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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Sergio Ventriglia<br />

Il tema ambientale è dettato da un’agenda europea scan<strong>di</strong>ta da tutta una<br />

serie <strong>di</strong> documenti, in gran parte noti, a partire dai Piani <strong>di</strong> Azione Ambientale che<br />

all’inizio degli anni ’70 l’allora Cee cominciò a licenziare; ci vorrà però una<br />

ventina d’anni perché il tema del<strong>la</strong> sostenibilità e del<strong>la</strong> tenuta spaziale dei luoghi<br />

sia recepito da questi piani, fino al<strong>la</strong> sua sovranità assoluta all’interno dell’attuale<br />

Sesto Piano d’Azione Ambientale, attivo fino al 2010. Dentro il testo, naturalmente<br />

<strong>di</strong> carattere generale, incontriamo però una serie <strong>di</strong> biforcazioni che riconducono<br />

alle responsabilità <strong>di</strong> alcuni specifici attori istituzionali e internazionali: sopra<br />

tutti l’Agenzia Europea dell’Ambiente, che ha il compito concreto <strong>di</strong> analizzare e<br />

monitorare non solo <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione ambientale dell’Europa e <strong>la</strong> sua evoluzione,<br />

ma anche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care i valori <strong>di</strong> scambio <strong>tra</strong> i <strong>di</strong>versi attori nazionali e regionali.<br />

E a me pare <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che ci sono attori istituzionali che sono dei veri e propri<br />

re<strong>la</strong>is, <strong>la</strong> cui corretta accensione determina le buone pratiche oppure no.<br />

Se vogliamo provare a capire dove una pianificazione ambientale s’inceppa<br />

o si sblocca, ci sono dei <strong>tra</strong>tti specifici che possiamo considerare: esistono<br />

documenti che dobbiamo leggere con partico<strong>la</strong>re attenzione e persone che stanno<br />

lì, <strong>di</strong>etro e oltre questi documenti, che scelgono <strong>di</strong> <strong>di</strong>re sì o no. A mio giu<strong>di</strong>zio, in<br />

questa regione, e probabilmente non solo qui, <strong>la</strong> struttura che ha questo compito<br />

<strong>di</strong> re<strong>la</strong>is è quel<strong>la</strong> delle Autorità Ambientali.<br />

Tornerò poi sugli attori regionali ambientali, perché sono davvero tanti:<br />

sono una squadra, e una squadra, come ci spiegano a ogni piè sospinto, <strong>la</strong>vora<br />

bene con uno spirito collettivo, altrimenti è solo uno splen<strong>di</strong>do orizzonte dove <strong>di</strong><br />

volta in volta nascondersi e sfuggire all’assunzione <strong>di</strong> responsabilità operative e<br />

decisionali, alle scelte così come ai rinvii. Sono proprio le scelte – o le non-scelte<br />

– fatte al<strong>la</strong> grande sca<strong>la</strong> che mi inducono a guardare al territorio locale, per<br />

cercarvi <strong>la</strong> <strong>tra</strong>ccia dell’azione oppure <strong>la</strong> sua assenza. Scrivo “locale”, ma devo<br />

pentirmene subito, perché gli impatti <strong>di</strong> queste azioni non hanno assolutamente<br />

un confine modesto, contenuto: al con<strong>tra</strong>rio essi si qualificano prioritariamente<br />

per <strong>la</strong> loro portata vasta, non foss’altro che per almeno un motivo. In gioco ci<br />

sono attori che non sono europei, che non sono nazionali o regionali, ma che<br />

hanno citta<strong>di</strong>nanza multinazionale: hanno spalle <strong>la</strong>rghe e sono in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

agire sull’intera superficie del pianeta. In uno dei riquadri del<strong>la</strong> sua scacchiera<br />

globale, chiamato <strong>Basilicata</strong> – Val d’Agri, gioca Total, e a me pare un gioco<br />

molto più avvolgente <strong>di</strong> quello dell’Eni.<br />

Non sfugge ad attori <strong>di</strong> tale portata <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> misurarsi con parametri<br />

quali quello dell’impronta ecologica, dovuta all’intensità dei consumi energetici,<br />

ai flussi <strong>di</strong> merci e persone, al<strong>la</strong> consistenza degli scambi: allo spessore, in una<br />

paro<strong>la</strong>, delle attività economiche. Certo, il consumo energetico attira <strong>la</strong> maggiore<br />

attenzione, perché l’impronta ecologica è un parametro costantemente presente<br />

nel<strong>la</strong> documentazione pubblica che possiamo ampiamente consultare,<br />

ragionando sul<strong>la</strong> cosiddetta scommessa petrolifera in questa regione. Resta, anzi,<br />

il parametro più usato proprio al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> comunale, dove cioè si mette in<br />

re<strong>la</strong>zione <strong>la</strong> capacità biologica riproduttiva <strong>di</strong> spazi specifici: del possibile<br />

riproporsi <strong>di</strong> quegli spazi, cioè, come capitale naturale, come stock <strong>di</strong> risorse<br />

<strong>di</strong>sponibile per i consumi delle popo<strong>la</strong>zioni locali future, a fronte <strong>di</strong><br />

comportamenti aggressivi in termini, in partico<strong>la</strong>r modo, <strong>di</strong> consumo del suolo.<br />

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