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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Italo Talia<br />

innanzitutto una crescita demografica e un rallentamento dell’emigrazione. Si<br />

in<strong>tra</strong>vede, per così <strong>di</strong>re, una “ricompattazione” demografica per sistemi urbani <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>e e piccole <strong>di</strong>mensioni. In primo luogo le due aree urbane <strong>di</strong> Potenza e<br />

Matera che vedono crescere <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>tra</strong> città cen<strong>tra</strong>le e hinter<strong>la</strong>nd, negli<br />

anni ’80 <strong>di</strong> circa <strong>di</strong>ecimi<strong>la</strong> abitanti, raggiungendo <strong>la</strong> prima i 172.000 abitanti e i<br />

117.000 <strong>la</strong> seconda. Del pari, un aumento demografico mos<strong>tra</strong> il Metapontino,<br />

mentre <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione tende a stabilizzarsi nei sistemi urbani minori in<br />

formazione: da quello che si affaccia <strong>tra</strong> il Vùlture e il Bradano e guarda le<br />

Murge e <strong>la</strong> Puglia piana, a quello del me<strong>di</strong>o ed alto Agri, a quello <strong>tra</strong> Sinni e<br />

Lagonegrese. Tutto ciò, unitamente al<strong>la</strong> riduzione degli squilibri <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to,<br />

consente, ad esempio, al Piano <strong>di</strong> sviluppo e<strong>la</strong>borato dal<strong>la</strong> Regione negli anni<br />

’90, <strong>di</strong> affermare che «il grande sforzo che cultura e politica hanno sostenuto a<br />

partire dagli anni ’70 a favore delle aree interne ha prodotto dei primi risultati<br />

positivi», e possiamo aggiungere che negli anni ’90 si incominciano ad<br />

in<strong>tra</strong>vedere, sia pure allo stato iniziale, «sistemi territoriali e/o <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong><br />

sviluppo, concepiti come strumento <strong>di</strong> ricomposizione delle varie parti del<strong>la</strong><br />

<strong>Basilicata</strong> e <strong>di</strong> recupero delle aree meno sviluppate».<br />

Ci consente, questa crescita sempre più autocen<strong>tra</strong>ta su risorse locali e su<br />

scelte che tendono a garantire <strong>la</strong> continuità e <strong>la</strong> conservazione delle singole e<br />

minute realtà, <strong>di</strong> poter affermare che <strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong> abbia superato, sul finire del<br />

secolo, <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione sociale ed economica <strong>di</strong> area interna? In una certa misura<br />

<strong>la</strong> risposta è affermativa, ma non lo è del tutto. Il quadro che essa offre negli anni<br />

’90, per quanto profondamente mutato rispetto a quello dei decenni precedenti,<br />

appare purtuttavia come un sistema territoriale ancora scarsamente integrato al<br />

suo interno, ma soprattutto ancora chiuso verso l’esterno e in ritardo rispetto al<strong>la</strong><br />

competizione <strong>tra</strong> sistemi territoriali, <strong>tra</strong> spazi regionali che perdono <strong>la</strong> rete<br />

protettiva dello Stato cen<strong>tra</strong>le (fine dell’intervento s<strong>tra</strong>or<strong>di</strong>nario) e sono costretti<br />

a muoversi nel più generale contesto territoriale concorrenziale dello spazio<br />

dell’Unione Europea.<br />

Verso un sistema territoriale aperto<br />

Per comprendere come da un sistema territoriale <strong>di</strong>sgregato, dapprima, e da<br />

un sistema territoriale chiuso, poi, per comprendere cioè come e quando si<br />

supera <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> area interna, bisogna far riferimento a tre “catastrofi”. Si<br />

usa tale termine per in<strong>di</strong>viduare fatti ed eventi che verificandosi in modo<br />

improvviso rivoluzionano <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un determinato spazio geografico. Si<br />

<strong>tra</strong>tta, in sostanza, <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> “<strong>di</strong>struzione creatrice” che si verifica at<strong>tra</strong>verso un<br />

repentino mutamento.<br />

Nel caso del<strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong> <strong>la</strong> prima “catastrofe”, ed in questo caso non solo<br />

metaforica, è stata quel<strong>la</strong> del terremoto del 1980. Il flusso aggiuntivo <strong>di</strong> risorse ha<br />

comunque realizzato un aumento e una accumu<strong>la</strong>zione del capitale fisso sociale<br />

del<strong>la</strong> regione. In <strong>Basilicata</strong>, come nelle zone interne del<strong>la</strong> Campania,<br />

l’infrastrutturazione viaria, industriale, artigianale, abitativa ulteriormente<br />

realizzata negli anni ’80 e ’90 ha consentito che con il nuovo secolo si potessero<br />

ipotizzare modelli basati sullo sviluppo <strong>di</strong> risorse interne. In questo senso va<br />

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