Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Sergio Ventriglia<br />
sca<strong>la</strong> molto grande. Si legge che nelle <strong>di</strong>verse circostanze esaminate, al<strong>la</strong> luce dei<br />
parametri che sono stati utilizzati e dei risultati ottenuti, <strong>la</strong> ricerca non ha<br />
evidenziato partico<strong>la</strong>ri corre<strong>la</strong>zioni <strong>tra</strong> <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> sostanze xenobiote, quin<strong>di</strong><br />
esterne all’ambiente, e piante o organismi sensibili all’inquinamento. Per cui è<br />
possibile scrivere che l’insieme <strong>di</strong> queste riflessioni e risultati non induce<br />
considerazioni pessimistiche sul<strong>la</strong> qualità dell’ambiente in tale area. Questi stu<strong>di</strong>,<br />
commissionati da un <strong>di</strong>partimento <strong>regionale</strong> e sviluppati a tale sca<strong>la</strong> d’indagine,<br />
sembrano con<strong>tra</strong>stare con le analisi sul<strong>la</strong> sostenibilità locale dei Comuni. Detto<br />
in altri termini, se l’occhiale <strong>regionale</strong> coglie nel<strong>la</strong> Val d’Agri una situazione<br />
ambientalmente tollerabile, al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> dei comuni non c’è n’è uno in questa valle<br />
con un’impronta ecologica equilibrata.<br />
Guar<strong>di</strong>amo ora più da vicino gli attori economici internazionali, nel nostro<br />
procedere <strong>tra</strong> <strong>la</strong> regione e l’Europa. Procedere significa, in questo caso, fare stu<strong>di</strong><br />
e indagini sia at<strong>tra</strong>verso <strong>la</strong> consultazione <strong>di</strong> documenti <strong>di</strong> sicuro interesse, sia<br />
at<strong>tra</strong>verso interviste a persone spesso effettivamente in grado, nel corso <strong>di</strong> un<br />
colloquio ben strutturato, <strong>di</strong> aprire s<strong>tra</strong>de inconsuete al<strong>la</strong> riflessione. Altre volte il<br />
deficit <strong>di</strong> conoscenza dei luoghi coinvolti appare invece palese. Se si tenta <strong>di</strong><br />
mettere in re<strong>la</strong>zione il comune <strong>di</strong> Corleto o quello <strong>di</strong> Viggiano con il punto <strong>di</strong><br />
osservazione <strong>di</strong> alcuni attori economici internazionali, allora se non si è molto<br />
motivati si alzano le mani in segno <strong>di</strong> resa: perché questi attori economici<br />
internazionali, e soprattutto Total, hanno una tale potenza, esprimono una tale<br />
capacità <strong>di</strong> influenzare le scelte s<strong>tra</strong>tegiche dei singoli attori del governo locale,<br />
in re<strong>la</strong>zione agli spazi sub-regionali coinvolti, che davvero occorre avere una<br />
forte motivazione per cogliere un qualche filo rosso <strong>di</strong> lunga durata, dal<br />
momento che Eni e Total seguono e orientano <strong>la</strong> vicenda del petrolio in Val<br />
d’Agri da almeno trent’anni.<br />
I campi petroliferi più sfruttati nell’area <strong>di</strong> Viggiano sono tali in realtà da<br />
una decina d’anni in qua, ma le prime in<strong>di</strong>viduazioni risalgono all’inizio degli<br />
anni ’80. Gli in<strong>di</strong>zi territoriali al riguardo, peraltro, sono ancor più remoti, e da<br />
buoni geografi dovremmo provare a ricordarcene: per esempio, nel comune <strong>di</strong><br />
Tramuto<strong>la</strong>, negli anni ’30 i camion del regio esercito attingevano il carburante<br />
<strong>di</strong>rettamente dal<strong>la</strong> terra perché c’era una quarantina <strong>di</strong> pozzi <strong>di</strong>sponibili da cui<br />
fuoriusciva il petrolio. Già agli inizi del secolo <strong>la</strong> consapevolezza dell’esistenza<br />
del<strong>la</strong> risorsa era <strong>di</strong> pubblico dominio, come anche quel romanzo evocato prima,<br />
ci rive<strong>la</strong>, nel fluire lungo <strong>di</strong> vite lucane e femminili dall’inizio dell’ ’800 al XXI<br />
secolo. Incrociando le donne del romanzo fin da subito questa risorsa naturale<br />
presente in alcuni fon<strong>di</strong> vallivi del<strong>la</strong> regione:<br />
«Don Valentino B<strong>la</strong>sone, maestro elementare insignito del <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />
Benemerenza, autore <strong>di</strong> una storia generale del<strong>la</strong> letteratura lucana e sostituto<br />
del me<strong>di</strong>co condotto, nonché citta<strong>di</strong>no onorario del comune <strong>di</strong> Miglionico, si<br />
era affannato a spiegare che il fenomeno non aveva niente <strong>di</strong> soprannaturale.<br />
Nessun miracolo, solo una questione chimica, aggregazione <strong>di</strong> molecole. Per<br />
un caso fortuito certi elementi presenti in natura si erano incon<strong>tra</strong>ti in qualche<br />
falda sotterranea, e combinandosi avevano prodotto il fluido, altrimenti noto<br />
come olio d’oliva. Prima <strong>di</strong> usarlo, raccomandava, bisognava farlo osservare al<br />
microscopio, per via dei microbi» (p.14).<br />
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