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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Quale formazione geografica per i Disturbi Specifici dell’Appren<strong>di</strong>mento …<br />

verso il basso, perché quando si mette in colonna s’invita l’altro a produrre<br />

un’organizzazione spazio-temporale.<br />

Per quanto riguarda l’abilità connessa al<strong>la</strong> graficità, sarebbe opportuno far<br />

riferimento a una serie <strong>di</strong> “in<strong>di</strong>catori spaziali” (Staccioli, 1987, p.96), utili per<br />

in<strong>di</strong>viduare quali e quanti elementi <strong>di</strong> comunicazione spaziale sono presenti per<br />

ogni singolo bambino. Alcuni esempi sono: l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione (il senso <strong>di</strong><br />

una <strong>di</strong>rezione, se c’è una curva, un incrocio ecc.), l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />

(vicino/lontano, possibili in<strong>di</strong>cazioni metriche), l’in<strong>di</strong>catore delle <strong>di</strong>mensioni (lo<br />

spazio nel foglio, <strong>la</strong> posizione re<strong>la</strong>tiva, <strong>la</strong> riduzione in sca<strong>la</strong>), l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong><br />

tri<strong>di</strong>mensionalità (il <strong>tra</strong>tteggio o il colore rappresentano lo spessore), l’in<strong>di</strong>catore<br />

<strong>di</strong> prospettiva (osservare da ango<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong>verse), l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne<br />

(l’altimetria del terreno), l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> informazione (simboli che in<strong>di</strong>cano<br />

“cosa c’è là” - Piaget).<br />

Infine, occorre chiedere ai bambini <strong>di</strong> commentare un’immagine fotografica<br />

<strong>di</strong> un ambiente conosciuto, <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare un percorso compiuto durante una<br />

passeggiata, <strong>di</strong> muoversi secondo un itinerario <strong>tra</strong>cciato su carta, <strong>di</strong> riconoscere<br />

posizioni. Queste prove sono importanti «perché richiedono un continuo<br />

passaggio da un livello <strong>di</strong> comprensione spaziale bi<strong>di</strong>mensionale (come può<br />

essere un’immagine o una foto) a un altro tri<strong>di</strong>mensionale (come può essere un<br />

percorso da effettuare realmente). Sollecitare questo continuo passaggio aiuta il<br />

bambino nel<strong>la</strong> formazione, nel<strong>la</strong> <strong>costruzione</strong> e nell’e<strong>la</strong>borazione dei concetti<br />

spaziali.<br />

Gli stu<strong>di</strong> sul <strong>di</strong>segno infantile hanno avuto come sfondo il rapporto fra<br />

immagine e situazione emotiva dell’autore. La maturazione spaziale significa per<br />

il bambino capacità <strong>di</strong> porsi in re<strong>la</strong>zione con il mondo, <strong>di</strong> vivere lo spazio,<br />

riconoscerlo e rappresentarlo. Le produzioni grafiche <strong>di</strong>ventano così lo specchio<br />

delle conquiste spaziali che il bambino compie nel suo sviluppo» (Staccioli, 1987,<br />

p.84). Si suggerisce maggiore attenzione agli aspetti spaziali del <strong>di</strong>segno infantile,<br />

in quanto essi rappresentano una delle s<strong>tra</strong>de spontanee che il bambino percorre<br />

per strutturare <strong>la</strong> propria conoscenza geografica del mondo.<br />

Durante <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria <strong>di</strong> primo grado un ragazzino con Dsa<br />

dovrebbe essere esposto al<strong>la</strong> comunicazione verbale prima <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> scritta, al<strong>la</strong><br />

comunicazione iconica prima <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> grafica e simbolica; anzi quest’ultima<br />

viene spesso e sovente non sollecitata. È necessario inoltre eseguire da parte<br />

dell’insegnante, un certo screening per riuscire a <strong>di</strong>stinguere <strong>la</strong> <strong>di</strong>s<strong>tra</strong>ibilità dal<strong>la</strong><br />

mancanza <strong>di</strong> attenzione. La <strong>di</strong>s<strong>tra</strong>ibilità implica un invito a soffermarsi, <strong>la</strong><br />

mancanza <strong>di</strong> attenzione implica, invece, un vero e proprio deficit <strong>di</strong> attenzione.<br />

Per riconoscere quest’ultimo si deve anche analizzare <strong>la</strong> coor<strong>di</strong>nazione motoria.<br />

Se essa è scarsa, lo si riconosce dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> organizzazione spazio<br />

temporale. Occorre, infine, puntare sul<strong>la</strong> riflessione metacognitiva degli errori,<br />

che deve essere utilizzata in termini non riabilitativi ma <strong>di</strong> autostima. Spesso i<br />

bambini <strong>di</strong>slessici sono anche <strong>di</strong>snomici. Sono, però, bambini consapevoli del<strong>la</strong><br />

loro situazione, del<strong>la</strong> loro <strong>di</strong>versità rispetto agli altri e se il bambino <strong>di</strong>slessico si<br />

percepisce come poco competente non si applica.<br />

Esiste un manuale <strong>di</strong> sopravvivenza dei genitori dei bambini <strong>di</strong>slessici,<br />

s’intito<strong>la</strong> Aiutatemi a cucinare il mondo, a cura dell’Associazione Italiana Dislessici<br />

(Aid), che suggerisce <strong>di</strong> scegliere i testi che permettono il passaggio allo sta<strong>di</strong>o<br />

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