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Il controllo di gestione nell'amministrazione finanziaria ... - Magellano

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29. In particolare, sia<br />

Regno Unito che Nuova<br />

Zelanda sono Stati fortemente<br />

centralizzati, <strong>di</strong> cultura<br />

amministrativa anglosassone<br />

<strong>di</strong> tipo public interest<br />

e caratterizzati da convenzioni<br />

e stili <strong>di</strong> governo<br />

decisamente “maggioritari”<br />

(si veda Pollitt C.,<br />

Bouckaert G., La riforma<br />

del management pubblico,<br />

Milano, EGEA, 2002).<br />

30. <strong>Il</strong> riferimento è all’annual<br />

report 2000 del <strong>di</strong>partimento<br />

dell’Inland Revenue.<br />

31. Cfr. Borgonovi E., Principi<br />

e sistemi aziendali per<br />

le amministrazioni pubbliche,<br />

EGEA, Milano, 1996<br />

(1a ed.), 2000 (2a ed.).<br />

32. Sul punto si richiama la<br />

valutazione condotta da<br />

Schick, A. The spirit of<br />

reform: managing the new<br />

zealand state sector in a<br />

time of change,Wellington,<br />

New Zealand: State Services<br />

Commission and the<br />

Treasury<br />

(http://www.ssc.gov.nz),<br />

1996.<br />

134<br />

• Annual Business plan<br />

• Report<br />

Un contesto nelle gran<strong>di</strong> linee analogo a quello britannico qualifica<br />

il caso della Nuova Zelanda 29.Di particolare interesse per la nostra<br />

analisi è il rapporto annuale, estremamente dettaglio ed analitico, presentato<br />

dal Dipartimento dell’Inland Revenue al ministero 30.<br />

Esso denota innanzi tutto un tipico rischio dello strumento del<br />

performance contracting: la definizione <strong>di</strong> un numero troppo elevato<br />

<strong>di</strong> obiettivi, a detrimento dell’attributo della rilevanza. L’eccesso <strong>di</strong><br />

dettaglio nella definizione degli obiettivi, infatti, impe<strong>di</strong>sce la necessaria<br />

focalizzazione sulle priorità e facilita, inoltre, la possibile deriva del<br />

sistema verso la definizione <strong>di</strong> obiettivi molto formali, <strong>di</strong> limitato rilievo,<br />

introducendo così una “burocrazia dei numeri” in luogo <strong>di</strong> una<br />

regolazione dei rapporti tra ministero ed agenzia orientata ai risultati<br />

e focalizzata sulle priorità 31.<br />

Non è certamente il caso della convenzione per l’esercizio 2001<br />

dell’Agenzia delle entrate, che, come negli analoghi documenti del<br />

<strong>di</strong>partimento Inland Revenue del Regno Unito, presenta un numero <strong>di</strong><br />

obiettivi sufficientemente contenuto, ma l’esperienza neozelandese<br />

può fornire un chiaro monito nei confronti del rischio della proliferazione<br />

degli obiettivi.<br />

Conseguenze negative può avere anche la limitazione della definizione<br />

degli obiettivi alla sola <strong>di</strong>mensione dell’output prodotto o erogato.<br />

L’insufficiente orientamento agli outcome è un problema ampiamente<br />

esaminato dalla letteratura sulle riforme del management pubblico<br />

in Nuova Zelanda 32.Anche grazie al <strong>di</strong>battito sviluppatosi in<br />

tema, nell’annual report dell’Inland Revenue neozelandese è stato<br />

introdotto, nel corso del tempo, un numero crescente <strong>di</strong> misurazioni<br />

riferibili alla sfera dell’outcome. Naturalmente, la definizione ed il<br />

monitoraggio <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong> output, più facili da controllare e misurare,è<br />

inevitabile, in considerazione non solo della minore suscettibilità<br />

<strong>di</strong> misurazione “oggettiva”, ma anche della <strong>di</strong>fficoltà a correlare i<br />

“risultati ultimi” allo sforzo erogativo dall’agenzia. <strong>Il</strong> caso neozelandese<br />

costituisce, in ogni caso, un utile richiamo a in<strong>di</strong>rizzare gli sforzi,<br />

nei futuri sviluppi della formulazione della convenzione, verso la definizione<br />

<strong>di</strong> vali<strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> outcome, in modo da evitare la per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> raccordo fra l’azione concreta dell’agenzia (output) e gli obiettivi<br />

ultimi delle policy fiscali (outcome).<br />

Focalizzandosi sugli aspetti invece più positivi del caso in questione,<br />

si osserva che, in linea con il modello teorico adottato nella riforma<br />

neozelandese, il rilievo è dato al raggiungimento degli obiettivi,<br />

mentre è lasciata all’autonomia <strong>di</strong> cui gode il <strong>di</strong>partimento, considerata<br />

con<strong>di</strong>zione essenziale per il pieno <strong>di</strong>spiegarsi delle potenzialità del<br />

modello stesso, la scelta delle modalità attraverso le quali perseguirli,<br />

ivi compresa la manovra delle variabili organizzative. Di conseguenza,<br />

limitato è il numero <strong>di</strong> obiettivi definiti con specifico riferimento<br />

all’assetto organizzativo o alle performance <strong>di</strong> singole unità.<br />

Al fine <strong>di</strong> poter valutare il grado <strong>di</strong> raggiungimento degli obiettivi,<br />

l’annual report dell’Inland Revenue associa ad essi degli in<strong>di</strong>catori,<br />

IL CONTROLLO DI GESTIONE NELL’AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA DELLO STATO

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