Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Argenzia Bonora<br />
modalità organizzative, considerando anche in questo caso l’organizzazione <strong>di</strong><br />
quello spazio con riferimento al passato e al presente 1 .<br />
Intercultura: “Il sé e l’altro da sé. Percorsi <strong>tra</strong> identità, alterità e <strong>di</strong>fferenze:<br />
<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> genere e contaminazione”<br />
Siamo partiti dal<strong>la</strong> convinzione che, in una società globalizzata, vi è <strong>la</strong><br />
necessità <strong>di</strong> affrontare le conoscenze da molteplici punti <strong>di</strong> vista. Antiseri ricorda<br />
che «l’obiettivo focale del<strong>la</strong> <strong>di</strong>dattica del<strong>la</strong> geografia è quello <strong>di</strong> far giungere le<br />
giovani generazioni a una visione “glocale”: il neologismo sta proprio ad<br />
in<strong>di</strong>care <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o mirato ad un’ottica insieme locale e<br />
globale dei temi e dei problemi che si affrontano» (Antiseri et al., 2001, p.110).<br />
Ciò richiede che il processo educativo preveda un’educazione al<strong>la</strong> e nel<strong>la</strong><br />
<strong>di</strong>fferenza.<br />
Si è pensato <strong>di</strong> affrontare tale tematica partendo dal<strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione <strong>di</strong> un<br />
progetto che aiutasse gli studenti a misurarsi con una formazione culturale<br />
rispettosa e curiosa delle possibili “<strong>di</strong>versità” e che avviasse gli stessi al<strong>la</strong><br />
pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un itinerario formativo nel<strong>la</strong> prospettiva del riconoscimento<br />
delle identità e delle <strong>di</strong>fferenze. Anche in questo caso abbiamo attivato un<br />
<strong>la</strong>boratorio esperienziale per condurre lo studente al<strong>la</strong> consapevolezza <strong>di</strong> sé,<br />
del<strong>la</strong> propria identità, delle proprie appartenenze; al riconoscimento del<strong>la</strong> propria<br />
visione del mondo, dei propri schemi <strong>di</strong> riferimento, dei propri punti <strong>di</strong> vista; ad<br />
affinare le competenze re<strong>la</strong>zionali, <strong>di</strong> gestione dei conflitti, <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione; a<br />
rafforzare le capacità <strong>di</strong> accoglienza, <strong>di</strong> riconoscimento e valorizzazione delle<br />
<strong>di</strong>fferenze.<br />
«Lo stu<strong>di</strong>o del<strong>la</strong> <strong>di</strong>versità agevo<strong>la</strong> un tipo <strong>di</strong> approccio imperniato su punti<br />
<strong>di</strong> vista molteplici, il più idoneo a proporre confronti critici, necessari per<br />
guardare al<strong>la</strong> realtà complessa e problematica. Le <strong>di</strong>fferenziazioni delle<br />
prospettive possono costituire spunti per un artico<strong>la</strong>to <strong>la</strong>voro su gruppi etnici,<br />
culture e nazioni. […] La scuo<strong>la</strong>, come crogiuolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze, offre ampie<br />
opportunità affinché le <strong>di</strong>versità s’incontrino in confronti propositivi, che<br />
consentano agli studenti <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussione le proprie convinzioni e quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> arricchire <strong>la</strong> propria interpretazione del mondo» (De Vecchis, 2006, p.3).<br />
L’obiettivo finale è stato quello <strong>di</strong> condurre gli studenti ad acquisire <strong>la</strong> capacità<br />
<strong>di</strong> progettare contesti educativi nel<strong>la</strong> prospettiva del riconoscimento dei vissuti<br />
dei bambini, del<strong>la</strong> loro visione del mondo, spazi dove tutti possano sperimentare<br />
l’appartenenza e il riconoscimento delle <strong>di</strong>fferenze. D’al<strong>tra</strong> parte il contesto<br />
istituzionale ci conduce a considerare che «al<strong>tra</strong> irrinunciabile opportunità<br />
formativa che <strong>la</strong> geografia offre è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> abituare ad osservare <strong>la</strong> realtà da<br />
<strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista, partendo dall'assunto che sul<strong>la</strong> superficie terrestre non<br />
esiste il centro del mondo, bensì un’infinita molteplicità <strong>di</strong> centri. In questo<br />
aspetto, oltre che nel<strong>la</strong> conoscenza e nel confronto <strong>tra</strong> realtà fisiche, territoriali e<br />
1 Gli studenti hanno giu<strong>di</strong>cato, ad esempio, un valore assolutamente positivo <strong>la</strong> creazione presso <strong>la</strong><br />
masseria Radogna del Cea, proprio perché realizza attività <strong>di</strong> valorizzazione <strong>di</strong> quel territorio, ma<br />
hanno osservato, <strong>tra</strong> l’altro, che non vi è una recinzione per <strong>la</strong> salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quel vil<strong>la</strong>ggio e che<br />
viene ad<strong>di</strong>rittura coltivato da privati.<br />
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