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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Evasio Soraci<br />

fece il Mel<strong>la</strong>, ora conservati presso l’archivio storico <strong>di</strong>ocesano. Quelli che<br />

ancora possiamo ammirare li troviamo appunto esposti alle pareti del<br />

deambu<strong>la</strong>torio absidale. Vorrei soffermarmi solo su uno, sia per <strong>la</strong> sua bellezza<br />

che per <strong>la</strong> sua valenza geografica, quello del pescatore (fig.7).<br />

Ve<strong>di</strong>amo un pescatore che regge una canna cui sono appesi da un <strong>la</strong>to un<br />

cesto, dall’altro un grosso pesce. Intanto fa pensare ai privilegi che <strong>la</strong> chiesa<br />

casalese godeva sul<strong>la</strong> pesca e sulle aree fluviali del bacino idrografico del Po. Ci<br />

fa pensare anche come l’attività del<strong>la</strong> pesca <strong>di</strong> mestiere fosse sempre stata <strong>di</strong>ffusa<br />

e <strong>di</strong> enorme importanza per <strong>la</strong> vita e l’economia <strong>di</strong> Casale e delle aree del<br />

Monferrato casalese, soprattutto quelle interessate dal<strong>la</strong> presenza del Po. Questo<br />

è vero a partire – almeno – dal Me<strong>di</strong>oevo, sino ad arrivare al<strong>la</strong> metà del secolo<br />

scorso. A Casale, precisamente in piazza Cesare Battisti, era presente un grande<br />

fabbricato, poi via via destinato ad altri usi, sede del mercato ittico, in cui<br />

confluiva tutto il pesce pescato in Po sulle sponde casalesi e dei piccoli comuni<br />

contermini bagnati da Po. Tant’è vero che ancora oggi per gli anziani piazza<br />

Battisti è piasa <strong>di</strong> pes (piazza dei pesci).<br />

Ora, torniamo all’analisi del mosaico. Ricor<strong>di</strong>amo che siamo nel me<strong>di</strong>oevo,<br />

segnatamente nel 1100. Un pescatore <strong>di</strong> un paese del<strong>la</strong> zona, arriva, dopo aver<br />

pescato, a Casale. Probabilmente non ci era mai stato prima; cosa che doveva<br />

essere comune a quei tempi viste le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> spostamento e una percezione<br />

spaziale sicuramente più angusta <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> o<strong>di</strong>erna 1 . Il pescatore vuole andare a<br />

rendere omaggio a Sant’Evasio, a pregare accanto alle sue reliquie (allora gli<br />

alessandrini non ce le avevano ancora sot<strong>tra</strong>tte), a offrire un tributo al<strong>la</strong> chiesa<br />

(forse lo stesso gigantesco pesce che sta <strong>tra</strong>sportando) e, incon<strong>tra</strong>ndo un<br />

passante, chiede – sembra questo il primo esempio <strong>di</strong> vernacolo scritto in<br />

un’opera d’arte – quale l’arca de San Vas, cioè “dove si trova il contenitore (<strong>la</strong><br />

chiesa che custo<strong>di</strong>sce l’urna con le reliquie) <strong>di</strong> Sant’Evasio”.<br />

Fig. 7 – Mosaico del pescatore Fig. 8 – Antifonario n.1 nell’Archivio Storico<br />

Diocesano<br />

1 Non c’è in realtà da stupirsi se, intervistando anziani conta<strong>di</strong>ni nel corso <strong>di</strong> un mio <strong>la</strong>voro sul<strong>la</strong><br />

percezione dello spazio riferita al<strong>la</strong> comunità <strong>di</strong> Vil<strong>la</strong>deati, piccolo comune collinare del<strong>la</strong> Valcerrina<br />

(sempre nel comprensorio <strong>di</strong> Casale Monferrato, ai confini con l’Astigiano e il Torinese), alcuni mi<br />

<strong>di</strong>cevano <strong>di</strong> essere stati a Casale <strong>la</strong> prima volta quando erano ormai giovanotti, vedendo <strong>la</strong> città come<br />

un mondo molto <strong>di</strong>verso dal loro (cfr. Soraci, 1993).<br />

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