Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Tavo<strong>la</strong> rotonda<br />
Molti contributi, soprattutto sul<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione <strong>tra</strong>nsfrontaliera, sono<br />
maturati in seno al<strong>la</strong> nos<strong>tra</strong> associazione. Giorgio Valussi, in<strong>di</strong>menticato<br />
presidente dell’AIIG, aveva organizzato un convegno sulle intese <strong>tra</strong>nsfrontaliere<br />
nell’arco alpino tenutosi al<strong>la</strong> Società Geografica Italiana nel gennaio 1991 a<br />
pochi giorni dal<strong>la</strong> sua prematura e repentina scomparsa. Aveva già scritto <strong>la</strong> sua<br />
re<strong>la</strong>zione intito<strong>la</strong>ta Le intese <strong>tra</strong>nsfrontaliere del<strong>la</strong> Regione Alpina: <strong>la</strong> comunità <strong>di</strong><br />
<strong>la</strong>voro Alpe-Adria, che venne letta durante <strong>la</strong> manifestazione e pubblicata sul<br />
Bollettino del<strong>la</strong> Società Geografica Italiana dello stesso anno (pp.443-455).<br />
Vanno inoltre ricordati alcuni dei nostri convegni nazionali più recenti, oltre<br />
ovviamente a questo. A Bardonecchia, nel 1998, le re<strong>la</strong>zioni del 41° Convegno<br />
toccarono il tema Le Alpi occidentali da margine a cerniera, nel 2000 a Varese il 43°<br />
Convegno ebbe come titolo Dal<strong>la</strong> Regio Insubrica al vasto mondo, il 51° Convegno<br />
(Trieste, 2008) ha come argomento portante Dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>ssoluzione dei confini alle<br />
Euroregioni.<br />
Come si vede l’AIIG, grazie anche al<strong>la</strong> sua artico<strong>la</strong>zione <strong>regionale</strong> e<br />
sub<strong>regionale</strong>, ha molto a cuore questi argomenti <strong>di</strong> fondamentale importanza,<br />
non solo nel <strong>di</strong>battito politico, ma per le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi. Si<br />
pensi al<strong>la</strong> cosiddetta devolution e al federalismo fiscale – che dovrebbero essere<br />
approvati dal Par<strong>la</strong>mento nel<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>tura iniziata nel 2008 – che affrontano<br />
delicati problemi per molte regioni, soprattutto del Centro-Sud, in cui <strong>la</strong> spesa<br />
pubblica supera <strong>la</strong>rgamente il gettito delle en<strong>tra</strong>te tributarie 8 .<br />
C<strong>la</strong>u<strong>di</strong>o Cerreti<br />
Proverò, per cominciare, a rispondere alle domande poste da Luigi<br />
Stanzione ai partecipanti a questa tavo<strong>la</strong> rotonda, muovendo poi verso qualche<br />
al<strong>tra</strong> osservazione. Premetto che si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> domande <strong>di</strong>fficili e imbarazzanti.<br />
Che peso <strong>di</strong>amo, nel<strong>la</strong> ricerca e nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>dattica, al<strong>la</strong> complessità dei rapporti<br />
territoriali? Personalmente credo <strong>di</strong> dargliene molto, in ogni caso ci provo –<br />
anche se mi accorgo che gli studenti restano quanto meno stupiti, e un po’<br />
refrattari, alle considerazioni sul<strong>la</strong> molteplicità dei ritagli amminis<strong>tra</strong>tivi e politici<br />
e, in sostanza, a una concezione “multisca<strong>la</strong>re”: come se si <strong>tra</strong>ttasse <strong>di</strong> qualcosa<br />
<strong>di</strong> assolutamente insospettato e “s<strong>tra</strong>no”.<br />
8 Su “Il Sole 24 Ore” del 4 agosto 2008, p.3, consultato sempre mentre rivedevo il testo<br />
dell’intervento, viene riportata una ricerca condotta da Massimo Bor<strong>di</strong>gnon, docente <strong>di</strong> Scienza delle<br />
Finanze all’Università Cattolica, per conto <strong>di</strong> Confindustria, dal<strong>la</strong> quale emerge che in ben 14 <strong>tra</strong><br />
regioni e province autonome <strong>la</strong> spesa pubblica supera le en<strong>tra</strong>te fiscali. La spesa pubblica non viene<br />
superata dalle en<strong>tra</strong>te fiscali in quattro regioni del Nord – <strong>la</strong> Lombar<strong>di</strong>a, che ha un saldo attivo <strong>di</strong><br />
4.850 euro pro-capite (ogni lombardo paga me<strong>di</strong>amente 13.700 euro all’anno <strong>di</strong> tasse e ne riceve 8.850<br />
in servizi pubblici), l’Emilia-Romagna con un saldo attivo <strong>di</strong> 3.450 euro pro-capite, il Veneto con un<br />
saldo attivo <strong>di</strong> 2.900 Euro pro-capite, il Piemonte con un saldo attivo <strong>di</strong> 1.900 euro pro-capite – oltre<br />
che nel Lazio, con un saldo attivo <strong>di</strong> 1.500 euro pro-capite, e nelle Marche con un saldo attivo <strong>di</strong> 1.150<br />
Euro pro-capite. All’opposto si colloca <strong>la</strong> posizione estremamente privilegiata <strong>di</strong> una regione a statuto<br />
speciale come <strong>la</strong> Val d’Aosta, in cui il benessere non manca, e dove i citta<strong>di</strong>ni ricevono dallo Stato<br />
3.000 euro annui pro capite in più <strong>di</strong> quanti ne paghino come imposte e <strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria, i citta<strong>di</strong>ni del<strong>la</strong><br />
quale ricevono dallo Stato 2.750 Euro annui pro capite in più <strong>di</strong> quanti ne pagano come imposte (ogni<br />
ca<strong>la</strong>brese paga me<strong>di</strong>amente 5.250 euro all’anno <strong>di</strong> tasse e ne riceve 8.000).<br />
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