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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Laura Cassi e Giacomo Corna Pellegrini<br />

alcuni aspetti salienti, enucleando caso per caso i legami con <strong>la</strong> geografia. Tali<br />

legami appaiono rispondere a criteri <strong>di</strong>versi, ma con un denominatore comune,<br />

quello dell’attitu<strong>di</strong>ne al<strong>la</strong> “deco<strong>di</strong>fica del mondo”.<br />

A volte l’analisi e l’attitu<strong>di</strong>ne al<strong>la</strong> “deco<strong>di</strong>fica del mondo” sono più che<br />

<strong>tra</strong>sparenti, come nel caso <strong>di</strong> Tocqueville, per esempio. In altri casi esse<br />

assumono contorni più sfumati, come in quello del regista giapponese Kurosawa<br />

oppure <strong>di</strong> Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta. Alcuni personaggi rive<strong>la</strong>no <strong>la</strong> loro<br />

“geograficità” con grande evidenza. Leonardo Da Vinci sopra tutti, quale<br />

maestro del<strong>la</strong> rappresentazione cartografica, del<strong>la</strong> molteplicità delle scale <strong>di</strong><br />

osservazione, dell’analisi del paesaggio, dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nuovi assetti territoriali.<br />

Altri personaggi invece paiono soltanto “accostarsi” al<strong>la</strong> cultura geografica.<br />

Carlo Magno, ad esempio, è certamente un grande personaggio, ma Corna<br />

Pellegrini ci <strong>di</strong>ce che il suo può considerarsi soltanto un accostamento al<strong>la</strong><br />

cultura geografica. E non mancano prese <strong>di</strong> posizione molto nette, come quel<strong>la</strong><br />

nei confronti <strong>di</strong> Giulio Cesare, volte a rovesciare delle convinzioni acquisite.<br />

Corna Pellegrini afferma infatti che Giulio Cesare non è geografo (e su questa<br />

posizione non nego che mi piacerebbe approfon<strong>di</strong>re <strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione).<br />

Il libro offre un ventaglio molto ampio <strong>di</strong> approcci, <strong>di</strong> sfumature, cogliendo<br />

via via il genius geographicus <strong>di</strong> ognuno, fino all’esempio più suggestivo ed<br />

emblematico: l’O<strong>di</strong>sseo <strong>di</strong> Omero con cui si chiude il volume. Certamente questa<br />

non è stata una scelta casuale.<br />

Di alcuni autori si riconosce il merito <strong>di</strong> aver fornito meto<strong>di</strong> precisi <strong>di</strong> lettura<br />

del territorio (a tutti, credo, tornano in mente alcuni scritti <strong>di</strong> Vespucci o<br />

Machiavelli, ad esempio); <strong>di</strong> altri si sottolinea <strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> interpretare <strong>la</strong> realtà<br />

osservata (Goethe, Tocqueville). Da rilevare che Corna Pellegrini non tiene tanto<br />

a esaltare l’attitu<strong>di</strong>ne degli autori considerati a descrivere territori e paesaggi con<br />

precisione fotografica, quanto <strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> en<strong>tra</strong>re in contatto, in modo <strong>di</strong> volta<br />

in volta <strong>di</strong>verso, con i territori e i paesaggi, interpretando <strong>la</strong> natura dei rapporti<br />

fra gli uomini e i loro ambienti <strong>di</strong> vita.<br />

La presentazione <strong>di</strong> ogni autore poi <strong>di</strong>venta un’occasione per sottolineare un<br />

carattere saliente del<strong>la</strong> ricerca geografica e dello spirito che <strong>la</strong> anima. Esemp<strong>la</strong>re,<br />

a tal proposito, il brano su Gandhi: esemp<strong>la</strong>re proprio per dare risalto a taluni<br />

caratteri dell’approccio geografico. Altrettanto si può <strong>di</strong>re per il profilo <strong>di</strong> Walt<br />

Disney, geografo per «essere pene<strong>tra</strong>to a fondo in situazioni e sentimenti,<br />

convinzioni e nell’averli saputi esprimere con assoluta originalità». Alcuni autori<br />

vengono accostati a specifici settori <strong>di</strong> ricerca: Goethe ai beni culturali; Canaletto<br />

al<strong>la</strong> geografia storica; Freud a quel<strong>la</strong> culturale.<br />

Perché questi personaggi e non altri? Certo alcuni hanno un in<strong>di</strong>scutibile<br />

valore emblematico. Leonardo, Shakespeare non potevano mancare. E così<br />

l’Ulisse dantesco. Alcuni in<strong>di</strong>zi tuttavia sono in<strong>di</strong>cativi anche <strong>di</strong> una valenza<br />

autobiografica: tutti i personaggi scelti sono, per un motivo o per un altro,<br />

viaggiatori oppure hanno operato in contesti territoriali, anche molto lontani e<br />

<strong>di</strong>versi <strong>tra</strong> loro, ma tutti ben noti a Giacomo Corna Pellegrini. E, ancora, molte<br />

delle attitu<strong>di</strong>ni territoriali rilevate si ricollegano al<strong>la</strong> ricerca e agli approcci<br />

coltivati dal nostro Autore. La sensazione <strong>di</strong> suggestioni autobiografiche si<br />

affaccia fin dalle prime pagine, dal medaglione de<strong>di</strong>cato a Isabelle Allende. Non<br />

si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> riferimenti autobiografici espliciti (<strong>tra</strong>nne che nelle pagine de<strong>di</strong>cate a<br />

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