Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Insegnare geografia: riflessioni a margine <strong>di</strong> un’esperienza <strong>di</strong> formazione<br />
La proposta formativa si avvale, inoltre, del<strong>la</strong> modalità del <strong>la</strong>voro <strong>di</strong> gruppo<br />
che abitua a <strong>la</strong>vorare con gli altri, produce risultati superiori al<strong>la</strong> somma <strong>di</strong><br />
eventuali <strong>la</strong>vori in<strong>di</strong>viduali, facilita <strong>la</strong> comunicazione.<br />
Il “<strong>la</strong>voro sul campo” completa il quadro dei proce<strong>di</strong>menti metodologici<br />
attivati, in<strong>di</strong>spensabile per consentire <strong>di</strong> immergersi nel sistema territoriale e <strong>di</strong><br />
consolidare le capacità <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong>retta, senza del<strong>la</strong> quale non si può<br />
applicare proficuamente una metodologia <strong>di</strong> osservazione in<strong>di</strong>retta (Bissanti,<br />
1991, p.103). Spesso ci si chiede come mai gli insegnanti non utilizzino tale<br />
metodologia come momento fondamentale del processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento del<strong>la</strong><br />
geografia. A partire dalle reazioni degli studenti durante le nostre “uscite”, <strong>la</strong><br />
risposta che mi sembra più pertinente attiene al<strong>la</strong> formazione degli insegnanti<br />
che non ha previsto, fino ad oggi, dando<strong>la</strong> forse per scontata, l’acquisizione <strong>di</strong><br />
una corretta metodologia <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong>retta. Personalmente ritengo che solo<br />
vivere in prima persona <strong>la</strong> problematica che si vuole affrontare possa consentire<br />
agli insegnanti <strong>di</strong> avere idee chiare sugli obiettivi da raggiungere at<strong>tra</strong>verso<br />
l’osservazione <strong>di</strong>retta del<strong>la</strong> realtà.<br />
La parte cen<strong>tra</strong>le del <strong>la</strong>boratorio ha riguardato, dunque, <strong>la</strong> preparazione <strong>di</strong><br />
un’uscita sul campo, cui è seguita <strong>la</strong> riflessione su quanto osservato, attivando<br />
così paralle<strong>la</strong>mente una metodologia <strong>di</strong> osservazione in<strong>di</strong>retta. La metodologia<br />
dell’osservazione <strong>di</strong>retta e in<strong>di</strong>retta «deve ricordare come <strong>la</strong> geografia continui ad<br />
essere una scienza empirica» e che «lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un fenomeno non può che<br />
cominciare con l’osservazione» (Valussi, 1990, p.158).<br />
Ulteriore facilitazione dell’appren<strong>di</strong>mento è stata <strong>la</strong> simu<strong>la</strong>zione giocata,<br />
utile sia per recuperare creatività e motivazione, sia per fare un brevissimo<br />
periodo <strong>di</strong> <strong>tra</strong>ining, un percorso per imparare a giocare, per assaporarne i benefici<br />
e, poi, proporre il gioco come modalità <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro per gli alunni. Il gioco può<br />
essere, infatti, utilizzato per finalità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento riguardanti attività<br />
<strong>di</strong>sciplinari e <strong>tra</strong>sversali, at<strong>tra</strong>verso il cosiddetto debriefing che permette una<br />
ristrutturazione cognitiva dell’agito lu<strong>di</strong>co (Marcato et al., 1997, p.26).<br />
At<strong>tra</strong>verso un proce<strong>di</strong>mento euristico che ha caratterizzato tutta <strong>la</strong><br />
conduzione del <strong>la</strong>boratorio, si è cercato <strong>di</strong> condurre gli studenti, a partire da una<br />
lettura selettiva/comparata <strong>di</strong> alcuni documenti istituzionali (i programmi del<br />
1985, gli Orientamenti del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> dell’infanzia e le In<strong>di</strong>cazioni Nazionali per i<br />
Piani <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Personalizzati per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> Primaria e dell’Infanzia), ad<br />
in<strong>di</strong>viduare approcci, contenuti e i concetti essenziali.<br />
Tra gli approcci evidenziati si sono privilegiati quelli problematicoconcettuali<br />
e para<strong>di</strong>gmatici, integrandoli all’interno delle <strong>di</strong>verse situazioni<br />
<strong>di</strong>dattiche, al fine <strong>di</strong> mos<strong>tra</strong>re agli studenti l’opportunità del<strong>la</strong> scelta <strong>di</strong> approcci<br />
efficaci e motivanti (Bissanti, 1991, p.30) e <strong>di</strong> saperli, in seguito, utilizzare. Come<br />
scriveva Dario Antiseri (1985) «nel<strong>la</strong> scienza quel che scatena il processo <strong>di</strong><br />
ricerca sono i problemi», perciò «un buon insegnante è sempre quello che parte<br />
dai problemi che l’insegnante cattura dal<strong>la</strong> memoria culturale dei ragazzi e sui<br />
quali sa far inciampare i ragazzi».<br />
Il <strong>la</strong>boratorio ha affrontato le conoscenze geografiche poste come obiettivi, a<br />
partire da temi problematici. Una tematizzazione modu<strong>la</strong>re <strong>di</strong> geostoria: Dar<br />
senso ai sensi… e oltre; una interculturale: Il sé e l’altro da sé. Percorsi <strong>tra</strong> identità,<br />
alterità e <strong>di</strong>fferenze: <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> genere e contaminazione.<br />
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