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manuale per un'isteroscopia moderna - Ginecologia

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DIAGNOSI ISTEROSCOPICA DELL’IPERPLASIA ENDOMETRIALE CAP. 6<br />

Introduzione<br />

L’i<strong>per</strong>plasia endometriale (EH) è un’entità clinico-patologica eterogenea, ritenuta<br />

precursore dell’adenocarcinoma endometriale di tipo 1. Essa è definita<br />

come una condizione proliferativa anomala, risultante nell’aumento del<br />

rapporto tra ghiandole e stroma. Il sanguinamento uterino anomalo costituisce<br />

il sintomo di presentazione dell’EH sia in età fertile (prevalenza 1.3%) che in<br />

menopausa (prevalenza 15%). Il picco di incidenza è collocato tra i 50 ed i 65<br />

anni . La classificazione patologica attuale adottata sia dalla World Health Organization<br />

e dall’ International Society of Gynecological Pathologists si basa<br />

sullo sviluppo delle osservazioni anatomo-cliniche di Kurman. Essa distingue<br />

l’i<strong>per</strong>plasia semplice (SH) (142 casi / 100.000 / anno), prossima morfologicamente<br />

al normale endometrio proliferativo <strong>per</strong> la concomitante proliferazione<br />

stromale, dall’i<strong>per</strong>plasia complessa (CH) (213 casi / 100.000 / anno), definita<br />

da maggior complessità architetturale ghiandolare, più evidente addensamento<br />

ghiandolare e minima proliferazione stromale. La presenza di atipie<br />

citologiche contestuali all’una o all’altra forma di i<strong>per</strong>plasia identifica l’EH<br />

atipica (AH) (56 casi / 100.000 / anno). L’i<strong>per</strong>estrogenismo endogeno (sindrome<br />

dell’ovaio micropolicistico, obesità, i<strong>per</strong>estrogenismo funzionale del climaterio,<br />

tumori gonadici stromali estrogeno-secernenti) od esogeno (estrogenoterapia,<br />

trattamento con tamoxifene) costituisce il principale fattore di rischio<br />

di sviluppo dell’EH. Per il concretizzarsi della carcinogenesi endometriale,<br />

accanto all’effetto promuovente del milieu i<strong>per</strong>estrogenico è necessaria<br />

una suscettibilità genetica individuale che vede in mutazioni di geni oncosoppressori<br />

(PTEN, p53, MSI) e di proteine recettoriali <strong>per</strong> fattori di crescita<br />

(c-erb-B2, IGFr, k-ras) i più studiati fattori trasformanti responsabili dell’evoluzione<br />

carcinogenetica. La SH e CH presentano una risoluzione spontanea<br />

dell’ordine dell’80%, che si eleva a regressioni di oltre il 90% dopo trattamento<br />

farmacologico. Il rischio evolutivo carcinogenetico della SH e della<br />

CH è inferiore al 5%. L’ AH può regredire spontaneamente in circa il 50% dei<br />

casi, presenta risoluzioni dopo terapia medica in circa l’80% dei casi e si associa<br />

ad un rischio evolutivo carcinogenetico stimato del 30%. La definizione<br />

di AH da prelievo bioptico endometriale secondo i criteri della WHO, pone<br />

frequentemente al patologo un dilemma diagnostico differenziale sia rispet-<br />

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