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Dices, promissio absoluta et promissio conditionata<br />
differunt inter se essentialiter specie saltem morali<br />
ex modo tendendi in obiectum et non penes aliud,<br />
nisi quia una est conditionata, alia non, quamvis<br />
ergo conditio non sit quid superadditum actui<br />
conditionato, est tamen aliquid illi identificatum<br />
8 - Respondeo negando consequentiam. Differunt<br />
enim inter se istae promissiones non per<br />
conditionem uni earum identificatam et non alii, sed<br />
conditionata per ordinem intrinsecum et<br />
essentialem ad conditionem; absoluta vero per<br />
exclusionem huius ordinis. Unde actus<br />
conditionatus importat essentialiter conditionem<br />
tantum in obliquo et conditio est de essentia actus<br />
conditionati in obliquo tantum quia est terminus<br />
illius ordinis transcendentalis, qui specificat et<br />
distinguit terminative tantum actum conditionatum<br />
ab absoluto. Quo pacto terminus relationis dicitur<br />
esse de essentia relationis in obliquo et formae eam<br />
specificans terminative. Hinc<br />
9 - Dico tertio. Conditio est eventus aliquis futurus<br />
in quo suspenditur vel resolvitur dispositio et in hoc<br />
sequor Bartolum qui tamen solam conditionem<br />
suspensivam definivit.<br />
Probo. Conditio rei, ipsa nihil aliud est nisi id quod<br />
explicat locutio conditionalis adiecta locutioni, sive<br />
dispositioni principali; v. grat.: filius dabit centum<br />
pauperi si pater suus convaluerit, conditio re ipsa<br />
quid aliud est nisi sanitas patris recuperata. At<br />
conditionalis locutio semper exprimit aliquem<br />
eventum futurum. Conditio igitur est ipse eventus<br />
futurus in quem suspenditur vel resolvitur dispositio<br />
10 - Hanc resolutionem probat mihi egregie<br />
imperator Iustinianus sic statuens; ex conditionali<br />
stipulatione tantum spes est debitum iri; eamque<br />
ipsam spem in haeredem transmittimus, si prius<br />
quam conditio extet, mors nobis contigerit 124 .<br />
Sic discurro. Si conditio adiecta stipulationi prius<br />
non extat et extat post, certe nec suspensio actus,<br />
nec lex, nec oratio suspendens dispositionem potest<br />
esse conditio in recto, quia de nullo istorum<br />
verificari potest, prius non extat et extat post. Cum<br />
haec omnia extent ab initio dispositionis et simul<br />
cum ea exoriuntur et post desinunt. Solus eventus<br />
futurus non extat prius, idest cum disponimus et<br />
extat post, cum ponitur in esse conditio.<br />
Ergo conditio in recto est ipse eventus futurus, in<br />
124 §. Ex conditionali instit., De verb. Obligat.<br />
- Traduzione da P. Vittorio Garau - 67<br />
salute, la salute ricuperata è nel padre e nel figlio<br />
c'è la disposizione condizionata.<br />
Si dirà: la promessa assoluta e la promessa<br />
condizionata differiscono essenzialmente nella<br />
specie, almeno morale, per il modo di rendersi in<br />
un oggetto e non in un altro, se non perché una è<br />
condizionata e l'altra no. Sebbene dunque la<br />
condizione non sia un qualcosa di aggiunto all'atto<br />
condizionato, è tuttavia qualcosa a lui di<br />
identificato<br />
8 - Rispondo negando la conseguenza.<br />
Differiscono infatti tali promesse non per la<br />
condizione identificata per una di esse e non per le<br />
altre, ma condizionata per ordine intrinseco ed<br />
essenziale alla condizione; assoluta poi per<br />
esclusione di tale ordine. Per cui l'atto<br />
condizionato comporta essenzialmente una<br />
condizione soltanto indirettamente e la condizione<br />
riguarda l'essenza dell'atto condizionato solo<br />
indirettamente, poiché è il termine dell'ordine<br />
trascendentale che specifica e distingue in modo<br />
terminale soltanto l'atto condizionato da quello<br />
assoluto. In tal modo il termine di relazione si dice<br />
che riguarda l'essenza della relazione<br />
indirettamente, specificando in modo terminale<br />
quella della forma. Perciò.<br />
9 - In terzo luogo: la condizione è un evento<br />
futuro nel quale si sospende o si risolve la<br />
disposizione e in ciò seguo Bartolo, che tuttavia<br />
ha definito solo la condizione sospensiva.<br />
Provo: la condizione non è altro che manifestare<br />
un dire condizionale aggiunto ad un dire o<br />
disposizione principale; per es; il figlio darà cento<br />
ad un povero se il padre guarirà; la condizione<br />
non è altro che la salute ricuperata del padre. Ma<br />
il dire condizionale sempre esprime un evento<br />
futuro. La condizione pertanto è lo stesso evento<br />
futuro nel quale si sospende o si risolve la<br />
disposizione.<br />
10 - L'imperatore Giustiniano egregiamente prova<br />
tale risoluzione quando stabilisce: Da un patto<br />
condizionale deve venirne solo la speranza e<br />
trasmettiamo la speranza all'erede, se prima che<br />
si realizzi la condizione, ci capiterà di morire.<br />
Argomento in questo modo. Se la condizione<br />
aggiunta al patto, prima non esiste e esiste dopo,<br />
certamente né la sospensione dell'atto, né una<br />
legge, né una richiesta che sospende la<br />
disposizione, può essere la condizione<br />
direttamente, perché di nessuna di esse si può<br />
verificare che prima non esista e esista poi. Poiché<br />
tutto ciò esiste fin dall'inizio della disposizione e<br />
ha origine assieme ad essa e dopo viene a<br />
mancare. Solo un evento futuro non esiste prima,