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control<strong>la</strong>te di meno e alimentando il famoso numero oscuro sui reati femminili. Solo<br />

l’inserimento del ‘sesso debole’ nel<strong>la</strong> magistratura, negli organi inquirenti, nelle forze<br />

dell’ordine, negli ultimi anni, ha permesso di sve<strong>la</strong>re <strong>la</strong> presenza femminile nel<strong>la</strong><br />

criminalità organizzata, proprio perché immuni da tale stereotipo.<br />

Non dello stesso parere si è mostrato il magistrato Del Bene per il quale Cosa Nostra<br />

rimane un’organizzazione fortemente conservatrice ma soprattutto maschilista per cui<br />

per tanti anni il ruolo del<strong>la</strong> donna è stato effettivamente secondario. Dal momento in<br />

cui, invece, è stato necessario l’intervento femminile nelle attività illecite, soprattutto in<br />

seguito ai numerosi arresti degli affiliati, allora lì l’organizzazione stessa è stata<br />

costretta a utilizzarle e, contrariamente a quanto sostenuto dagli altri intervistati, ogni<br />

volta che veniva accertata <strong>la</strong> loro responsabilità ne conseguiva, sicuramente, l’arresto.<br />

Posto di fronte ad alcuni casi di assoluzione, come per <strong>la</strong> Di Bartolo e <strong>la</strong> Citarda, Del<br />

Bene riconduce tale impunità non tanto a un atteggiamento paternalistico o cavalleresco<br />

quanto a cambiamenti possiamo dire “dottrinali” del<strong>la</strong> giurisprudenza, in partico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong><br />

modificazione del titolo di contestazione per cui le stesse attività, quali <strong>la</strong> trasmissione<br />

di un messaggio, di una direttiva, di una missiva, di un pizzino, che prima rientravano<br />

nel reato di favoreggiamento attivando, come già detto, <strong>la</strong> causa di giustificazione e<br />

quindi l’assoluzione, adesso rientrano nel 416 bis per cui <strong>la</strong> causa di non imputabilità<br />

non esiste più.<br />

Non possiamo non riconoscere come variabile influenzante tali risposte, <strong>la</strong> prospettiva<br />

di genere: è indicativo che tutte le intervistate a cui ho posto <strong>la</strong> domanda abbiano<br />

riconosciuto unanimemente <strong>la</strong> presenza di tali pregiudizi e di tale stereotipo,<br />

probabilmente perché da donne sono più sensibili e più attente a tali aspetti, mentre Del<br />

Bene, un uomo, si discosta notevolmente. A mio parere l’ottica maschile ha fatto sì che<br />

<strong>la</strong> prospettiva con cui il magistrato ha analizzato il fenomeno cambiasse, e seppur non<br />

neghi <strong>la</strong> rilevanza del<strong>la</strong> funzione femminile oggi in Cosa Nostra, portando come<br />

esempio Giusy Vitale, par<strong>la</strong>, comunque, di donne cooptate dall’associazione loro<br />

malgrado, ossia non perché costrette a farlo ma perché, essendo cresciute in famiglie o<br />

ambienti intrisi di cultura mafiosa, non avrebbero potuto fare diversamente. Sembra<br />

questa una sorta di giustificazione per cui resta il dubbio che, sottostante tale risposta, vi<br />

permanga ancora un certo atteggiamento ‘buonista’ verso le donne, dato che per gli<br />

uomini d’onore non si chiama mai in causa il condizionamento ambientale e culturale.<br />

Concordi sono le considerazioni nel rilevare una certa corrispondenza tra l’applicazione<br />

e istituzione dei maggiori strumenti di lotta al<strong>la</strong> mafia - quali il 416 bis, l’inasprimento<br />

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