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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Emilia Sarno - Silvia Siniscalchi<br />

asfittica e nozionistica del<strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina 3 . Ancora oggi molti insegnanti <strong>la</strong><br />

considerano un insieme <strong>di</strong> «informazioni da memorizzare, piuttosto che un<br />

metodo <strong>di</strong> lettura territoriale» (T.C.I., 1998, p.8) at<strong>tra</strong>verso l’osservazione <strong>di</strong>retta<br />

e/o at<strong>tra</strong>verso le carte. Queste ultime, lungi dall’assimi<strong>la</strong>rsi al processo <strong>di</strong><br />

‘involuzione genetica’, recentemente paragonato, con efficace metafora, al<strong>la</strong><br />

<strong>tra</strong>sformazione dell’homo sapiens in videns (Sartori, 2000), richiedono notevoli<br />

competenze esegetiche e racchiudono in nuce il significato stesso del<strong>la</strong> geografia.<br />

Di fatto, dal punto <strong>di</strong> vista metodologico, carte e at<strong>la</strong>nti, fondamentali per i<br />

geografi <strong>di</strong> tutti i tempi, permettono <strong>la</strong> localizzazione <strong>di</strong> fenomeni fisici e<br />

antropici at<strong>tra</strong>verso una «lettura intelligente, consapevole (cioè competente),<br />

quin<strong>di</strong> non solo compitativa, ma anche interpretativa» del<strong>la</strong> materia geografica<br />

(Aversano, 1995, p.109).<br />

Sin qui <strong>la</strong> teoria. Ma qual è il ruolo effettivo del<strong>la</strong> cartografia nel<strong>la</strong><br />

formazione dei futuri docenti <strong>di</strong> geografia? Per quanto riguarda i corsi svolti per<br />

il corso <strong>di</strong> <strong>la</strong>urea in Scienze del<strong>la</strong> Formazione Primaria e per <strong>la</strong> Sicsi<br />

dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Salerno, il numero ingente <strong>di</strong> iscritti (spesso<br />

demotivati e assiepati in aule sovraffol<strong>la</strong>te) e <strong>la</strong> scarsa propensione degli studenti<br />

delle facoltà umanistiche a misurarsi con nozioni <strong>di</strong> tipo ‘tecnico’ rendono<br />

problematica <strong>la</strong> conduzione delle lezioni <strong>di</strong> cartografia.<br />

Da qui, concepita e attuata da V. Aversano, <strong>la</strong> sperimentazione <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong><br />

un ‘aperitivo cartografico’, ossia <strong>di</strong> un approccio propedeutico basato sullo<br />

stu<strong>di</strong>o scientifico del<strong>la</strong> cartografia dei giornali e dei cartografi storici ‘minori’,<br />

due ‘ponti’ protesi verso <strong>la</strong> cartografia scientifica vera e propria. Queste carte,<br />

infatti, pur <strong>di</strong>stanti nel tempo, hanno in comune un carattere estemporaneo<br />

(rivolto soprattutto all’intelligenza emotiva dei fruitori) che rende in<strong>di</strong>spensabili<br />

le operazioni analitiche <strong>di</strong> rito: riportarne il contenuto al re<strong>la</strong>tivo testo scritto<br />

(senza <strong>tra</strong>scurare, nel caso dei giornali, l’orientamento politico del<strong>la</strong> testata e, nel<br />

caso delle carte storiche, l’ideologia dei committenti); ricostruirne il contesto <strong>di</strong><br />

riferimento; esaminarne <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> <strong>di</strong> riduzione; scomporne (analisi) e ricomporne<br />

(sintesi) le parti, evidenziando cause e interazioni dei fenomeni rappresentati, e<br />

così via. Gli studenti sono così incoraggiati a pensare geograficamente – fa scuo<strong>la</strong> in<br />

tal senso <strong>la</strong> cosiddetta rego<strong>la</strong> delle “5 W” 4 – e, soprattutto, a non identificare <strong>la</strong><br />

realtà con <strong>la</strong> sua rappresentazione, visto che <strong>la</strong> carta, quale prodotto tecnicoformale<br />

e «fatto culturale in senso <strong>la</strong>to [...] improntato a valori e finalità<br />

partico<strong>la</strong>ri, anche a palesi e talora nascoste “ideologie”» (Aversano, 2005, p.4), è<br />

sempre un’approssimazione del mondo reale.<br />

Ciò premesso, per quanto riguarda il primo ponte, il percorso potrebbe avere<br />

inizio con un tema c<strong>la</strong>ssico come le mappe tolemaiche, grazie a un articolo sul<br />

recente ritrovamento <strong>di</strong> una loro preziosa e<strong>di</strong>zione (fig.1), rubata al<strong>la</strong> Biblioteca<br />

3 Questa situazione era denunciata da un geografo dell’Università <strong>di</strong> Napoli, autore <strong>di</strong> ottimi manuali<br />

<strong>di</strong> Geografia, già negli anni ’70 del secolo scorso (Co<strong>la</strong>monico, 1974, p.59).<br />

4 Mutuata dal giornalismo c<strong>la</strong>ssico americano, com’è noto, <strong>la</strong> “rego<strong>la</strong> delle 5 W” è basata sul<strong>la</strong><br />

sequenza <strong>di</strong> cinque basi<strong>la</strong>ri domande: Who (chi), What (cosa), Where (dove), When (quando), Why<br />

(perché), a cui si può aggiungere anche How (come). Si <strong>tra</strong>tta in pratica <strong>di</strong> localizzare un oggetto,<br />

ricercarne le cause e concause, le interazioni con altri fenomeni, ripercorrerne le mo<strong>di</strong>fiche, <strong>la</strong><br />

presenza e azione nel tempo, in contesti sincronici e <strong>di</strong>acronici (cfr. Persi, 2003, pp.2-14).<br />

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