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Sono ancor di più valori “pericolosi” nelle figure femminili perché in loro potrebbero<br />

essere più radicati e meno coercibili: <strong>la</strong> rivendicazione del<strong>la</strong> soggettività, <strong>la</strong> centralità<br />

del<strong>la</strong> “propria famiglia” e del vincolo affettivo su quello segreto dell’associazione<br />

criminale, un rapporto più libero e meno control<strong>la</strong>bile con <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> contro l’omertà<br />

diffusa …<br />

Soltanto nel riconoscimento del<strong>la</strong> propria responsabilità specifica, anche legale, dei<br />

propri atti, e nel farsi portatrice di questi valori, <strong>la</strong> donna potrà emanciparsi veramente<br />

all’interno del<strong>la</strong> mafia.<br />

CAPITOLO V<br />

L’onore delle donne<br />

5.1Le testimoni di giustizia<br />

I testimoni di giustizia, come abbiamo ricordato prima, non hanno vio<strong>la</strong>to <strong>la</strong> legge ma,<br />

nonostante si trovino a vivere una situazione a rischio, decidono, ugualmente, di<br />

adempiere a un dovere civico.<br />

Pur ribadendo l’unicità di ciascuna storia, analizzando tale fenomeno al femminile, in<br />

base alle motivazioni che inducono ad abbandonare l’ambiente mafioso, si possono<br />

individuare due linee di tendenza comuni. Una è il prodotto di un processo di rottura<br />

dal<strong>la</strong> logica totalizzante delle violente e cruente regole del<strong>la</strong> tirannia mafiosa, nato dal<strong>la</strong><br />

speranza di costruire un avvenire libero da essa e dal desiderio di affermare <strong>la</strong> propria<br />

individualità, una scelta, quindi, definibile come emancipativa; l’altra si colloca in<br />

continuità con il contesto di provenienza, o meglio con il codice d’onore che impone di<br />

vendicare i propri cari uccisi con <strong>la</strong> giustizia pubblica quando ciò non può essere fatto<br />

privatamente, scelta perciò definibile, appunto, come vendicativa.<br />

Questi modelli, ovviamente, servono per fare ordine nel<strong>la</strong> complessità delle storie<br />

individuando <strong>la</strong> motivazione preminente ma non certo esclusiva, per cui alcune vicende<br />

potrebbero benissimo rientrare in entrambi o partire dall’uno e tradursi nell’altro. È<br />

importante, comunque, mettere in rilievo un elemento in comune, individuato dal<strong>la</strong><br />

Siebert, ovvero il fatto che, sia in termini emancipativi che vendicativi, queste donne<br />

testimoni hanno scelto “l’opzione del<strong>la</strong> vita contro quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> morte 382 ”.<br />

382 Siebert R., Le donne, <strong>la</strong> mafia, p. 140.<br />

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