19.06.2013 Views

Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Alessia Sa<strong>la</strong>ris<br />

Già queste prime riflessioni ci inducono a mettere in luce l’identità per certi<br />

versi con<strong>tra</strong>d<strong>di</strong>ttoria <strong>di</strong> questa terra <strong>di</strong> <strong>mezzo</strong>, considerata allo stesso tempo una<br />

“regione cerniera” e una sorta <strong>di</strong> “iso<strong>la</strong>” nel Mezzogiorno continentale. Da un<br />

<strong>la</strong>to, dunque, com’è stato già accennato nell’introduzione <strong>di</strong> Piergiorgio Lan<strong>di</strong>ni,<br />

<strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong> si presenta come spazio <strong>di</strong> collegamento <strong>tra</strong> il Tirreno, l’Adriatico e<br />

lo Ionio oppure <strong>tra</strong> Campania, Puglia e Ca<strong>la</strong>bria; dall’altro, come una regione<br />

<strong>tra</strong><strong>di</strong>zionalmente penalizzata da una scarsa accessibilità e dall’inadeguatezza<br />

delle connessioni est-ovest (come, del resto, avviene lungo gran parte<br />

dell’Appennino).<br />

E se oggi, soprattutto grazie allo sviluppo del<strong>la</strong> viabilità s<strong>tra</strong>dale, lo storico<br />

iso<strong>la</strong>mento può <strong>di</strong>rsi per molti versi superato, permangono tuttora alcune<br />

<strong>di</strong>fficoltà che vengono perio<strong>di</strong>camente riba<strong>di</strong>te anche nei principali documenti<br />

programmatori, dal Piano Regionale <strong>di</strong> Sviluppo del 1998 ai nuovi programmi<br />

operativi per l’utilizzo dei fon<strong>di</strong> strutturali per il periodo 2007-2013. In<br />

partico<strong>la</strong>re, anche in questi ultimi si sottolinea il forte limite costituito<br />

dall’inadeguatezza dei collegamenti ferroviari (che, per quanto riguarda <strong>la</strong> rete<br />

nazionale, rischiano <strong>di</strong> essere ulteriormente indeboliti), l’assenza <strong>di</strong> un aeroporto<br />

<strong>regionale</strong> e <strong>la</strong> scarsa accessibilità rispetto ai principali no<strong>di</strong> aeroportuali e<br />

portuali ex<strong>tra</strong>regionali.<br />

Tuttavia, forse l’aspetto su cui oggi occorrerebbe insistere maggiormente è <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>fficoltà del<strong>la</strong> regione a “<strong>tra</strong>ttenere” ciò che <strong>la</strong> at<strong>tra</strong>versa: i turisti, ad esempio,<br />

che, nonostante le molteplici s<strong>tra</strong>tegie <strong>di</strong> valorizzazione, <strong>di</strong>fficilmente si fermano<br />

a lungo in <strong>Basilicata</strong>; il valore aggiunto <strong>di</strong> alcuni dei principali comparti<br />

produttivi (quello automobilistico e quello es<strong>tra</strong>ttivo, legato al<strong>la</strong> presenza dei<br />

giacimenti petroliferi del<strong>la</strong> Val d’Agri); e, fino a tempi recenti, persino le ingenti<br />

risorse idriche derivanti dagli invasi realizzati lungo i numerosi corsi d’acqua che<br />

solcano il territorio <strong>regionale</strong>.<br />

In prospettiva, l’opportunità per rileggere in chiave attuale il ruolo <strong>di</strong> questa<br />

terra <strong>di</strong> <strong>mezzo</strong> è offerta dal<strong>la</strong> riconfigurazione dello spazio europeo al<strong>la</strong>rgato nel<br />

quale <strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong> tenta <strong>di</strong> inserirsi, giocando al meglio le proprie carte. Sia al<br />

livello nazionale (in partico<strong>la</strong>re, negli scenari proposti dal<strong>la</strong> Dicoter-Ministero<br />

Infrastrutture), sia a quello <strong>regionale</strong>, si attribuisce, infatti, grande importanza al<br />

collegamento fra i due corridoi europei che interessano il Mezzogiorno, ovvero il<br />

n.1 Berlino-Palermo e il n.8 Bari-Varna. Tale collegamento, che <strong>di</strong> fatto<br />

congiungerebbe le sponde tirreniche e quelle adriatiche, potrebbe interessare il<br />

territorio lucano in modo soltanto marginale, qualora si privilegiasse l’asse<br />

Napoli-Bari che sfiora soltanto il Vùlture-Melfese, oppure in modo più incisivo,<br />

se si ricalcasse il percorso del<strong>la</strong> principale arteria che at<strong>tra</strong>versa <strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong> (<strong>la</strong><br />

SS406 “Basentana”), potenziando anche le sue ramificazioni verso Matera,<br />

Altamura e Bari, da un <strong>la</strong>to, e verso il Metapontino, dall’altro.<br />

L’ipotesi <strong>di</strong> un ampio coinvolgimento dello spazio <strong>regionale</strong><br />

rappresenterebbe un’opportunità per consolidare le <strong>proiezioni</strong> esterne del<strong>la</strong><br />

<strong>Basilicata</strong>, richiamare investimenti e, probabilmente, anche per favorire una<br />

maggiore coesione interna. Tuttavia, non vanno sottaciuti i rischi <strong>di</strong> ulteriore<br />

marginalizzazione cui <strong>la</strong> regione andrebbe incontro se lo scenario ora descritto<br />

non venisse proposto con forza e realizzato in tempi ragionevoli. Tutto ciò in un<br />

18

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!