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una mera organizzazione criminale ma vive anche grazie a un sistema valoriale<br />

specifico che <strong>la</strong> alimenta; <strong>la</strong> donna ha, in questo senso, un ruolo di primo piano proprio<br />

in veste di madre nel<strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> “cultura mafiosa”, diventando <strong>la</strong> principale<br />

responsabile del<strong>la</strong> formazione di perfetti uomini d’onore e perfette donne di uomini<br />

d’onore; <strong>la</strong> famiglia è fondamentale strutturalmente a Cosa Nostra ma soprattutto in<br />

maniera strumentale; <strong>la</strong> partecipazione femminile criminale è stata occultata per molto<br />

tempo da un certo paternalismo giudiziario; l’aumento di tale partecipazione è dovuto,<br />

soprattutto, a specifici cambiamenti legis<strong>la</strong>tivi e normativi, quali l’introduzione del 416<br />

bis, il 41 bis e <strong>la</strong> legge n. 82/91, nonché al processo generale di emancipazione<br />

femminile; non si può par<strong>la</strong>re per queste donne di vera emancipazione intesa quale<br />

raggiungimento di una forma di parità tra i sessi e di indipendenza sociale e psicologica;<br />

le donne non sono all’oscuro degli affari dell’organizzazione e molte sono complici<br />

consapevoli non mere vittime; <strong>la</strong> donna influenza, con il suo appoggio o con <strong>la</strong> sua<br />

opposizione, il processo di col<strong>la</strong>borazione dell’uomo ed è indispensabile per <strong>la</strong><br />

sopravvivenza dell’Onorata Società; il contributo femminile nel disgregare Cosa Nostra<br />

è rilevante.<br />

Lo strumento utilizzato per sondare tali campi è stata l’intervista, <strong>la</strong> quale consiste in<br />

un’interazione comunicativa fra due soggetti, intervistatore e intervistato, finalizzata<br />

al<strong>la</strong> raccolta di prima mano di informazioni (situazioni, testimonianze, comportamenti,<br />

atteggiamenti, opinioni) che riguardano il fenomeno che si vuole studiare, informazioni<br />

che servono a fondare empiricamente le proprie ipo<strong>tesi</strong> di partenza.<br />

La tipologia d’intervista utilizzata è di tipo semistrutturato <strong>la</strong> quale garantisce un<br />

modesto coinvolgimento reciproco tra intervistato e intervistatore in cui il ricercatore<br />

agisce come un “inquirente 509 ” per ricostruire quello che ‘davvero’ è accaduto, perciò le<br />

domande devono essere precise e <strong>la</strong> loro organizzazione deve discendere dall’ipo<strong>tesi</strong> di<br />

partenza dello studio.<br />

Nell’intervista semistrutturata <strong>la</strong> direttività, intesa quale possibilità da parte<br />

dell’intervistatore di stabilire i contenuti dell’intervista, e <strong>la</strong> standardizzazione, ossia<br />

l’uniformità degli stimoli offerti sia per quanto riguarda le loro forme sia per ciò che<br />

concerne l’ordine di presentazione, sono presenti entrambi a livelli intermedi. Con tale<br />

tipo di strumento si entra nell’ambito non-standard in quanto, seppure sia presente una<br />

traccia fissa dal<strong>la</strong> quale non si può esu<strong>la</strong>re e le domande che essa riporta devono essere<br />

effettuate, <strong>la</strong> conduzione dell’intervista può pretendere variazioni dipendenti dalle<br />

509 Buchi R., L’intervista biografica, p. 25.<br />

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