Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Laura Cassi presenta il libro <strong>di</strong> Giacomo Corna Pellegrini …<br />
Vito e Marrama), ma certi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vedere, <strong>di</strong> pensare, <strong>di</strong> vivere il mondo, <strong>di</strong><br />
interpretare <strong>la</strong> realtà – e cito <strong>di</strong> nuovo il brano esemp<strong>la</strong>re su Tocqueville – in cui<br />
<strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> cogliere i <strong>tra</strong>tti salienti del territorio si integra appieno con quel<strong>la</strong><br />
interpretativa.<br />
Al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> lettura, ho imparato delle cose e altre sono stata sollecitata a<br />
ricordare. Il volume insomma è anche un ottimo riferimento <strong>di</strong> cultura generale e<br />
una utile e precisa messa a punto su alcuni concetti-guida del<strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina.<br />
At<strong>tra</strong>verso un crescendo <strong>di</strong> puntualizzazioni e commenti, infatti, l’A. invita a<br />
riflettere sul fatto che non conta soltanto ciò che <strong>la</strong> geografia è, ma anche quello<br />
che essa potrebbe e dovrebbe essere. Per esempio, richiamando <strong>la</strong> corretta<br />
conoscenza del<strong>la</strong> realtà da cui, secondo Confucio – e sono le parole <strong>di</strong> Giacomo<br />
–, scaturisce il giusto comportamento, l’autore scrive che questo «è quanto anche<br />
ogni buona conoscenza geografica dovrebbe offrire». In pratica, senza mai<br />
perdere <strong>di</strong> vista o abbandonare <strong>la</strong> convinzione che non esiste una geografia<br />
ideale, si profi<strong>la</strong> una sorta <strong>di</strong> “geografia morale”.<br />
Al<strong>la</strong> fine del libro piacerebbe andare avanti, continuare, scoprire altre figure,<br />
però l’epilogo con O<strong>di</strong>sseo non <strong>la</strong>scia margine al<strong>la</strong> prosecuzione. Quel<strong>la</strong> è <strong>la</strong><br />
chiusa e – ripeto – al<strong>tra</strong> non poteva essere. Il libro non poteva chiudersi altro che<br />
con O<strong>di</strong>sseo, figura fra le più emblematiche del<strong>la</strong> nos<strong>tra</strong> storia. Ulisse è sempre<br />
ambivalente, complesso, è ‘doppio’ sotto tanti risvolti. Ama il viaggio, ritorno e<br />
fuga allo stesso tempo, ama <strong>la</strong> metamorfosi, <strong>la</strong> <strong>tra</strong>sformazione, il racconto, i<br />
rapporti che si stringono fra le cose, ma anche <strong>la</strong> recitazione, l’inganno.<br />
Smisuratamente curioso, inquieto, animato da desideri <strong>di</strong> fuga e <strong>di</strong> passione per<br />
il ritorno, combinazione continua fra sentimenti opposti. Non aggiungo una<br />
paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> più, se non un invito molto caloroso a leggere questo libro.<br />
Giacomo Corna Pellegrini * : Ringrazio Laura Cassi per le Sue parole così<br />
gentili. Voi comprenderete un po’ <strong>di</strong> emozione da parte mia, perché è <strong>la</strong> prima<br />
volta che assisto al<strong>la</strong> recensione <strong>di</strong> un mio libro. Mi è capitato, certo, <strong>di</strong> leggere<br />
qualche al<strong>tra</strong> recensione <strong>di</strong> altri libri miei, ma è <strong>la</strong> prima volta che <strong>la</strong> sento dal<strong>la</strong><br />
viva voce del recensore e con parole che, necessariamente, mi hanno molto<br />
toccato.<br />
Ti ringrazio quin<strong>di</strong>, cara Laura, <strong>di</strong> questa lettura così attenta e profonda del<br />
mio libro; e <strong>di</strong> questa tua generosa ricerca degli scopi che ho cercato <strong>di</strong><br />
perseguire scrivendolo. Cerco <strong>di</strong> rispondere. Non sembri una piaggeria <strong>di</strong>re, in<br />
questa sede <strong>di</strong> un Convegno AIIG, che l’impulso a scrivere questo libro è stato,<br />
in buona parte, merito <strong>di</strong> Gino De Vecchis, nostro Presidente. Quattro o cinque<br />
anni fa, mentre stava preparando un libro su Marco Polo, egli mi chiese <strong>di</strong><br />
scrivere qualcosa sui viaggi del grande esploratore.<br />
Leggendo, per <strong>la</strong> prima volta in modo analitico, Il Milione, mi è sembrato <strong>di</strong><br />
trovare in questo viaggiatore una capacità <strong>di</strong> lettura geografica che meritava <strong>di</strong><br />
essere messa in luce. Quel mio scritto in proposito, poi pubblicato nel primo<br />
volume del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>na AIIG, <strong>di</strong>retta da Gino De Vecchis, par<strong>la</strong> proprio <strong>di</strong> Marco<br />
Polo geografo.<br />
* Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no<br />
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