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Costanzo, dal significativo titolo“ Ero cosa loro”. È stata l’unica donna ad aver preso<br />

decisioni normalmente appannaggio degli uomini, l’unica donna ad avere veramente<br />

comandato, l’unica a cui i fratelli, una volta in carcere, hanno pensato come persona<br />

‘affidabile’ a cui passare il testimone del comando. Certo non si è improvvisata boss da<br />

un giorno all’altro ma per tale carica è stata educata, allevata, ‘curata’ come una perfetta<br />

donna d’onore.<br />

Ultima di 5 figli - Leonardo, Michele, Vito e Nina - viene trattata con un occhio di<br />

riguardo dai fratelli proprio perché è <strong>la</strong> ‘picciridda’ di casa, instaurando con loro fin da<br />

subito una forte complicità, soprattutto con Leonardo il quale più che un fratello<br />

rappresenterà per lei - anche a motivo del<strong>la</strong> differenza di età, 18 anni - un padre.<br />

Più sveglia, vivace e impertinente rispetto al<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> Nina -zitta e obbediente come <strong>la</strong><br />

madre- verrà allevata come un vero masculu 317 , facendo dei fratelli gli unici punti di<br />

riferimento ma soprattutto dei modelli da emu<strong>la</strong>re. E c’è riuscita benissimo diventando<br />

boss. La Vitale, infatti, par<strong>la</strong>ndo dei fratelli dirà «(...) per me loro sono stati tutto, cioè il<br />

mio punto di riferimento, io crescevo ma crescevo in sembianze delle loro figure.<br />

Quindi in loro io vedevo tutto ciò che poteva essere importante per <strong>la</strong> mia vita, per <strong>la</strong><br />

mia crescita, per il mio futuro, cioè loro rappresentavano il massimo 318 (...)».<br />

Il suo apprendistato inizia da bambina: le insegnano a sparare già a 7/8 anni, a<br />

conoscere tutte le armi che vede sempre girare per casa, a 14 anni guida <strong>la</strong> macchina e<br />

prova l’ebbrezza di girare armata, si abitua ben presto alle ripetute perquisizioni in casa,<br />

a frequentare commissariati, studi di avvocati e <strong>la</strong> prigione, già a 16 anni sostituisce <strong>la</strong><br />

madre nell’assistenza ai fratelli, seguendoli nel<strong>la</strong> <strong>la</strong>titanza o nel<strong>la</strong> detenzione e<br />

acquisendo compiti più disparati, via via sempre più importanti fino al<strong>la</strong> tappa finale, <strong>la</strong><br />

reggenza.<br />

Proprio Leonardo e Vito - Michele seppur verrà condannato per 416 bis avrà un ruolo<br />

più defi<strong>la</strong>to - per i quali <strong>la</strong> vita da mafiosi esercitava un fascino ben più grande del<strong>la</strong> vita<br />

nei campi col sudore e <strong>la</strong> fatica come quel<strong>la</strong> del padre, riusciranno a inserirsi<br />

organicamente nell’organizzazione venendo combinati, tra l’altro, dal loro grande amico<br />

Giovanni Brusca. Saranno capaci di fare ‘carriera’ diventando prima l’a<strong>la</strong> armata dei<br />

corleonesi e in seguito reggenti del mandamento di Partinico in sostituzione di Nenè<br />

Geraci.<br />

317 Costanzo C., Ero cosa loro, p. 30.<br />

318 Intervista Giusy Vitale in appendice.<br />

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