> “memoria familiare”, che è innanzitutto una memoria<br />

del sangue sparso dai propri cari, garantiscono ciò che <strong>la</strong> Siebert 89 chiama “pedagogia<br />

del<strong>la</strong> vendetta”, attraverso <strong>la</strong> quale infondono negli uomini, fin da piccoli, l’odio verso<br />

specifici nemici, esortandoli, così, a riparare il torto subito e spingendoli addirittura ad<br />

operare nel giorno dell’anniversario del<strong>la</strong> perdita dell’onore. La cosiddetta<br />

86 La Repubblica, 20 aprile, 2006.<br />

87 Ingrascì O., Donne d’onore.<br />

88 Ambroset S., Criminologia femminile.<br />

89 Siebert R., Le donne, <strong>la</strong> mafia.<br />

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