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Terre di mezzo: la Basilicata tra costruzione regionale e proiezioni ...

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Argenzia Bonora<br />

in<strong>tra</strong>ppo<strong>la</strong>to in un pedante nozionismo” e che porti gli insegnanti a mo<strong>di</strong>ficare<br />

quell’approccio al<strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina ancora <strong>di</strong>ffuso <strong>di</strong> tipo contenutistico/descrittivo.<br />

L’esperienza <strong>di</strong> formazione<br />

Nel corso <strong>di</strong> <strong>la</strong>urea in Scienze del<strong>la</strong> Formazione Primaria dell’Università<br />

del<strong>la</strong> <strong>Basilicata</strong>, il percorso formativo in ambito geografico è costituito da due<br />

moduli integrati <strong>di</strong> Geografia e <strong>di</strong> Educazione Ambientale. Il percorso contemp<strong>la</strong><br />

anche <strong>la</strong> frequenza obbligatoria <strong>di</strong> quattro <strong>la</strong>boratori <strong>di</strong> ambito geograficoantropologico:<br />

Spazio geografico e rappresentazione, Paesaggio urbano: <strong>la</strong> città come<br />

oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o geografico, Itinerari <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica del<strong>la</strong> geografia, Il sé e l’altro da sé.<br />

Percorsi <strong>tra</strong> identità, alterità e <strong>di</strong>fferenze, gli ultimi due condotti dal<strong>la</strong> scrivente.<br />

Consapevole che esistono molte e <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> <strong>la</strong>boratorio, <strong>la</strong> mia<br />

proposta richiama un <strong>la</strong>boratorio come “scuo<strong>la</strong> dei gran<strong>di</strong> per far bene <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

dei piccoli” (Cianciani, 2003, p.31), all’interno del quale partire dal<strong>la</strong> “cen<strong>tra</strong>lità<br />

del <strong>la</strong>boratorio adulto, come pratica formativa più idonea” (Brodetti, 2003, p.39).<br />

Il riferimento è il <strong>la</strong>boratorio a livello adulto, patrimonio del Movimento <strong>di</strong><br />

Cooperazione Educativa (Mce), con il suo richiamo a Celestin Freinet e al<strong>la</strong> sua<br />

idea <strong>di</strong> scuo<strong>la</strong> attiva. Un secondo rinvio è il modello del<strong>la</strong> Formazione at<strong>tra</strong>verso <strong>la</strong><br />

ricerca, citato da Elio Damiani (1998) nel<strong>la</strong> sua analisi dei modelli <strong>di</strong> <strong>la</strong>boratori<br />

con riferimento all’esperienza e al<strong>la</strong> ricerca internazionale.<br />

L’esperienza realizzata è stata sostenuta dal<strong>la</strong> convinzione che <strong>la</strong><br />

formazione professionale ha luogo se il percorso dei <strong>la</strong>boratori e delle attività <strong>di</strong><br />

tirocinio si pone come ricerca-azione (che richiama l’ispirazione <strong>di</strong> K. Lewin),<br />

capace <strong>di</strong> cogliere le con<strong>di</strong>zioni, le con<strong>tra</strong>d<strong>di</strong>zioni e le <strong>di</strong>fficoltà delle pratiche<br />

professionali. L’approccio del<strong>la</strong> ricerca-azione presuppone che il sapere debba<br />

essere ricostruito dallo studente e in seguito reinvestito in funzione del suo sapere<br />

personale, realizzando un continuo rapporto <strong>tra</strong> <strong>la</strong> teoria e <strong>la</strong> pratica,<br />

consapevole che «per essere scientifici occorre usare lo stesso processo <strong>di</strong><br />

pensiero del<strong>la</strong> ricerca nell’insegnamento, per cui l’appren<strong>di</strong>mento che include il<br />

processo d’investigazione risulta più stimo<strong>la</strong>nte, come più proficua risulta <strong>la</strong><br />

lezione in cui vengono incluse attività pratiche» (Calvani, 2006, pp.24-25).<br />

Si è ipotizzato che, at<strong>tra</strong>verso una prima formazione, gli studenti possano<br />

poi attivare, nel<strong>la</strong> propria scuo<strong>la</strong>, itinerari <strong>di</strong>dattici e <strong>di</strong> ricerca che facilitino il<br />

passaggio da un insegnamento <strong>tra</strong>smissivo a una metodologia d’indagine o<br />

scoperta che miri al raggiungimento <strong>di</strong> competenze efficaci da parte degli<br />

studenti.<br />

La <strong>di</strong>dattica <strong>la</strong>boratoriale è al<strong>la</strong> base dei proce<strong>di</strong>menti metodologici messi in<br />

campo in questo progetto formativo. Essa fa risaltare <strong>la</strong> cen<strong>tra</strong>lità del soggetto in<br />

appren<strong>di</strong>mento, orienta <strong>la</strong> progettazione <strong>di</strong>dattica verso l’utilizzazione del<br />

<strong>la</strong>boratorio come strumento <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro e, ancor più, come un modo <strong>di</strong> intendere<br />

l’insegnamento del<strong>la</strong> <strong>di</strong>sciplina. Lo studente partecipa attivamente ad<br />

un’esperienza, <strong>la</strong> fa propria at<strong>tra</strong>verso <strong>la</strong> riflessione sull’esperienza stessa (Arcari-<br />

Sestetti, 2003, p.24) e si avvia verso <strong>la</strong> pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un itinerario formativo<br />

da proporre poi nelle scuole se<strong>di</strong> <strong>di</strong> tirocinio.<br />

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