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LAPIS LYDIUS

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LAPYS LIDIUS Io.Thomas a Vezzano 34<br />

servire, ad quid ergo superaddere vota? Respondeo:<br />

vota non superfluunt, addunt enim novam, sed<br />

excellentiorem obligationem circa idem; ex vi<br />

traditionis tenetur operari ex iustitia; at ex vi voti<br />

obligatur ex Religione, quae est obligatio<br />

excellentior 68 .<br />

§. IX<br />

Quaero III: quomodo Religio consistat in tribus<br />

votis?<br />

Difficultas est, nam votum est essentialiter<br />

promissio et per consequens est actus qui desinit<br />

esse; quomodo ergo potest Religionem constituere,<br />

quae est quid permanens?<br />

1 - Religio dupliciter considerari potest: in fieri seu<br />

constitui et deinde in facto esse. Sicut pariter<br />

matrimonium carnale consideratur et ut est in fieri<br />

et ut durat in facto esse.<br />

Duplex etiam votum recte distingui potest, nempe<br />

votum essentialiter ac formaliter et votum<br />

consequenter ac effective. Votum essentialiter est<br />

ipsa actualis promissio, quae Deo fit et<br />

obligationem inducit in vovente. Votum<br />

consequenter est effectus inevitabiliter causatus ab<br />

ipsa promissione; estque ipsa obligatio implendi<br />

rem quae per votum promissa est. Haec distinctio<br />

fundamentum habet in doctrina S. Thomae 69 ait enim<br />

eodem nomine quandoque nominatur et virtus et<br />

actus virtutis, sicut Augustinus dicit: fides est<br />

credere quod non vides.<br />

2 - Sic etiam apud graves auctores virtus saepissime<br />

est qualitas quaedam perficiens potentiam ad<br />

eliciendam honestam actionem; saepe etiam est ipsa<br />

honesta actio. Sic sumitur in psalmo cum dicitur:<br />

ibimus de virtute in virtutem. Sic etiam in illo<br />

axiomate: honor est praemium virtutis. Mox si<br />

actio, quae est effectus virtutis, dicitur et est virtus<br />

quare obligatio quam inevitabiliter in vovente<br />

causat votum, votum non erit? Firmum ergo fit quod<br />

haec obligatio per votum causata, sit votum<br />

consequenter et effective. Hinc.<br />

3 - Dico primo. Religionis essentiam in facto esse<br />

ac permanentem, non costituunt tria vota sumpta<br />

formaliter pro ut sunt actuales promissiones.<br />

Probo. Vota sumpta formaliter sunt actus qui statim<br />

68 Videri potest Suarez, To.3, lib.10, cap.6; Pelizzarius, lo. cit.<br />

69 S. Thomas, 2.2, q.137.1 ad 2.<br />

titolo è già tenuto a fare tutto per il culto di Dio e<br />

servirlo, perché dunque aggiungere i voti?<br />

Rispondo: i voti non sono inutili; aggiungono,<br />

infatti, un nuovo e più eccellente obbligo. In forza<br />

della consegna è tenuto a operare con giustizia;<br />

ma in forza del voto è obbligato secondo la<br />

Religione, che è un’obbligazione più eccellente.<br />

§ - IX<br />

Mi chiedo, in terzo luogo, come la Religione<br />

consista nei tre voti.<br />

C'è una difficoltà: infatti, il voto è essenzialmente<br />

una promessa e di conseguenza è un atto che cessa<br />

di esistere; come dunque può costituire la<br />

Religione, che è un qualcosa di permanente?<br />

1 - La Religione si può considerare in duplice<br />

modo: in divenire o nel costituirsi e quindi<br />

nell'essere di fatto. Come il matrimonio carnale<br />

viene considerato come è in divenire e come dura<br />

di fatto. Il voto si può ancora distinguere in<br />

duplice modo: voto essenzialmente e formalmente<br />

e voto conseguentemente e effettivamente. Il voto<br />

essenzialmente è la stessa attuale promessa che si<br />

fa a Dio e impone un’obbligazione a chi fa il voto.<br />

Il voto conseguentemente è l'effetto<br />

inevitabilmente causato dalla stessa promessa ed è<br />

la stessa obbligazione ad adempiere la cosa che si<br />

è promessa con il voto. Tale distinzione trova<br />

fondamento nella dottrina di S. Tommaso. Dice<br />

infatti: Con lo stesso nome, talora, si indica la<br />

virtù e l'atto della virtù, come dice Agostino: la<br />

fede è credere ciò che non vedi.<br />

2 - Così ancora, secondo autori importanti, la virtù<br />

molto spesso è una qualità che spinge la potenza a<br />

compiere un'azione onesta; spesso è anche la<br />

stessa azione onesta. Così si coglie nel salmo<br />

quando si dice: Saliremo di virtù in virtù. Così<br />

anche nell'assioma: l'onore è il premio della virtù.<br />

Ora se l'azione, che è l'effetto della virtù, si dice<br />

ed è virtù, perché l'obbligazione che il voto causa<br />

inevitabilmente in chi fa il voto, non sarà voto? E'<br />

assodato, dunque, che l’obbligazione causata dal<br />

voto, è un voto conseguentemente ed<br />

effettivamente. Perciò.<br />

3 - In primo luogo: i tre voti presi formalmente, in<br />

quanto sono attuali promesse, non costituiscono<br />

l'essenza della Religione di fatto e permanente.<br />

Provo. I voti presi formalmente sono atti che<br />

subito cessano di essere; l'essenza della Religione

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