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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Elisa Dal<strong>la</strong> Cia<br />

parecchi, e abbiano permesso l’avvicinamento al<strong>la</strong> realtà <strong>di</strong> vita del soggetto che<br />

apprende e ai suoi bisogni <strong>di</strong> conoscenza, anche in base alle tappe dello sviluppo<br />

psicologico. Perché, allora, non sfruttare questi progressi, cercando <strong>di</strong> dare<br />

spazio al<strong>la</strong> geografia, all’integrazione <strong>tra</strong> conoscenze e strumenti che essa offre,<br />

al collegamento con <strong>la</strong> realtà <strong>di</strong> vita degli alunni, facendo leva su quel<strong>la</strong> curiosità<br />

innata che i bambini del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Primaria presentano così forte?<br />

Un punto favorevole da cui sono partita per l’ideazione del mio <strong>la</strong>voro <strong>di</strong><br />

tesi, consiste proprio nell’età dei soggetti con cui mi sarei trovata a operare.<br />

Presentando grande malleabilità intellettiva, infatti, avrebbero potuto sfruttare il<br />

progetto da me proposto come un’opportunità per sviluppare attitu<strong>di</strong>ni positive<br />

verso <strong>la</strong> geografia e un metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o efficace.<br />

Un passo <strong>di</strong> Dewey, colto durante il corso <strong>di</strong> Didattica del<strong>la</strong> Geografia, mi<br />

ha aperto gli occhi: “La geografia è l’unità <strong>di</strong> tutte le scienze”. Questa<br />

affermazione è <strong>di</strong>ventata il filo conduttore del mio progetto che, <strong>tra</strong> le ipotesi <strong>di</strong><br />

partenza, in<strong>di</strong>vidua il fatto che <strong>la</strong> geografia possa fungere da cerniera per<br />

<strong>di</strong>scipline molto <strong>di</strong>verse <strong>tra</strong> loro circa oggetti d’indagine e strumenti.<br />

Quello che si intende sottolineare non è soltanto una carenza degli spazi<br />

de<strong>di</strong>cati al<strong>la</strong> geografia nel<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Primaria, ma anche <strong>la</strong> mancanza del<strong>la</strong><br />

documentazione delle esperienze sviluppate, che spesso sono perdute per sempre<br />

dal punto <strong>di</strong> vista materiale. La documentazione, oltre ad essere utile per i<br />

protagonisti delle attività, che sono chiamati a con<strong>di</strong>videre, informare, valutare,<br />

<strong>di</strong>ffondere i risultati, creando una memoria comune, rappresenta una<br />

componente fondamentale dell’attività professionale dell’insegnante. Per questo<br />

motivo proprio <strong>la</strong> produzione <strong>di</strong> materiali da parte dei bambini coinvolti nel<br />

progetto realizzato, seguendo le linee <strong>tra</strong>cciate dal Portfolio, è <strong>di</strong>venuto uno degli<br />

obiettivi del mio <strong>la</strong>voro. La realizzazione <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong> durante l’esperienza ha<br />

permesso <strong>di</strong> confermare l’ipotesi secondo cui questo approccio può portare al<strong>la</strong><br />

raccolta <strong>di</strong> dati confrontabili e al<strong>la</strong> produzione <strong>di</strong> materiali riutilizzabili (schede<br />

<strong>di</strong> osservazione, grafici <strong>di</strong> rilevazione <strong>di</strong> elementi dell’ambiente) nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

altri territori. Questi prodotti sono stati riuniti in due forme <strong>di</strong><br />

“pubblicizzazione”: i libretti personali, il libretto ufficiale <strong>di</strong> c<strong>la</strong>sse e un cd-rom<br />

per ogni alunno; <strong>la</strong> realizzazione <strong>di</strong> tale percorso ha fatto emergere negli alunni<br />

atteggiamenti critici nei confronti del sussi<strong>di</strong> da loro utilizzati precedentemente.<br />

La mancanza <strong>di</strong> risorse appropriate, <strong>di</strong> cui poter già godere prima dell’inizio<br />

dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una realtà, non ha però impe<strong>di</strong>to loro <strong>di</strong> constatare che un<br />

personale <strong>la</strong>voro <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> materiali è comunque fondamentale per <strong>la</strong><br />

propria crescita conoscitiva. Molto spesso, <strong>di</strong> fronte alle <strong>di</strong>fficoltà dei bambini<br />

nei momenti <strong>di</strong> verifica dell’appren<strong>di</strong>mento, è stata data l’opportunità <strong>di</strong><br />

ricordare l’esperienza <strong>di</strong> documentazione riguardante quelle conoscenze, o <strong>di</strong><br />

sfruttare proprio i sussi<strong>di</strong> prodotti, per compensare carenze <strong>di</strong> memoria. Questo<br />

ha consentito il raggiungimento <strong>di</strong> prestazioni più che sod<strong>di</strong>sfacenti da parte <strong>di</strong><br />

tutti.<br />

Le linee <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro sopracitate hanno reso necessaria <strong>la</strong> scelta <strong>di</strong> un campo<br />

d’indagine che risultasse parte del<strong>la</strong> realtà <strong>di</strong> vita degli alunni. Considerando<br />

l’importanza economica e storica del fiume Piave per l’area in cui i bambini<br />

vivono, e quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> quantità <strong>di</strong> conoscenze superficiali e poco chiare che i<br />

soggetti potevano avere circa questi aspetti, si è formu<strong>la</strong>ta l’ipotesi secondo cui il<br />

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