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iudicio praelati. Huiusmodi autem non sunt actus<br />
mere interni qui non cadunt sub iudicio, nec sub<br />
cognitione praelati, qui homo est. Nequeunt igitur<br />
esse materia voti professionis.<br />
9 - Confirmo et suppono, quod duplex tantum est<br />
servitus, qua homo potest servire Deo actibus suis;<br />
una pure interna, quae fit per actus mere interiores<br />
fidei, spei et charitatis et similes. Alia externa quae<br />
fit per actus exteriores, connotat tamen internos. Sic<br />
distinguit S. Thomas 79 .<br />
Sic igitur argumentor. Religio essentialiter est status<br />
servitutis spiritualis qua homines speciali modo<br />
obligati sunt servire Deo actibus suis at non est<br />
status servitutis pure internae; haec enim cum fiat<br />
per actus mere interiores, ad iudicium solius Dei<br />
pertinet, qui solus actus internos cognoscit; est<br />
igitur status servitutis externae, quae exercetur per<br />
impletionem votorum professionis; necesse est<br />
igitur, quod actiones per vota promissae et quae<br />
sunt eorum materia sint actiones externae.<br />
10 - Confirmo iterum. Homo qui in ecclesia<br />
militanti statum assumit servitutis spiritualis et<br />
obligat se ad perpetuo serviendum Deo est valde<br />
mutabilis et inconstans et potest deficere, imo<br />
saepissime deficit a sua obligatione. Necesse ergo<br />
fuit quod in militanti ecclesia esset iudex qui eum<br />
incitare et etiam cogere posset sui status opera<br />
exercenda. Alioquin frustra status ille institutus et<br />
assumptus foret. At iudex ecclesiasticus qui homo<br />
est, non potest cogere ad exhibendum Deo opera<br />
servitutis mere internae, quippe qui scire non potest<br />
quis servitutem bene exhibeat, quis eam subtrahat.<br />
Concludendum igitur est, quod servitus, quam<br />
respicit status Religionis in Ecclesia militanti<br />
institutus est tantum servitus externa.<br />
11 - Dico tertio. Actiones et observantiae exteriores<br />
solae sunt apta materia voti professionis in<br />
Religione approbata.<br />
Sequitur ex praecedenti. Nam actiones humanae<br />
quae sunt proxima materia voti adaequate divisae<br />
sunt in interiores et exteriores. Cum igitur interiores<br />
purae nequeant esse materia voti professionis,<br />
consequens est quod solae exteriores observantiae<br />
sint huius voti apta materia.<br />
79 S. Thomas, 2.2.184.2.C.<br />
- Traduzione da P. Vittorio Garau - 39<br />
di professione, sia tale che possa cadere sotto il<br />
giudizio del prelato. Pertanto, non sono gli atti<br />
puramente interiori che non cadono sotto il<br />
giudizio e la conoscenza del prelato, che è un<br />
uomo. Non possono essere, dunque, materia del<br />
voto di professione.<br />
9 - Confermo e premetto che duplice è il servizio<br />
col quale l'uomo può servire Dio con i suoi atti: il<br />
primo puramente interiore, che avviene per gli atti<br />
meramente interiori della fede, speranza e carità e<br />
simili. Il secondo esteriore che avviene per gli atti<br />
esteriori, che connota tuttavia gli interiori. Così<br />
distingue S.Tommaso.<br />
Provo in questo modo: la Religione<br />
essenzialmente è lo stato di servizio spirituale, per<br />
il quale gli uomini si sono obbligati a servire Dio<br />
in modo particolare con i loro atti; ma non è uno<br />
stato di servizio puramente interiore; esso infatti,<br />
quando si esercita con atti puramente interiori,<br />
riguarda esclusivamente il giudizio di Dio, che<br />
solo conosce gli atti interiori; è dunque uno stato<br />
di servizio esteriore, che si esercita con<br />
l'emissione dei voti di professione. E' necessario<br />
pertanto, che le azioni promesse con i voti e che<br />
sono la loro materia, siano azioni esteriori.<br />
10 - Ribadisco ancora: l'uomo, che nella Chiesa<br />
militante assume lo stato di servizio spirituale e si<br />
obbliga a servire Dio per sempre, è molto<br />
variabile e incostante e può venir meno, anzi<br />
molto spesso viene meno al suo obbligo. Era<br />
necessario dunque, che nella Chiesa militante ci<br />
fosse un giudice che lo esortasse e potesse<br />
costringerlo a esercitare le opere del proprio stato,<br />
altrimenti tale stato sarebbe stato istituito e<br />
assunto inutilmente. Ma un giudice ecclesiastico,<br />
che è un uomo, non può costringere a prestare a<br />
Dio le opere di servizio puramente interiori, in<br />
quanto non può conoscere chi compie<br />
adeguatamente il servizio e chi si sottrae da esso.<br />
Bisogna dunque concludere che il servizio, che<br />
riguarda lo stato della Religione nella Chiesa<br />
militante è stato istituito solo come servizio<br />
esteriore.<br />
11 - Dico in terzo luogo: solo le azioni e le<br />
osservanze esteriori sono materia conveniente del<br />
voto di professione in una Religione approvata.<br />
Ne consegue dal precedente. Infatti le azioni<br />
umane che sono la materia prossima del voto,<br />
sono adeguatamente divise in interiori ed esteriori.<br />
Poiché dunque, quelle puramente interiori non<br />
possono essere materia del voto di professione, di<br />
conseguenza solo le osservanze esteriori sono<br />
materia conveniente del voto.