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Il controllo di gestione nell'amministrazione finanziaria ... - Magellano

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e, Porter identifica un insieme <strong>di</strong> 5 attività primarie (Logistica in<br />

entrata, Attività operative, Logistica in uscita, Marketing e ven<strong>di</strong>te) che<br />

si susseguono dal punto <strong>di</strong> vista logico e temporale nel processo produttivo;<br />

nonché 4 attività <strong>di</strong> supporto (Infrastrutture dell’impresa,<br />

Gestione delle risorse umane, Sviluppo della tecnologia, Approvvigionamento)<br />

che sono per così <strong>di</strong>re trasversali ai processi medesimi. Si<br />

illustra <strong>di</strong> seguito la ormai tra<strong>di</strong>zionale rappresentazione grafica della<br />

catena del valore:<br />

Figura 1 - La catena del valore<br />

Attività<br />

<strong>di</strong><br />

supporto<br />

Logistica<br />

in entrata<br />

Attività<br />

operative<br />

Infrastrutture dell’impresa<br />

Gestione delle risorse umane<br />

Sviluppo della tecnologia<br />

Approvvigionamento<br />

Attività primarie<br />

Logistica<br />

in uscita<br />

Mktg<br />

e ven<strong>di</strong>te<br />

Servizi<br />

Margine<br />

Fonte: M. E. Porter, Competitive Advantage, The Free Press, New York, 1985, p. 37 (ns. adattamento).<br />

La catena del valore è un modello <strong>di</strong> rappresentazione dell’attività<br />

produttiva sviluppato originariamente con riferimento alle imprese<br />

industriali. Una delle sue caratteristiche salienti è <strong>di</strong> attrarre l’attenzione<br />

sullo svolgimento coor<strong>di</strong>nato dei vari processi: in tal senso, è utilmente<br />

applicabile alle imprese <strong>di</strong> servizi e, con un ulteriore allargamento,<br />

alla produzione <strong>di</strong> servizi pubblici. Un tale modello, anche se il<br />

passaggio non è così imme<strong>di</strong>ato, ha suggerito, o quanto meno è coerente<br />

con, un sistema <strong>di</strong> PeC basato sui processi, le attività e le macroattività,<br />

del tipo ABC o ABM.<br />

L’ABC (Activity Base Costing o Activity Based Cost) è una metodologia<br />

<strong>di</strong> calcolo o determinazione analitica dei costi che in<strong>di</strong>vidua i<br />

criteri <strong>di</strong> attribuzione (e basi <strong>di</strong> ripartizione) dei costi comuni in relazione<br />

alle relazioni causali che li legano alle attività svolte, leggibili<br />

attraverso in<strong>di</strong>viduati parametri (cost drivers) e, me<strong>di</strong>ante queste, ai<br />

processi produttivi 12.L’enfasi sulla relazione <strong>di</strong> causalità rende la<br />

metodologia concettualmente più complessa e “profonda” dei tra<strong>di</strong>zionali<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ripartizione dei costi comuni. Tende infatti ad un<br />

superamento della tra<strong>di</strong>zionale analisi per centri <strong>di</strong> costo o responsabilità,<br />

ritenuti essere <strong>di</strong>segnati con criteri soggettivi. Presuppone una<br />

accurata analisi delle attività ed ha come tratto qualificante l’affermazione<br />

<strong>di</strong> un’ottica <strong>di</strong> processo, che superi la mentalità “in<strong>di</strong>vidualistica”<br />

nella <strong>gestione</strong> aziendale, rinforzata malauguratamente proprio dall’enfasi<br />

sui sub-obiettivi attribuiti ai centri <strong>di</strong> responsabilità e sulle<br />

prestazioni parziali, con scarsa consapevolezza delle conseguenze com-<br />

l’acronimo “PeC” in senso<br />

generale (programmazione<br />

e <strong>controllo</strong>) e l’acronimo<br />

“PPC” per in<strong>di</strong>care lo specifico<br />

modello sviluppato<br />

con il progetto del 1994,<br />

nonché in riferimento a<br />

modelli nei quali assume<br />

particolare valenza la<br />

<strong>di</strong>stinzione tra le fasi o cicli<br />

<strong>di</strong> pianificazione, programmazione<br />

e <strong>controllo</strong>, anche<br />

dal punto <strong>di</strong> vista delle<br />

relative competenze organizzative.<br />

Cfr. ultra, presente<br />

paragrafo.<br />

10. Cfr. nota 3.<br />

11.Cfr.M.E.Porter,<strong>Il</strong><br />

vantaggio competitivo, E<strong>di</strong>zioni<br />

Comunità, Milano,<br />

1987, pp. 48-73, ed. orig.<br />

Competitive Advantage,<br />

The Free Press, New York,<br />

1985, pp. 36-61; E. Ongaro,<br />

La <strong>gestione</strong> per processi delle<br />

Amministrazioni Pubbliche,<br />

“Sviluppo & Organizzazione”,<br />

n. 182,<br />

Novembre/Dicembre 2000,<br />

pp. 53-69.<br />

12. Cfr., per una trattazione<br />

organica, R. Cooper, R.<br />

S. Kaplan, The Design of<br />

Cost Management Systems,<br />

New York, Prentice Hall,<br />

1995).<br />

LO SVILUPPO E L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE 49

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