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appartenenza intima tanto da generare, oltre al vincolo criminale, anche un legame di<br />

tipo affettivo.<br />

All’interno del<strong>la</strong> profonda commistione tra mafia e famiglia, <strong>la</strong> discontinuità tra questa<br />

e l’individuo è ritenuta pericolosa ed intollerabile, perciò valori come <strong>la</strong> fedeltà,<br />

l’obbedienza, l’amicizia, l’onore trovano il loro senso soltanto se riferiti all’ambito<br />

ristretto del<strong>la</strong> sfera delle re<strong>la</strong>zioni parentali o del c<strong>la</strong>n e vanno a rinforzare il bisogno di<br />

accudimento e di appartenenza ad essi.<br />

La grande importanza acquisita dalle re<strong>la</strong>zioni parentali nasce dall’aver svolto funzioni<br />

vicarie rispetto ad uno Stato che, come sottolineato prima, viene percepito assente e<br />

debole.<br />

In questo modo Cosa Nostra “celebra” <strong>la</strong> famiglia coesa saturando il dato istituzionale<br />

su di essa, così da dare vita al cosiddetto familismo amorale.<br />

Termine introdotto da Banfield, si riferisce, appunto, all’esclusivo riconoscimento dei<br />

legami e dei vincoli familiari o del c<strong>la</strong>n, paragonato dal<strong>la</strong> Dino 108 ad una forma<br />

“collettiva” di autismo, cioè di chiusura dell’individuo all’interno di un tale sistema.<br />

La dicotomia tra interno (famiglia) ed esterno (società altra e Stato) che il familismo<br />

amorale veico<strong>la</strong>, porta al<strong>la</strong> creazione del<strong>la</strong> doppia morale, di cui si è già par<strong>la</strong>to, nonchè<br />

ad un diverso atteggiamento nei confronti di ciò che si ritiene durevole, ossia il privato<br />

coincidente con <strong>la</strong> famiglia, e ciò che, per esperienza, non lo è, ossia il collettivo, il<br />

pubblico. Quest’ultimo rappresenta un luogo in cui <strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione delle regole non<br />

costituirebbe reato né verrebbe attraversata da sensi di colpa o sanzioni morali, perchè<br />

giustificato dal<strong>la</strong> difesa del Me-bene identificato con <strong>la</strong> famiglia mafiosa.<br />

Scarpinato 109 , infatti, par<strong>la</strong> di familismo amorale in termini di «deficit cronico del senso<br />

dello Stato e del<strong>la</strong> cultura delle regole», una contrapposizione al solidarismo sociale e<br />

statuale.<br />

Il rispetto del<strong>la</strong> famiglia naturale, uno dei cosiddetti ‘valori’ dell’Onorata Società, su cui<br />

i mafiosi hanno sempre voluto far credere che non si possa transigere, si traduce nel<br />

divieto di avere re<strong>la</strong>zioni extraconiugali. Non si tratta, tuttavia, di osservanza di precetti<br />

cristiani o morali ma semplicemente di una rego<strong>la</strong> “utile” in quanto, come spiega il<br />

col<strong>la</strong>boratore Mutolo: «L’uomo d’onore che rispetta <strong>la</strong> moglie e <strong>la</strong> famiglia e non<br />

tradisce <strong>la</strong> moglie crea un ambiente familiare sereno su cui può contare. Se tradisce <strong>la</strong><br />

108 Principato T., Dino A., Mafia donna. Le vestale del sacro e dell’onore.<br />

109 Cit in ibidem.<br />

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