Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Sergio Ventriglia<br />
qualcosa che sia più <strong>di</strong>rettamente collegato all’azione nello spazio e nel rispetto<br />
delle categorie <strong>di</strong> legalità ed educazione.<br />
Non so quanti <strong>di</strong> voi, ma immagino tanti, si siano compiaciuti dei<br />
riconoscimenti andati agli scienziati ambientalisti in questi ultimi tempi. A me<br />
ha fatto davvero piacere che a uno stu<strong>di</strong>oso come Barry Commoner, che ha<br />
posto in concreto il problema dell’esaurimento, del<strong>la</strong> finitezza dello stock naturale<br />
delle risorse del pianeta, sia stato attribuito il riconoscimento internazionale<br />
ricordato in apertura, perché egli stu<strong>di</strong>a le criticità ambientali e comunica su<br />
queste emergenze ormai strutturali fin dall’inizio degli anni ’60; il che ci<br />
autorizza a sostenere, ormai, <strong>la</strong> “mezza età” del<strong>la</strong> problematica ambientale, altro<br />
che emergenza e sfida del XXI secolo.<br />
Se, per esempio, consultiamo l’Annuario dei dati ambientali 2006 dell’Arpab,<br />
dell’Agenzia Regionale lucana cioè, <strong>la</strong> prima sensazione è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> avere a che<br />
fare con un prodotto che effettivamente si propone come il tentativo responsabile<br />
<strong>di</strong> testare e monitorare <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione, <strong>la</strong> salute del territorio in questione. Ma...<br />
com’è fatto un annuario <strong>di</strong> dati ambientali? E come, in genere, sono realizzati<br />
questi report che perio<strong>di</strong>camente – pur definendosi annuari è raro, in realtà, che<br />
rispettino una cadenza annuale, come appunto nel caso in questione –<br />
forniscono una vasta mole <strong>di</strong> cifre all’attenzione degli analisti? Qual è il loro<br />
aspetto concreto? Bene, dopo una breve introduzione è possibile consultare<br />
pagine e pagine, in questo caso sono circa 250, <strong>di</strong> tabelle, <strong>di</strong> dati statistici, <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>catori e parametri, spesso su matrici <strong>di</strong> tipo logico-matematico che<br />
incrociano i temi dell’atmosfera, dell’idrosfera, delle ra<strong>di</strong>azioni, del<br />
monitoraggio aereo biologico e dei rifiuti. E i luoghi? Dove stanno i luoghi?<br />
Voglio <strong>di</strong>re che quando an<strong>di</strong>amo a leggere più tecnicamente, più<br />
specialisticamente dentro ciò che è stato prodotto dai vari servizi <strong>di</strong><br />
monitoraggio, d’informazione, <strong>di</strong> prevenzione e <strong>di</strong> controllo, sembra <strong>di</strong> muoversi<br />
su una superficie tecnico-tecnologica che non ci fa vedere, ci fa <strong>di</strong>menticare o ci<br />
fa ignorare, se non lo sappiamo per altre vie, che questo, per esempio, è uno<br />
spazio che ha ben cinque vie d’acqua – a regime torrentizio, d’accordo – e<br />
dunque ben cinque valli fluviali che mirano allo Ionio, mentre altri due corsi<br />
d’acqua, il Noce e l’Ofanto conducono rispettivamente al Tirreno e all’Adriatico.<br />
C’è una sostanza idrica importante quin<strong>di</strong>, un territorio idrologicamente<br />
significativo eppure… oscurato. Se ci soffermiamo sulle fotografie delle<br />
cen<strong>tra</strong>line che consentono il monitoraggio delle polveri sottili, dei fumi <strong>di</strong><br />
scarico, delle emissioni del<strong>la</strong> famosa CO2, o dell’inquinamento idrico at<strong>tra</strong>verso i<br />
prelievi delle acque fluviali cadenzati alle <strong>di</strong>verse altezze dei corsi dei fiumi, –<br />
perdonatemi se lo confesso – ma una sensazione <strong>di</strong> sconforto fa capolino, perché<br />
<strong>la</strong> percezione indotta da certe immagini è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> una tecnologia povera,<br />
arre<strong>tra</strong>ta; perfino recintata, anche con un po’ <strong>di</strong> grata <strong>di</strong> p<strong>la</strong>stica, per proteggere<br />
(!) le cen<strong>tra</strong>line da chissà chi… Perché poi, all’infuori delle associazioni<br />
ambientaliste, che invece seguono da vicino l’evoluzione <strong>di</strong> queste<br />
problematiche, il resto del<strong>la</strong> società, soprattutto il suo coté politico, sembra<br />
<strong>di</strong>sinteressarsene.<br />
At<strong>tra</strong>verso il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche del<strong>la</strong> Sostenibilità , <strong>la</strong><br />
Regione <strong>Basilicata</strong> esercita, <strong>tra</strong> l’altro, attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> ricerca sui parchi e<br />
sulle aree protette; in tal modo ci racconta <strong>la</strong> vicenda <strong>di</strong> questo parco nazionale<br />
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