Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Storia e modelli <strong>di</strong> valorizzazione del <strong>tra</strong>tturo molisano<br />
importate dal<strong>la</strong> Spagna pecore merine. La commercializzazione dei prodotti<br />
veniva assicurata dal<strong>la</strong> Fiera annuale <strong>di</strong> Foggia, riservata al mondo del<strong>la</strong><br />
<strong>tra</strong>nsumanza e aperta al grande mercato. La Dogana assicurava le strutture e i<br />
servizi in fiera, con <strong>la</strong> possibilità per locati e pastori <strong>di</strong> provvedere ai vari<br />
pagamenti a ven<strong>di</strong>ta avvenuta dei prodotti.<br />
La tute<strong>la</strong> era <strong>di</strong>retta e in<strong>di</strong>retta. La Dogana assicurava i pascoli nel<br />
Tavoliere alle greggi del<strong>la</strong> <strong>tra</strong>nsumanza resa obbligatoria da 20 pecore in su,<br />
percependo l’imposta per ciascun animale <strong>tra</strong>nsumante. Sul territorio le<br />
Università erano tenute ad assicurare or<strong>di</strong>ne e sicurezza “dove passano li locati et<br />
animali <strong>di</strong> Dohana; a ciò non siano rubbati, e succedendo il furto, siano tenute esse<br />
università a rifare il danno” (da Ban<strong>di</strong> e comandamenti da parte <strong>di</strong> Fabrizio De<br />
Sangro regio Dohaniero del<strong>la</strong> regia Dohana del<strong>la</strong> mena delle pecore <strong>di</strong> Puglia)<br />
(Paone, 2001, p.60). Il sistema del<strong>la</strong> Dogana proseguì <strong>la</strong> sua avventura fino al<br />
1806 quando con legge del 21 maggio 1806 n.75, venne istituto il Tavoliere delle<br />
Puglie e venne abolita <strong>la</strong> Dogana del<strong>la</strong> mena delle pecore d Puglia.<br />
In seguito nel 1817 ci fu un tentativo borbonico <strong>di</strong> ripristinare le con<strong>di</strong>zioni<br />
precedenti al 1806 ma ebbe vita breve in quanto <strong>la</strong> decadenza aveva ormai preso<br />
il sopravvento. Le leggi del 1865, 1868 e 1871 chiusero definitivamente i conti.<br />
Vennero salvaguardati solo quattro <strong>tra</strong>tturi principali: Aqui<strong>la</strong>-Foggia, Ce<strong>la</strong>no-<br />
Foggia, Castel <strong>di</strong> Sangro-Lucera e Pescasseroli-Cande<strong>la</strong>. Tutti e quattro passanti<br />
per il Molise.<br />
Nel 1908 <strong>la</strong> legge (746) <strong>di</strong>chiarò i <strong>tra</strong>tturi “beni demaniali” mentre nel 1923<br />
il D.L.n.3244 nel riconfermare <strong>la</strong> natura demaniale ne autorizzò <strong>la</strong><br />
sc<strong>la</strong>ssificazione senza limiti. Più tar<strong>di</strong> nel 1959 il Commissario ai <strong>tra</strong>tturi <strong>di</strong><br />
Foggia accertò una rete <strong>tra</strong>tturale <strong>di</strong> circa 3.062 km, comprensiva <strong>di</strong> 14 <strong>tra</strong>tturi,<br />
71 <strong>tra</strong>tturelli e 14 bracci.<br />
Con il D.P.R. 616/1977 <strong>la</strong> materia venne <strong>tra</strong>sferita alle Regioni. Intanto<br />
l’anno precedente, con un Decreto del Ministro per i Beni Culturali, i <strong>tra</strong>tturi<br />
furono <strong>di</strong>chiarati “<strong>di</strong> partico<strong>la</strong>re interesse per l’archeologia e per <strong>la</strong> storia politica,<br />
militare, economica, sociale, culturale in genere del Molise”. Infatti, non va<br />
<strong>di</strong>menticato che i <strong>tra</strong>tturi sono legati allo sviluppo culturale <strong>di</strong> una popo<strong>la</strong>zione.<br />
Lungo il percorso <strong>di</strong> questi “giganti ver<strong>di</strong>” furono costruite le prime cappelle<br />
romaniche. Uno degli esempi più importante è <strong>la</strong> chiesa <strong>di</strong> Santa Maria del<strong>la</strong><br />
S<strong>tra</strong>da in agro <strong>di</strong> Matrice.<br />
Abbiamo detto in precedenza delle taverne, veri e propri ovinogrill, come<br />
qualcuno li ha definiti in modo sarcastico; ma accanto a queste vanno ricordate<br />
e<strong>di</strong>cole, opifici (mulini, <strong>la</strong>nifici) senza <strong>di</strong>menticare i <strong>di</strong>versi inse<strong>di</strong>amenti sanniti<br />
che si trovano poco <strong>di</strong>stanti dal percorso delle antiche autos<strong>tra</strong>de ver<strong>di</strong>. Ben 70<br />
dei 136 comuni molisani sono interessati dal<strong>la</strong> rete <strong>tra</strong>tturale.<br />
La Regione Molise ha rego<strong>la</strong>mentato <strong>la</strong> materia con <strong>la</strong> legge n.9 dell’11<br />
aprile 1997. La legge prevedeva <strong>la</strong> l’istituzione del Parco Regionale dei Tratturi.<br />
La stessa legge nel 2003 è stata oggetto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche. Infine nel maggio 2005 è<br />
stata varata dal Consiglio Regionale <strong>la</strong> legge n.19 per <strong>la</strong> “Promozione, tute<strong>la</strong> e<br />
valorizzazione del patrimonio <strong>tra</strong>tturale e del<strong>la</strong> civiltà del<strong>la</strong> <strong>tra</strong>nsumanza nel<strong>la</strong><br />
regione Molise”. All’art.2 si prevedeva l’istituzione <strong>di</strong> un Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>regionale</strong> dei <strong>tra</strong>tturi e del<strong>la</strong> civiltà del<strong>la</strong> <strong>tra</strong>nsumanza”. Praticamente però tutto è<br />
rimasto fermo.<br />
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