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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Laura Cassi e Giacomo Corna Pellegrini<br />

Mundus Novus era davvero una novità, rispetto alle interpretazioni precedenti, e<br />

anche un apporto conoscitivo originale per tutti coloro che si sarebbero<br />

avvicinati a quelle terre. Ahimè, subito dopo ben pochi hanno tenuto conto <strong>di</strong><br />

questo; hanno infatti spesso <strong>di</strong>strutto quanto hanno potuto incon<strong>tra</strong>re. Oggi<br />

visitiamo tante rovine <strong>di</strong> templi aztechi e maya, con le cui pietre sono state<br />

realizzate ben altre cose.<br />

Mi è sembrato <strong>di</strong> ritrovare elementi <strong>di</strong> affidabilità e <strong>di</strong> capacità interpretativa<br />

in tutti i personaggi che ho frequentato nel mio libro: <strong>la</strong> curiosità verso il mondo<br />

esterno, verso gli uomini, il gusto <strong>di</strong> interpretarli, <strong>di</strong> raccontarli e spiegarli a se stessi e agli<br />

altri. In questo mi è sembrato <strong>di</strong> cogliere l’essenza <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> geografia che vado<br />

facendo insieme a voi, da tanti anni.<br />

Non soltanto nei geografi è un germe importante, quasi necessario e vitale,<br />

<strong>di</strong> rapporto con gli altri e col resto del mondo. La conoscenza del proprio<br />

ambiente è una necessità perfino per gli animali, e lo è in misura ancora<br />

maggiore per gli uomini. Ma non tutti gli uomini sembrano saper fare uso <strong>di</strong><br />

questo bene: del<strong>la</strong> curiosità, del gusto <strong>di</strong> esplorare, del<strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> interpretare il<br />

mondo e del piacere <strong>di</strong> raccontarlo.<br />

Non tutti. Avevo, per così <strong>di</strong>re, sondato altri personaggi e poi li ho<br />

abbandonati, perché <strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong> loro vita non corrispondeva al<strong>la</strong> ricchezza<br />

del dono che pure avevano fatto del<strong>la</strong> conoscenza <strong>di</strong> novità importanti. Einstein,<br />

ad esempio, è sicuramente un grande personaggio, ma nel<strong>la</strong> sua vita privata,<br />

<strong>di</strong>cono tutte le biografie, era un personaggio molto duro e per certi versi<br />

<strong>di</strong>scutibile.<br />

Voglio <strong>di</strong>re che in tutti gli uomini, come in ognuno <strong>di</strong> noi, è una possibilità<br />

<strong>di</strong> fare del<strong>la</strong> buona conoscenza del mondo, del<strong>la</strong> buona cultura del mondo, del<strong>la</strong><br />

buona geografia morale – ringrazio Laura Cassi per il suggerimento <strong>di</strong> questo<br />

nuovo termine – e, al tempo stesso, è talvolta <strong>la</strong> tentazione del<strong>la</strong> durezza o <strong>di</strong> un<br />

comportamento inflittivo nei confronti <strong>di</strong> chi si è avvicinato, anche solo per<br />

conoscerlo. Tutta l’esperienza colonialista, ad esempio, ha dato prove <strong>di</strong> questa<br />

possibilità, anche se in essa ci furono ovviamente alcuni aspetti positivi, come<br />

sempre, vicino ai molti negativi.<br />

Aver riconosciuto in gran<strong>di</strong> personaggi del passato e del presente <strong>la</strong> capacità<br />

e il gusto <strong>di</strong> <strong>tra</strong>smettere conoscenze positive del<strong>la</strong> realtà consente forse, per<br />

estensione, <strong>di</strong> riconoscere capacità analoghe in tutti gli uomini, a cominciare da<br />

noi che siamo oggi qui presenti. Se guar<strong>di</strong>amo al nostro essere geografi, troviamo<br />

forse gran parte <strong>di</strong> quei comportamenti che a me è sembrato rin<strong>tra</strong>cciare nei<br />

personaggi raccontati in questo libro.<br />

Al tempo stesso, ritroviamo forse anche qualche <strong>di</strong>fficoltà da cui <strong>di</strong>fenderci.<br />

Un esempio è il mancato rispetto per alcuni degli oggetti del nostro stu<strong>di</strong>o o, in<br />

partico<strong>la</strong>re, dei popoli del nostro stu<strong>di</strong>o. Quando questo rispetto viene a mancare<br />

e li si considerano soltanto come oggetti da stu<strong>di</strong>are e da porre sotto un<br />

osservatorio microscopico, non si è più geografi. La geografia deve servire a<br />

qualcuno, in primo luogo a chi fa <strong>la</strong> geografia, ma certamente anche e soprattutto a quelli<br />

cui <strong>la</strong> geografia si rivolge e a cui viene donata.<br />

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