Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Le carte biostoriche e <strong>la</strong> geografia del pensiero complesso<br />
Essendo il Tutto con il tutto, cadevano le <strong>di</strong>stinzioni <strong>tra</strong> le categorie degli as<strong>tra</strong>tti<br />
e dei concreti, dei reali e degli immaginari, dei vissuti e dei pensati, in quanto<br />
ogni evento, ogni idea, ogni enunciato, ogni sperimentato o semplicemente<br />
immaginato en<strong>tra</strong>va ed en<strong>tra</strong>, a pieno titolo, nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>namica costruttiva del biosvita.<br />
Bios che si fa storia in una <strong>di</strong>mensione prospettica <strong>di</strong> passato-presente-futuro,<br />
in cui tutto permane e tutto si protende nell’infinito. Tale mega-organizzazione a<br />
campo uno-tutto è <strong>la</strong> Spugna storica, come un’unità complessa che si organizza<br />
nello Spazio-Tempo per effetto dell’attuarsi dei quanti storici, visti come le<br />
particelle topologiche più piccole <strong>di</strong> fatto-spazio-tempo (Co<strong>la</strong>monico, 1993). I tre<br />
sono un unico momento costitutivo del<strong>la</strong> realtà, <strong>la</strong> quale può essere scissa<br />
so<strong>la</strong>mente per un’esigenza <strong>di</strong> lettura. L’azione dell’iso<strong>la</strong>re non risiede nel<strong>la</strong> realtà<br />
(Putnam, 1993), bensì nell’operazione d’esemplificazione mentale che permette<br />
<strong>la</strong> memorizzazione del<strong>la</strong> realtà, è quin<strong>di</strong> un espe<strong>di</strong>ente mnemotecnico che si colloca<br />
sul piano dell’osservatore e non dell’osservato. Il fatto, come il quid che accade e si<br />
compie, è un quanto storico che aziona una perturbazione nel campo <strong>di</strong> realtà a<br />
tempo 0, da tale movimento si avvia un processo <strong>di</strong> informazione (= azione che<br />
rende forma). Il perturbato è lo spazio, come ciò che subisce il mutamento,<br />
conservando <strong>la</strong> <strong>tra</strong>ccia-eco informativo del cambiamento. Il perturbatore è lo<br />
stesso quanto, promotore <strong>di</strong> vita, che attua il mutamento, <strong>la</strong>sciando scia del suo<br />
passaggio. La perturbazione è il tempo, come <strong>la</strong> <strong>di</strong>partita del<strong>la</strong> nuova <strong>di</strong>rezione,<br />
misurabile, che rende <strong>la</strong> struttura del<strong>la</strong> spugna storica, a creste e nicchie. Si pensi<br />
al fenomeno carsico pugliese. Le creste sono gli attuati; le nicchie i negati. Le prime<br />
sono le realizzazioni storiche; le seconde le <strong>di</strong>namiche che non hanno avuto<br />
storia, per effetto delle stesse perturbazioni che hanno mutato il percorso vitale.<br />
Si consideri l’azione <strong>di</strong>rompente delle alee <strong>di</strong> evento, ad esempio, una morte, un<br />
fenomeno sismico, una ma<strong>la</strong>ttia ecc. che <strong>di</strong> punto in bianco mutano le <strong>di</strong>rezioni<br />
e i significati storici, come i non attesi, i non previsti, i non immaginati che<br />
rendono creativa <strong>la</strong> vita.<br />
Il punto <strong>di</strong> partenza nell’indagine biostorica è stato l’aver scisso il piano<br />
dell’osservato da quello dell’osservatore; il primo è <strong>la</strong> <strong>di</strong>namica storica a tempo 0,<br />
tempo presente, come l’effetto <strong>di</strong> ricaduta dei quanti storici nello spazio-tempo; il<br />
secondo come l’occhio-mente uomo che riduce a sé <strong>la</strong> realtà, per interpretar<strong>la</strong>. Il<br />
ridurre è il processo d’appren<strong>di</strong>mento che si presenta come un imparare a<br />
prendere, in un momento successivo, in cui il fatto (t. 0) si pone già come un<br />
fattuale (t. → - ∞) proteso verso un fattibile (t. → + ∞), piani del passato-futuro.<br />
Dal legame osservato-osservatore scaturisce che l’unica possibilità <strong>di</strong> conoscenza<br />
è data dalle stesse letture, per cui le <strong>di</strong>scipline non sono altro che delle<br />
osservazioni che danno corpo ad un movimento <strong>di</strong> realtà che nel suo essere in sé,<br />
è un oltre il campo <strong>di</strong> lettura. Se quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> conoscenza non può essere confusa con<br />
<strong>la</strong> realtà, essa è vinco<strong>la</strong>ta alle carte con cui si interpretano le perturbazioni<br />
quantiche.<br />
Il passo successivo è stato: se <strong>la</strong> realtà conosciuta è con<strong>di</strong>zionata dalle carte<br />
<strong>di</strong> lettura, cosa succederebbe se si provasse a cambiarle? Come muterebbe <strong>la</strong><br />
visione del<strong>la</strong> realtà? Che forma essa assumerebbe? Da tali riflessioni è nata <strong>la</strong><br />
prima fines<strong>tra</strong> storiografica (fig.1) che ha permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare un’architettura<br />
del<strong>la</strong> conoscenza storica, strutturata sugli assi cartesiani dello Spazio-Tempo.<br />
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