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moglie, circo<strong>la</strong>no notizie e malumori, aumenta il pericolo che le cose del<strong>la</strong> ‘famiglia’<br />

vengano spiantel<strong>la</strong>te in giro 110 ».<br />

Queste parole sono, tuttavia, espressione dell’ipocrisia tipica di Cosa Nostra perché, in<br />

realtà, quasi tutti i mafiosi si concedono qualche picco<strong>la</strong> infedeltà matrimoniale che<br />

serve ad accrescere ulteriormente <strong>la</strong> propria immagine di uomo potente e virile ma solo<br />

se, come puntualizza Falcone 111 , è tenuta re<strong>la</strong>tivamente segreta e non viene ostentata, in<br />

quanto metterebbe in pericolo il matrimonio che deve essere indissolubile.<br />

La moglie, almeno apparentemente, va rispettata, perlomeno, come dice Gambetta 112 ,<br />

“per non cadere nel disonorevole stato di cornuto”, o per non incorrere in separazioni o<br />

divorzi che minaccerebbero <strong>la</strong> carriera, <strong>la</strong> quale dipende, proprio, dal<strong>la</strong> condotta del<strong>la</strong><br />

moglie, con <strong>la</strong> quale può onorare o disonorare l’intera famiglia. Insomma ciò che il<br />

mafioso non deve fare è umiliare pubblicamente <strong>la</strong> propria legittima consorte.<br />

Il Sostituto Procuratore del<strong>la</strong> DDA di Palermo, Francesco Del Bene 113 , ammette che<br />

spesso è stato proprio seguendo le amanti che <strong>la</strong> polizia giudiziaria è riuscita ad<br />

arrestare <strong>la</strong>titanti, a cominciare da Vito Vitale, fratello del<strong>la</strong> boss in gonnel<strong>la</strong> Giusy<br />

Vitale.<br />

E non si può di certo neanche dire che si tratti di un cambiamento di valori avvenuto<br />

soltanto in tempi recenti, come indice del fatto che <strong>la</strong> mafia ‘non sarebbe più quel<strong>la</strong> di<br />

una volta’, in quanto l’infedeltà coniugale era frequente anche tra uomini d’onore<br />

“vecchio stampo”, come Stefano Leale, Natale L’A<strong>la</strong>, Vito Atria, Carmelo Colletti.<br />

Emblematica è proprio <strong>la</strong> vicenda di quest’ultimo, capomafia di Ribera negli anni ’70,<br />

sposato con figli, che non solo tradiva <strong>la</strong> moglie con l’amante ufficiale, Benedetta Bono,<br />

ma si concedeva anche altre avventure passeggere. Proprio Totò Riina, il difensore dei<br />

valori del<strong>la</strong> famiglia che s’indigna per le avventure amorose di Buscetta, fece uccidere<br />

sei persone per vendicare <strong>la</strong> morte del ‘rubacuori’ Colletti 114 : l’ennesima dimostrazione<br />

che il codice d’onore, come aveva rilevato il giudice Falcone 115 , è chiamato in causa<br />

esclusivamente per un fatto d’immagine.<br />

Dietro l’apparente difesa del<strong>la</strong> sacralità del<strong>la</strong> famiglia e dei suoi valori si ce<strong>la</strong> un loro<br />

spietato utilizzo strumentale. I vincoli parentali, costituiti attraverso precise strategie<br />

110 Cit. in Longrigg C., L’altra metà del<strong>la</strong> mafia, p. 242.<br />

111 Cit. in Siebert R., Le donne, <strong>la</strong> mafia.<br />

112 Siebert R., Le donne, <strong>la</strong> mafia.<br />

113 Intervista Francesco Del Bene in appendice.<br />

114 Puglisi A., Donne, mafia e antimafia, p. 98.<br />

115 Cit. In Longrigg C., L’altra metà del<strong>la</strong> mafia.<br />

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