Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Sergio Ventriglia ∗<br />
<strong>Basilicata</strong>, Europa: no<strong>di</strong> ambientali e scale geografiche<br />
Nel ringraziare i componenti del Comitato Or<strong>di</strong>natore per l’invito rivoltomi<br />
a presentare una re<strong>la</strong>zione al 50° Convegno Nazionale dell’AIIG, “<strong>Terre</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>mezzo</strong>: <strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong>, <strong>tra</strong> <strong>costruzione</strong> <strong>regionale</strong> e <strong>proiezioni</strong> esterne” ho ritenuto<br />
opportuno, in sintonia con il suggestivo titolo attribuito a questa assise, proporre<br />
una riflessione su quel partico<strong>la</strong>re spaccato ambientale del<strong>la</strong> regione lucana che<br />
investe ormai da tempo il rapporto <strong>tra</strong> risorse petrolifere e spazi vallivi.<br />
Confesso preliminarmente <strong>di</strong> subire il fascino <strong>di</strong> un’antica lusinga: quel<strong>la</strong><br />
che autorizzerebbe un re<strong>la</strong>tore a esprimersi in maniera assolutamente esaustiva sul<br />
tema che propone all’attenzione dell’u<strong>di</strong>torio; in modo tale che poi, al<strong>la</strong> fine<br />
dell’intervento, tutti ritornino in s<strong>tra</strong>da con idee ben chiare e una conoscenza,<br />
per esempio, del<strong>la</strong> questione ambientale in <strong>Basilicata</strong> assolutamente completa.<br />
Naturalmente è una lusinga illusoria: l’ennesima sirena da ascoltare, se proprio si<br />
vuole, ben legati all’albero maestro del veliero in <strong>tra</strong>nsito per acque perigliose.<br />
Non sarà così nemmeno questa volta, non è mai così: <strong>la</strong> natura intrinsecamente<br />
complessa <strong>di</strong> ogni stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> ogni approfon<strong>di</strong>mento delle ricerche impe<strong>di</strong>sce lo<br />
snidamento <strong>di</strong> una fine degna <strong>di</strong> tal nome.<br />
Mi sarebbe altresì piaciuto partire con una slide un po’ più tea<strong>tra</strong>le <strong>di</strong> quelle<br />
che andrò a illus<strong>tra</strong>re, riferendomi a certe coltivazioni intensive ben ra<strong>di</strong>cate in<br />
queste “terre <strong>di</strong> <strong>mezzo</strong>”. Pensavo a una scritta vista più volte nel ventre sapido e<br />
odoroso del<strong>la</strong> mia città, su banchi <strong>di</strong> fruttivendoli attenti, per così <strong>di</strong>re, alle filiere<br />
produttive: “puparuoli <strong>di</strong> Senise”. D’accordo, proverei a giustificare <strong>la</strong> cosa<br />
mettendo in re<strong>la</strong>zione i frutti delle politiche agricole europee con quelle che,<br />
magari, sono resistenze biologiche <strong>di</strong> suoli in crescente <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> fronte alle<br />
esigenze del mercato globale dei prodotti dell’agro-industria. Ma resterebbe,<br />
credo, soprattutto <strong>la</strong> suggestione dell’immagine del peperone in quanto tale.<br />
Le poche <strong>di</strong>apositive, che in realtà seguiranno in forma <strong>di</strong> scaletta del<br />
ragionamento che propongo, insistono nel solco <strong>di</strong> una tematica ambientalista<br />
<strong>di</strong>ffusa e praticata ormai da qualche decennio, almeno nell’ambito degli stu<strong>di</strong><br />
geografici: una pista che mette in re<strong>la</strong>zione il tema ambientale con le scale<br />
territoriali in gioco at<strong>tra</strong>verso l’occhiale del<strong>la</strong> cosiddetta <strong>tra</strong>nsca<strong>la</strong>rità. Vincolo,<br />
parametro, categoria, come <strong>di</strong>ceva il compianto professor Vallega già all’inizio<br />
degli anni ’90, <strong>di</strong> qualsiasi ragionamento sia lecito sviluppare sul<strong>la</strong> sostenibilità,<br />
da quando questa paro<strong>la</strong> è <strong>di</strong>ventata un imperativo politico e ideologico forte.<br />
Per riuscire a bypassare, nel quadro delle politiche internazionali e poi ai <strong>di</strong>versi<br />
∗ Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli “L’Orientale”<br />
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