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manuale per un'isteroscopia moderna - Ginecologia

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TECNICA DELL’ISTEROSCOPIA DIAGNOSTICA CAP. 4<br />

finizione della giunzione squamo colonnare conducono alla definitiva visualizzazione<br />

dell’OUE. (Fig.2). L’elasticità e la distensibilità della cavità vaginale<br />

rendono queste fasi iniziali dell’esame assolutamente indolori.<br />

Fig. 2 Introduzione dell’isteroscopio in vagina, sua distensione, identificazione del<br />

fornice vaginale posteriore e dell’OUE<br />

Tempo cervicale<br />

Costituisce il tempo critico <strong>per</strong> il buon risultato dell’intera indagine diagnostica<br />

in ragione dei potenziali stimoli algici e vasomotori derivanti dalle sollecitazioni<br />

sull’intera struttura cervico-istmica durante la progressione dell’isteroscopio,<br />

mediati dal plesso di Frankenhauer e da terminazioni vagali.<br />

Per questo tempo è fondamentale anzitutto che all’isteroscopista risulti famigliare<br />

il principio di foro-obliquità della visione isteroscopica conseguente<br />

alla angolazione (generalmente di 30°) propria della lente frontale dello strumento<br />

diagnostico e che, secondariamente, in ogni momento della progressione<br />

endocervicale sia chiaro l’orientamento della lente frontale. L’angolazione<br />

della lente frontale condiziona il campo di visione, privilegiando l’ampiezza<br />

di visione della parete uterina verso la quale è orientata la lente e viceversa.<br />

Da questo concetto spaziale di visione endoscopica foro-obliqua deriva,<br />

didatticamente, che la solidarietà della progressione dell’isteroscopio<br />

con l’asse del canale cervicale deve prevedere il mantenimento del “<strong>per</strong>corso<br />

endocervicale” alle “ore 6” del campo visivo se la lente frontale è orientata<br />

verso la parete anteriore ed alle “ore 12” del campo visivo quando questa<br />

è orientata verso la parete posteriore del canale cervicale (Fig.3).<br />

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