Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...
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Laura Stanganini<br />
Conclusioni<br />
Tra i rischi legati ai progetti Clil vi è quello del<strong>la</strong> semplificazione quin<strong>di</strong><br />
banalizzazione dei contenuti sia linguistici che <strong>di</strong>sciplinari. Appare perciò<br />
fondamentale una buona analisi del<strong>la</strong> situazione <strong>di</strong> partenza, utile anche per<br />
presentare agli alunni un’attività che sia stimo<strong>la</strong>nte e non fonte <strong>di</strong><br />
preoccupazione. Trattandosi <strong>di</strong> un’attività sperimentale, al termine del <strong>la</strong>voro è,<br />
inoltre, importante effettuare un monitoraggio, at<strong>tra</strong>verso un questionario o un<br />
commento libero, che serva agli insegnanti per l’autovalutazione e per apportare<br />
eventuali cambiamenti al proprio intervento <strong>di</strong>dattico.<br />
Re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong> scelta del<strong>la</strong> lingua, per non ricadere automaticamente<br />
nell’inglese, preme precisare che è opportuno valutare il contesto geopolitico<br />
del<strong>la</strong> regione sede del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, il grado <strong>di</strong> somiglianza <strong>tra</strong> <strong>la</strong> lingua madre e L2,<br />
le risorse locali e infine il legame <strong>tra</strong> un determinato tema e una lingua e<br />
viceversa.<br />
Si ricorda inoltre che in un progetto Clil, che utilizza materiale autentico,<br />
non concepito <strong>di</strong>rettamente per l’insegnamento del<strong>la</strong> lingua bensì per <strong>tra</strong>smettere<br />
informazioni e contenuti, gran parte del <strong>la</strong>voro è affidato all’insegnante, a cui<br />
spesso si richiedono doppie competenze, <strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare <strong>la</strong> specificità<br />
linguistica del<strong>la</strong> materia non-linguistica, nonché le attività linguistiche adeguate.<br />
Bibliografia<br />
Balboni P. E. (a c. <strong>di</strong>) (1999), Educazione bilingue, Perugia, Guerra.<br />
Ciliberti A., Pugliese R., Anderson L. (2003), Le lingue in c<strong>la</strong>sse. Discorso, appren<strong>di</strong>mento,<br />
socializzazione, Roma, Carocci.<br />
Ferrini E. (a c. <strong>di</strong>) (2003), Compro etico. Le botteghe del mondo del commercio equo e solidale in<br />
Toscana, Ucodep, Arezzo.<br />
Guadagnacci L., Gavelli F. (2004), La crisi <strong>di</strong> crescita. Le prospettive del commercio equo e<br />
solidale, Mi<strong>la</strong>no, Feltrinelli.<br />
Langé G. (2002), TIE-CLIL Professional Development Course, Mi<strong>la</strong>no, Miur-Direzione<br />
Regionale del<strong>la</strong> Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Sarzo A., Viviani D. (2006), “La geografia e il CLIL: yes or no?” in Ambiente, Società,<br />
Territorio. Geografia nelle scuole, 2, pp.34-36.<br />
Serragiotto G. (2002), CLIL Apprendere insieme, Perugia, Guerra.<br />
Stanganini L. (2006), “Il commercio equo e solidale”, in At<strong>la</strong>nte GeoAmbientale del<strong>la</strong><br />
Toscana, Regione Toscana, Novara, DeAgostini, p.127.<br />
Sitografia<br />
www.fair<strong>tra</strong>de.org.uk/education<br />
www.oxfam.org.uk/education<br />
www.educodep.org<br />
180<br />
www.altromercato.it<br />
www.misereor.de