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LAPYS LIDIUS Io.Thomas a Vezzano 70<br />
revera sic promittit quia vult quod vis obligativa<br />
talis promissionis pendeat ab evento futuro et quod<br />
obligatio non exoriatur in vovente, antequam<br />
eventus ille ponatur in esse.<br />
7 - Dices: aliud est quod obligatio praestandi rem<br />
voto promissam nascatur statim ac votum emittitur;<br />
aliud quod nascatur pro statim, ita quod vovens<br />
teneatur eam praestare statim ac vovet, nam votum<br />
absolutum statim obligat, sed non semper pro<br />
statim, sed aliquando pro aliquo tempore futuro,<br />
quod vovens determinat; ut patet in voto illius qui<br />
vovit ingredi Religionem post unum annum. Sic ergo<br />
dicere possumus, quod votum conditionatum obligat<br />
statim ac emittitur, sed non pro statim, sed quando<br />
veniet conditio.<br />
8 - Sed hoc magis firmat nostram conclusionem. Vel<br />
enim votum absolutum in sua potissima ac<br />
substantiali virtute quae est vis obligandi ad rem<br />
promissam, nihil prorsus differt a voto conditionato,<br />
quod nullus dabit et frustra esset divisio<br />
promissionis in absolutam et conditionatam. Vel<br />
differt penes hoc quod absolutum eam parit statim<br />
ac emittitur, sic et non semper pro statim;<br />
Conditionatum vero non parit eam statim sed solum<br />
quando ponitur in esse conditio.<br />
9 - Non potest tamen negari quin votum<br />
conditionatum cum primum emittitur pariat aliquam<br />
obligationem in vovente; est enim vera promissio et<br />
vera promissio habet vim obligandi, quae<br />
necessario operatur, nisi sit impedita.<br />
Dico igitur quod statim parit aliquam obligationem,<br />
non quidem illam principalem et perfectam<br />
praestandi rem promissam, sed alias duas<br />
imperfectas; prima est habendi propositum<br />
praestandi rem promissam, quando purificabitur<br />
conditio; seu reiiciendi propositum contrarium.<br />
Illud enim satis habetur, quoties istud non elicitur. 129<br />
Secunda est non reddendi se impotentem ad votum<br />
implendum interim dum expectatur conditionis<br />
eventus. Sic qui vovit ingredi Religionem, si pater<br />
suus ex India venerit, non potest ducere uxorem<br />
quousque sit certus patrem non esse venturum 130 .<br />
Ex his definiri potest utrumque votum tum ex parte<br />
modi vovendi, tum ex parte obligationis<br />
10 - Dico tertio. Votum absolutum est, quod<br />
emittitur sine ulla conditione; votum conditionatum<br />
129 Filiuccius, Tractactus 26, cap.5, n.150.<br />
130 Suarez, Liber 1, De voto, cap.19;Layma, Liber 4 Theologiae Moralis, Tractactus 4, cap.6.<br />
chi promette qualcosa sotto la condizione<br />
sospensiva, promette, perché vuole che la forza<br />
obbligatoria di tale promessa dipenda dall'evento<br />
futuro e che non nasca l'obbligo in chi fa il voto<br />
prima che lo stesso evento si ponga in essere.<br />
7 - Si dirà: altro è che l'obbligo di fare la cosa<br />
promessa per voto nasca non appena si emetta il<br />
voto; altro è che nasca quasi subito, così che chi fa<br />
il voto sia tenuto a farla subito, appena fa il voto;<br />
infatti, il voto assoluto obbliga subito, ma non<br />
sempre per l'immediato, ma talora per un tempo<br />
futuro, che chi fa il voto stabilisce, come risulta<br />
nel voto di chi fa voto di entrare in Religione dopo<br />
un anno. Così dunque possiamo dire che il voto<br />
condizionato obbliga subito appena si emette, ma<br />
non per l'immediato, ma quando si realizzerà la<br />
condizione.<br />
8 - Ma ciò conferma maggiormente la nostra<br />
conclusione. O infatti il voto assoluto nella sua<br />
particolare e sostanziale virtù che è la forza di<br />
obbligare alla cosa promessa, non differisce per<br />
nulla dal voto condizionato, che nessuno darà, e<br />
inutile sarebbe la divisione della promessa in<br />
assoluta e condizionata; o differisce in ciò che<br />
l'assoluto la genera non appena si emette e non<br />
sempre per l'immediato.<br />
Il condizionato invece, non la genera subito, ma<br />
solo quando si pone in essere la condizione.<br />
9 - Tuttavia non si può negare che il voto<br />
condizionato non appena si emette comporti<br />
qualche obbligo nel vovente; è infatti una vera<br />
promessa e una vera promessa ha la forza di<br />
obbligare ciò che necessariamente si opera, se non<br />
è impedita. Dico quindi, che genera subito<br />
l'obbligo, non quello principale e perfetto di fare<br />
la cosa promessa, ma gli altri due imperfetti; il<br />
primo è quello di avere il proposito di fare la cosa<br />
promessa, quando si realizzerà la condizione; o di<br />
allontanare il proposito contrario; quello infatti, si<br />
ritiene sufficiente ogni volta che non si esprime<br />
questo. Il secondo è di non rendersi inabili ad<br />
adempiere il voto mentre si aspetta l'evento della<br />
condizione. Così chi ha fatto voto di entrare in<br />
Religione se suo padre ritornerà dall'America, non<br />
può prendere moglie fino a quando non sia certo<br />
che il padre non verrà.<br />
Da ciò si possono definire ambedue i voti e<br />
secondo il modo di fare il voto e secondo<br />
l'obbligo.<br />
10 - In terzo luogo: il voto assoluto è quello che si<br />
emette senza alcuna condizione; il voto