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Le origini del<strong>la</strong> mafia, come affermano tra gli altri Dickie 4 e Stille 5 , non sono antiche,<br />

infatti, nasce insieme allo Stato italiano in seguito al<strong>la</strong> spedizione di Garibaldi<br />

nell’estate del 1860, contro il governo del regno borbonico.<br />

Tale impresa, d’altronde, non avrebbe potuto avere un tale successo senza il sostegno<br />

delle forze dell’iso<strong>la</strong> fra cui quel<strong>la</strong> mafiosa. La partecipazione attiva di quest’ultima<br />

nel<strong>la</strong> rivoluzione nazionale è dimostrata anche dalle dichiarazioni rese dal duca Gabriele<br />

Colonna di Cesarò a una Commissione d’inchiesta del 1875, il quale fa risalire <strong>la</strong> lotta<br />

tra <strong>la</strong> Sicilia e i Borboni al lontano 1812. Il duca, difatti, considera <strong>la</strong> mafia come<br />

un’eredità del liberalismo siciliano avvenuto proprio in quell’anno in seguito al<strong>la</strong><br />

caduta dell’ordinamento feudale.<br />

Ma le premesse dell’organizzazione, come giustamente osserva Marino 6 , si trovano<br />

negli anni antecedenti a tale data, ovvero nel<strong>la</strong> storia stessa del<strong>la</strong> Sicilia, una storia fatta<br />

di secoli di dominazione straniera <strong>la</strong> più lunga delle quali fu quel<strong>la</strong> spagno<strong>la</strong>, intorno al<br />

Seicento, periodo in cui tra l’altro il politologo Gaetano Mosca 7 azzardò in “modo un pò<br />

sperico<strong>la</strong>to”, <strong>la</strong> nascita dell’Onorata Società.<br />

Sul<strong>la</strong> convinzione dell’antichità del<strong>la</strong> mafia insistono molti uomini d’onore fra cui, il<br />

più famoso tra i pentiti, Tommaso Buscetta per il quale essa è nata nel Medioevo come<br />

mezzo per resistere agli invasori francesi.<br />

Nasce, dunque, come uno strumento di difesa dal soverchiante potere degli invasori<br />

stranieri?<br />

Un’attenta analisi storica e sociale mette in crisi questa visione nobile e mistificante che<br />

l’organizzazione stessa ha sostenuto con forza attraverso <strong>la</strong> commistione tra realtà e<br />

mito, in cui spesso prevale quest’ultimo. Tale mito è importante per l’organizzazione<br />

tanto quanto gli altri aspetti materiali perchè, come sostiene Gambetta 8 , essendo<br />

un’industria illegale di protezione, è costretta a fare ricorso al<strong>la</strong> reputazione,<br />

all’immagine, a una mitica invincibilità, onorabilità e forza.<br />

Userò <strong>la</strong> storia per mettere a nudo tali falsità così che non vi possa essere nessun<br />

argomento che appoggi tale <strong>tesi</strong>.<br />

Per comprendere come essa si è sviluppata, bisogna innanzitutto analizzare come di<br />

fatto si sia tradotto il potere degli invasori stranieri, un potere che ha dovuto fare i conti<br />

con, se non il consenso dei dominati, o meglio dei ceti privilegiati, almeno <strong>la</strong> loro<br />

4 Dickie J., Cosa Nostra. Storia del<strong>la</strong> mafia siciliana.<br />

5 Stille A., Nel<strong>la</strong> terra degli infedeli.<br />

6 Marino G.C., Storia del<strong>la</strong> mafia.<br />

7 Cit. in ibidem.<br />

8 Cit. in Siebert R., Le donne, <strong>la</strong> mafia.<br />

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