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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Elvio Lavagna *<br />

Quale formazione geografica at<strong>tra</strong>verso il confronto <strong>di</strong> carte<br />

topografiche?<br />

Premessa<br />

Uno degli obiettivi formativi del<strong>la</strong> geografia consiste certo nel<strong>la</strong> migliore<br />

conoscenza <strong>di</strong> un territorio per garantire ad esso un’adeguata tute<strong>la</strong> o uno<br />

sviluppo sostenibile.<br />

La conoscenza del territorio non si acquisisce ovviamente solo con<br />

l’osservazione analitica <strong>di</strong> ogni suo elemento costitutivo, ma comporta<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione dei <strong>di</strong>versi fattori in esso agenti e quin<strong>di</strong> motori delle<br />

<strong>tra</strong>sformazioni che in tale territorio continuamente avvengono, ora con quasi<br />

impercettibile lentezza, ora con s<strong>tra</strong>or<strong>di</strong>naria, rivoluzionaria celerità.<br />

Un qualsiasi territorio, specie se – come solitamente in Italia – è fittamente<br />

abitato e intensamente sfruttato dall’uomo, è soggetto a un processo <strong>di</strong><br />

<strong>tra</strong>sformazione variamente interpretato: ora in senso positivo (sviluppo), ora<br />

negativo (degrado). È evidente che una tale valutazione non può prescindere da<br />

una buona conoscenza dello stato <strong>di</strong> fatto precedente all’avvio del processo <strong>di</strong><br />

<strong>tra</strong>sformazione e quin<strong>di</strong> da un confronto <strong>di</strong>acronico.<br />

Molto utile e facile da attuare mi pare a questo riguardo il confronto <strong>tra</strong> due<br />

spezzoni <strong>di</strong> carta topografica riferiti a uno stesso lembo <strong>di</strong> territorio a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

un adeguato <strong>la</strong>sso <strong>di</strong> tempo, variabile a seconda del tipo <strong>di</strong> processo territoriale<br />

che si intende valutare.<br />

Per un esame sufficientemente approfon<strong>di</strong>to a livello locale possono<br />

risultare utili le carte al 50.000 e soprattutto quelle al 25.000.<br />

In Liguria si <strong>di</strong>spone delle tavolette Igm rilevate intorno al 1930 e del<strong>la</strong><br />

nuova cartografia <strong>regionale</strong> al<strong>la</strong> stessa sca<strong>la</strong>, i cui rilievi risalgono agli ultimi<br />

decenni del ’900.<br />

Un ulteriore obiettivo che potrebbe/dovrebbe essere perseguito consiste<br />

nel<strong>la</strong> preparazione al<strong>la</strong> corretta lettura/interpretazione degli strumenti urbanistici<br />

pianificatori. Si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> un obiettivo oggi piuttosto <strong>tra</strong>scurato. È noto infatti che<br />

nel nostro paese <strong>la</strong> consultazione del<strong>la</strong> cartografia annessa a tali strumenti è<br />

effettuata quasi esclusivamente dagli addetti ai <strong>la</strong>vori, col risultato che <strong>di</strong> fronte a<br />

progetti urbanistici <strong>di</strong> rilevante impatto territoriale (al<strong>la</strong> cui redazione i citta<strong>di</strong>ni<br />

dovrebbero in qualche misura partecipare, almeno per prenderne atto e<br />

* AIIG Sezione Liguria<br />

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