Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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La geografia come <strong>di</strong>sciplina cerniera: un progetto al<strong>la</strong> scoperta del fiume Piave<br />
modo passivo at<strong>tra</strong>verso il quale si guarda <strong>la</strong> realtà comunemente non permette<br />
<strong>di</strong> avere una visione corretta del territorio. Si è ipotizzato che solo l’adozione del<br />
metodo scientifico avrebbe potuto permettere tale visione, garantendo <strong>la</strong><br />
possibilità <strong>di</strong> comparare dati e ricerche <strong>di</strong> vari ambiti, e <strong>di</strong> produrre materiali<br />
eventualmente riutilizzabili sia per lo stesso oggetto d’indagine, sia per territori<br />
<strong>di</strong>versi. Un’uscita sul campo, per poter essere significativa, dovrebbe essere<br />
preceduta e seguita da attività <strong>di</strong> c<strong>la</strong>sse, realizzate con approccio globale, in<br />
modo tale da sfruttare conoscenze e strumenti delle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline. Queste,<br />
dunque, le ragioni principali del<strong>la</strong> scelta <strong>di</strong> un progetto inter<strong>di</strong>sciplinare.<br />
Se per efficacia inten<strong>di</strong>amo il raggiungimento degli obiettivi inizialmente<br />
prefissati, quel<strong>la</strong> del <strong>la</strong>voro svolto è <strong>di</strong>pesa da molti fattori e può definirsi<br />
conquistata. Per quanto riguarda <strong>la</strong> prima parte dell’esperienza, si è riusciti a<br />
creare un quadro completo <strong>di</strong> conoscenze nel quale collocare il successivo <strong>la</strong>voro<br />
dei bambini, contribuendo a creare un’appropriata metodologia <strong>di</strong> ricerca per i<br />
docenti e per gli alunni.<br />
La seconda sezione del <strong>la</strong>voro ha permesso <strong>di</strong> comprendere l’evoluzione<br />
del<strong>la</strong> <strong>di</strong>dattica del<strong>la</strong> geografia nel tempo, considerando punti <strong>di</strong> continuità,<br />
<strong>di</strong>vergenze, innovazioni. Ciò è risultato molto interessante perché ha consentito<br />
<strong>di</strong> capire che quelle caratteristiche che, ad una prima lettura dei programmi<br />
sco<strong>la</strong>stici, vengono intese come delle fratture ra<strong>di</strong>cali rispetto agli anni<br />
precedenti, sono invece solo il frutto più evidente <strong>di</strong> una riflessione <strong>di</strong> molteplici<br />
specialisti, durata per molto tempo, che trova le sue ra<strong>di</strong>ci in un modo<br />
precedente <strong>di</strong> fare scuo<strong>la</strong>.<br />
Da tali analisi sono venute idee sull’organizzazione del progetto con i<br />
bambini, che si è <strong>di</strong>mos<strong>tra</strong>to per molti versi vicino alle innovazioni dei<br />
Programmi del 1985, ma che ha, allo stesso tempo, inglobato le sfumature più<br />
accese del<strong>la</strong> recente “riforma Moratti”. Si è raggiunto l’obiettivo <strong>di</strong> integrare<br />
conoscenze, strumenti, metodologie dei vari programmi, compensando le<br />
reciproche <strong>la</strong>cune. La ricerca in questa parte è stata de<strong>di</strong>cata soprattutto a capire<br />
i fattori che rendono <strong>la</strong> geografia una <strong>di</strong>sciplina fondamentale all’interno del<strong>la</strong><br />
realtà sco<strong>la</strong>stica, i meto<strong>di</strong> e gli strumenti più consoni all’età degli alunni e agli<br />
obiettivi che si intendono raggiungere con loro, <strong>la</strong> sua importanza nel<strong>la</strong><br />
formazione globale del soggetto.<br />
La terza fase del <strong>la</strong>voro, re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> sperimentazione, ha risposto<br />
pienamente agli obiettivi iniziali. Al <strong>di</strong> là degli obiettivi del <strong>la</strong>voro <strong>di</strong> tesi, che<br />
cercano <strong>di</strong> rispondere a necessità <strong>di</strong> innovazione <strong>di</strong>dattica, le finalità del progetto<br />
da realizzare con i bambini sono state contestualmente e specificatamente<br />
perseguite secondo una programmazione organicamente integrata e tesa a<br />
rispettare gli obiettivi currico<strong>la</strong>ri previsti. Le finalità generali del <strong>la</strong>voro hanno<br />
riguardato <strong>la</strong> realizzazione <strong>di</strong> un’attività <strong>di</strong> ricerca inter<strong>di</strong>sciplinare, condotta sul<br />
territorio, per sviluppare lo spirito <strong>di</strong> osservazione degli alunni, <strong>la</strong> tendenza a<br />
porre domande e a formu<strong>la</strong>re ipotesi <strong>di</strong> spiegazione, allo scopo <strong>di</strong> descrivere, da<br />
<strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista, l’ambiente osservato. Gli obiettivi formativi previsti hanno<br />
riguardato <strong>la</strong> consapevolezza degli elementi naturali ed antropici dell’ambiente<br />
fiume che, interagendo, costituiscono un paesaggio come sistema, e <strong>la</strong><br />
competenza nel<strong>la</strong> gestione <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>menti riguardanti i <strong>di</strong>versi aspetti<br />
dell’ambiente fluviale, secondo un’impostazione inter<strong>di</strong>sciplinare. Finalità ed<br />
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