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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Maria Fiori<br />

necessaria per una partecipazione consapevole e critica alle scelte <strong>di</strong> sviluppo<br />

territoriale (che, anche nelle democrazie più consolidate, sono <strong>di</strong> necessità il<br />

risultato <strong>di</strong> élite decisionali).<br />

La partecipazione, anche come rime<strong>di</strong>o a una società tendente<br />

all’in<strong>di</strong>vidualizzazione estrema, richiede che <strong>la</strong> separatezza fra “mondo del<strong>la</strong><br />

formazione” e “mondo reale” si riduca, sul<strong>la</strong> base <strong>di</strong> maggiori rapporti <strong>di</strong><br />

conoscenza, considerando gli alunni come i potenziali decisori nel<strong>la</strong> società del<br />

futuro prossimo. McElroy, già nel 1986 1 , osservava: «mentre <strong>la</strong> Geografia, come<br />

spesso viene insegnata, aiuta gli studenti a conoscere il mondo in termini <strong>di</strong><br />

sapere, spesso <strong>tra</strong><strong>la</strong>scia l’importanza dei comportamenti come il naturale e<br />

necessario complemento al<strong>la</strong> riflessione. È generalmente dato per scontato che le<br />

decisioni riguardanti i processi sociali ed economici – e i corrispondenti pattern<br />

spaziali che ci toccano da vicino – siano prese da “qualcuno” molto <strong>di</strong>stante, e<br />

che “noi” raramente possiamo svolgervi un qualsiasi ruolo se non in termini<br />

<strong>tra</strong>scurabili e personali» (p.90); l’educazione geografica, ai <strong>di</strong>versi livelli, può<br />

aiutare a correggere questi atteggiamenti.<br />

La pianificazione è stata intesa per molto tempo come un fatto strettamente<br />

tecnico e settoriale, connesso in sostanza agli usi del suolo, e forse nel senso<br />

comune conserva ancora un’immagine <strong>di</strong> questo tipo. Invece, sia pure con molte<br />

<strong>di</strong>fficoltà, si sta <strong>di</strong>ffondendo in merito un’ottica più complessa e più sistemica,<br />

anche in termini normativi, per <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> pianificazione non riguarda solo o<br />

soprattutto lo sviluppo economico e <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione, ma anche “<strong>la</strong> rinascita del<strong>la</strong><br />

comunità e le iniziative <strong>di</strong> qualità per uno sviluppo sostenibile” prevedendo, fra<br />

l’altro, una partecipazione del<strong>la</strong> citta<strong>di</strong>nanza, in quanto <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione è sempre<br />

consapevolmente e/o inconsapevolmente parte attiva nell’azione <strong>di</strong><br />

organizzazione dei propri spazi <strong>di</strong> vita pur at<strong>tra</strong>verso azioni non finalizzate.<br />

Il bisogno <strong>di</strong> pianificazione trova <strong>di</strong> recente molti autorevoli riconoscimenti,<br />

dopo un lungo periodo in cui era sembrato, in partico<strong>la</strong>re in Italia, che si potesse,<br />

anzi quasi si dovesse, evitare le programmazioni; <strong>la</strong> realtà attuale ne mette in<br />

evidenza <strong>la</strong> necessità, certo, con importanti evoluzioni, poiché oggi ai concetti e<br />

alle azioni <strong>di</strong> pianificazione e programmazione vengono strettamente legati<br />

quelli <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà, partecipazione, concertazione.<br />

In questa più recente logica il contributo del<strong>la</strong> Geografia, in termini <strong>di</strong><br />

strumenti, formazione, e cultura può essere ancor più incisivo, “costringendo”,<br />

in un certo senso, chi si occupa <strong>di</strong> formazione a qualunque titolo e livello, a<br />

guardare a tutto ciò che serve o può servire per aiutare <strong>la</strong> comprensione e quin<strong>di</strong><br />

<strong>la</strong> partecipazione critica a una pianificazione finalizzata a uno sviluppo<br />

territoriale compatibile. Così, <strong>la</strong> formazione – dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primaria al livello<br />

post-<strong>la</strong>urea – può essere considerata “strumento” per <strong>la</strong> pianificazione<br />

territoriale.<br />

Che tutto questo sia un problema non solo italiano ma generale trova<br />

riscontro nel fatto che l’Ugi, per il Congresso Internazionale <strong>di</strong> Tunisi, nel 2008,<br />

abbia adottato come tema Buil<strong>di</strong>ng Together our Territories, con <strong>la</strong> seguente<br />

1 In “Geography’s contribution to political literacy”, in J. Fien e R. Gerber (a c. <strong>di</strong>), Teaching<br />

Geography for a better World, Brisbane, AGTA e Jacaranda, pp.90-108.<br />

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