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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Sergio Ventriglia<br />

<strong>regionale</strong>, come tutta una serie <strong>di</strong> documenti, soprattutto delle associazioni<br />

ambientaliste, e in partico<strong>la</strong>re del settore stu<strong>di</strong> e ricerche <strong>di</strong> Legambiente,<br />

raccontano.<br />

In ogni caso c’è un problema <strong>di</strong> fondo. Le royalties sono il 7% del valore del<br />

petrolio che viene es<strong>tra</strong>tto, ma il valore del petrolio che viene es<strong>tra</strong>tto chi lo<br />

conosce esattamente? Ogni giorno cambia il prezzo del cosiddetto brent, quin<strong>di</strong><br />

non si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> un flusso costante e rego<strong>la</strong>re sul quale l’ufficio <strong>di</strong> piano comunale<br />

potrebbe, per esempio, fare un’ipotesi correttamente finanziata per riabilitare un<br />

centro storico o per progettare un ospedale che non c’è.<br />

Mi piace concludere alludendo a quelle altre vie, quali alcune<br />

rappresentazioni cinematografiche o certe storie del<strong>la</strong> letteratura, spesso molto<br />

valide nel loro essere bene informate sui fatti, che ci <strong>di</strong>cono tanto del sociale<br />

pe<strong>di</strong>nando con cura i saperi ambientali locali. Qualche anno fa, per esempio, al<br />

Torino Film Festival è stato presentato un bel documentario, Pietre, miracoli e<br />

petrolio, dove si confrontavano le esperienze <strong>di</strong> un’impren<strong>di</strong>trice lucana nel<br />

campo dell’agriturismo e del biologico, quin<strong>di</strong> naturalmente a favore del Parco e<br />

dell’ampliamento del<strong>la</strong> superficie protetta fino a circa 1/3 del territorio <strong>regionale</strong>,<br />

con il punto <strong>di</strong> vista del sindaco del<strong>la</strong> municipalità <strong>di</strong> Viggiano, favorevole al<br />

dato s<strong>tra</strong>tegico dello sfruttamento del petrolio.<br />

Ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> pie<strong>tra</strong> che troviamo nel<strong>la</strong> profon<strong>di</strong>tà dei testi letterari: in sé non<br />

sarebbero sufficienti per suggerire un no netto all’investimento nel campo del<br />

petrolio. Se concludo leggendo ancora poche righe dal romanzo <strong>di</strong> Mariolina<br />

Venezia non vorrei dare l’impressione romantica <strong>di</strong> fare il tifo per una rinuncia ai<br />

profitti derivanti dal<strong>la</strong> valorizzazione delle risorse petrolifere. Certo, gli stop sono<br />

a terra e sono ben visibili, ho cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>carli a partire da quel<strong>la</strong> che è <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione e <strong>la</strong> profon<strong>di</strong>tà temporale dell’inse<strong>di</strong>amento, senza <strong>tra</strong>scurare le<br />

fragilità sismiche e geomorfologiche del<strong>la</strong> regione. Vorrei però ricordare un altro<br />

elemento <strong>di</strong> conoscenza, questo sì in grado <strong>di</strong> orientare le posizioni personali:<br />

Total accre<strong>di</strong>ta una proiezione temporale me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> sfruttamento certo<br />

dell’insieme delle proprie risorse in tutto il mondo pari a ventitre anni. Uno<br />

sfruttamento sicuro, in sostanza, fino a… domani!<br />

«Nelle sue case scavate nel calcare si erano avvicendati popoli italioti e <strong>di</strong> tutte<br />

le razze, profughi albanesi, stiliti greci, eretici, comunità giudaiche in fuga che<br />

una volta annidati in quello che sarebbe stato definito un dente cariato avevano<br />

prontamente perso il ricordo delle loro terre e anche dei motivi che li avevano<br />

spinti ad abbandonarli, amalgamati da un unico denominatore comune, <strong>la</strong><br />

fame. Matera gestiva <strong>la</strong> fame proveniente dalle campagne circostanti, era il<br />

cuore <strong>di</strong> un circolo vizioso <strong>di</strong> mezzadri spossati che facevano avanti e in<strong>di</strong>etro<br />

dalle campagne ad alimentare un’economia entropica. Tutt’attorno i paesi <strong>di</strong><br />

Grassano, Miglionico, Ferran<strong>di</strong>na, Montescaglioso e Grottole se ne stavano<br />

semplicemente appol<strong>la</strong>iati sulle colline franose privi <strong>di</strong> storia, a rodersi <strong>di</strong> fame<br />

e basta» (pag.117).<br />

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