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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Marina Malvasi *<br />

Scegliere il libro <strong>di</strong> testo <strong>di</strong> geografia per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria<br />

<strong>di</strong> primo grado<br />

Il senso del libro <strong>di</strong> testo<br />

Il concetto <strong>di</strong> scuo<strong>la</strong> evoca a tutti istantaneamente l’immagine <strong>di</strong> libro. Un<br />

alunno senza il suo libro <strong>di</strong> storia o <strong>di</strong> geografia sarebbe praticamente quasi<br />

inconcepibile.<br />

Eppure, negli anni ’70 del secolo scorso imperversava in Italia <strong>la</strong> ben nota<br />

polemica sui libri <strong>di</strong> testo, considerati, da alcuni ol<strong>tra</strong>nzisti, acritici depositari <strong>di</strong><br />

una cultura immobile ed ammuffita e, quin<strong>di</strong>, ad<strong>di</strong>rittura dannosi per un<br />

autentico processo educativo (Visalberghi, 1978, pp.169-172).<br />

Era il periodo, allora, in cui <strong>la</strong> <strong>di</strong>dattica del<strong>la</strong> ricerca e l’impiego degli altri<br />

canali <strong>di</strong> comunicazione andavano appena facendosi timidamente s<strong>tra</strong>da, mentre<br />

prevaleva ancora <strong>la</strong> tendenza a considerare il manuale come lo strumento<br />

privilegiato del <strong>la</strong>voro sco<strong>la</strong>stico. Per troppi il libro <strong>di</strong> testo continuava<br />

imperterrito a fare testo.<br />

Lo stesso Rapporto del<strong>la</strong> Commissione internazionale per lo sviluppo<br />

dell’educazione, e<strong>la</strong>borato dall’Unesco sotto <strong>la</strong> presidenza <strong>di</strong> Edgar Faure, ex<br />

Ministro dell’Istruzione in Francia, metteva in evidenza, nel 1972, l’inutile,<br />

dannosa insistenza sul<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> scritta, nel tentativo <strong>di</strong> farne un uso quasi<br />

esclusivo, in un tempo in cui il linguaggio dell’immagine aveva già <strong>di</strong> gran lunga<br />

conquistato il sopravvento (Faure et al., 1973, p.128).<br />

Ai più estremisti pareva, perciò, che il libro <strong>di</strong> testo non servisse più e non<br />

potesse essere salvato. Ma il manuale sco<strong>la</strong>stico, oggigiorno <strong>tra</strong>sformato e<br />

<strong>di</strong>ventato, da protagonista, un sussi<strong>di</strong>o <strong>tra</strong> i sussi<strong>di</strong>, non è affatto <strong>tra</strong>montato.<br />

Semmai, non molto tempo fa era sembrata giunta l’era in cui non sarebbe stato<br />

più possibile invitare i propri alunni, come faceva il professor Keating in una<br />

famosa scena de “L’attimo fuggente”, a s<strong>tra</strong>ppare le pagine del loro libro. Infatti,<br />

il Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, in sede <strong>di</strong> Consiglio dei Ministri<br />

prima dell’estate del 2005 e poi dalle colonne del Corriere del<strong>la</strong> Sera, <strong>la</strong>nciò l’idea<br />

dell’e-book, ovvero del testo virtuale, scaricabile dal web gratuitamente. E questo<br />

nell’intento sia <strong>di</strong> favorire il risparmio, sia <strong>di</strong> avere un aggiornamento continuo<br />

dei testi, senza sostituirli ogni due o tre anni con moltiplicazione dei costi, sia <strong>di</strong><br />

indurre gli studenti a familiarizzare con il computer, nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> che, secondo lo<br />

slogan elettorale del 2001 <strong>di</strong> Silvio Berlusconi, sarebbe stata quel<strong>la</strong> delle tre “i”:<br />

* AIIG Sezione Lombar<strong>di</strong>a<br />

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