Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Pasquale Coppo<strong>la</strong><br />
per <strong>la</strong> quale si giunge, dunque, all’ipotesi <strong>di</strong> smembramento, funzioni bene ed<br />
abbia un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> crescita anche piuttosto elevato, tale da uscire, forse suo<br />
malgrado, dal novero delle regioni maggiormente finanziate dall’Ue? Perché il<br />
semplice fatto <strong>di</strong> esistere come regione amminis<strong>tra</strong>tiva le ha consentito <strong>di</strong> creare<br />
nuovi fulcri, <strong>di</strong> addes<strong>tra</strong>re ceti <strong>di</strong>rigenti che non hanno avuto solo un respiro<br />
locale, <strong>di</strong> costruire gravitazioni interne che probabilmente non ci sarebbero state<br />
se questa regione fosse stata spartita. Coloro che andranno alle escursioni<br />
vedranno <strong>la</strong> Fiat <strong>di</strong> Melfi, gli altri che andranno verso il Pollino sfioreranno il<br />
Metapontino dove ci sono nuovi fulcri, <strong>tra</strong> cui Policoro, tutti alimentati da una<br />
logica interna che ha prevalso sulle logiche spartitorie.<br />
In realtà, noi dobbiamo riuscire a comprendere come <strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione del<strong>la</strong><br />
regione consista soprattutto nell’acquisire consapevolezza che essa è sostenuta da<br />
un processo <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza più duttile e sollecito <strong>di</strong> quanto non siano i “geli<strong>di</strong><br />
mostri” partoriti dal<strong>la</strong> pace <strong>di</strong> Westfalia, gli Stati. La <strong>di</strong>mensione <strong>regionale</strong><br />
contribuisce peraltro a far sopravvivere gli Stati stessi, nel senso che se non ci<br />
fosse questa duttilità interna al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> sub-nazionale, molti <strong>di</strong> essi si sarebbero<br />
già sfasciati. La sua legittimazione, anche nelle rappresentazioni degli abitanti, si<br />
lega al<strong>la</strong> se<strong>di</strong>mentazione storica, ben più che ai conti o ai bi<strong>la</strong>nci, e soprattutto,<br />
in maniera sempre più evidente, al<strong>la</strong> capacità dei suoi ceti <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> ritagliare<br />
una p<strong>la</strong>usibile azione <strong>di</strong> governo. La legittimazione del<strong>la</strong> <strong>di</strong>mensione <strong>regionale</strong> è,<br />
dunque, legata al fatto stesso che essa esista, che sappia “vivificare” questo<br />
spazio e che a sua volta sia legittimata grazie all’azione <strong>di</strong> governo dei suoi ceti<br />
<strong>di</strong>rigenti, accrescendo anche le risorse identitarie e soprattutto <strong>la</strong> coesione dei<br />
citta<strong>di</strong>ni nei loro spazi <strong>di</strong> vita locali, così come <strong>la</strong> loro re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> sca<strong>la</strong><br />
nazionale.<br />
Ciò dovrebbe consentire <strong>di</strong> conferire un senso al ritaglio <strong>regionale</strong>, che lo<br />
aiuti a rispondere alle sue attuali crisi determinate dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>alettica <strong>tra</strong> forze<br />
globali e locali. Uno spazio interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong> governo può rappresentare, dunque,<br />
un ambito politico fondamentale per rispondere in modo efficace allo “scontro”<br />
<strong>tra</strong> forze globali e forze locali, per trovare un equilibrio che riesca a salvare <strong>la</strong><br />
figura stessa dello Stato.<br />
È un passaggio molto importante, forse più importante oggi rispetto al<br />
passato, soprattutto in ragione dei nuovi protagonisti che animano l’incontro <strong>tra</strong><br />
locale e globale e che invadono <strong>la</strong> scena rubando<strong>la</strong> allo Stato. Ma questa è<br />
un’al<strong>tra</strong> storia e anche un’al<strong>tra</strong> geografia e io ho già abusato del<strong>la</strong> vos<strong>tra</strong><br />
pazienza. Grazie.<br />
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