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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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96<br />

Emmina De Negri<br />

centrale a ve<strong>la</strong> e <strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura a tetto piramidale, l’assenza, nel<strong>la</strong> maggior<br />

parte dei casi, di partico<strong>la</strong>ri artico<strong>la</strong>zioni p<strong>la</strong>stiche, deve essere ben accetta a<br />

Roma. Né ci sono in questo caso committenti e finanziatori dell’o<strong>per</strong>a che<br />

impongano, <strong>per</strong> una loro maggiore visibilità e gloria, partico<strong>la</strong>ri elementi<br />

decorativi.<br />

La decorazione a stucco, estremamente sobria, del cornicione è ancora<br />

dovuta a Gio Antonio Ricca che il 31 maggio 1730 riceve finalmente il saldo<br />

del suo <strong>la</strong>voro in Lire 1735 40, una cifra <strong>per</strong>altro altissima. È questo un<br />

dato che conferma ulteriormente l’attribuzione del<strong>la</strong> chiesa a Gio Antonio.<br />

Ma tutta l’elegante soluzione <strong>spazi</strong>ale, l’effetto di grand air, di grande c<strong>la</strong>rté<br />

pienamente settecentesca che caratterizza lo <strong>spazi</strong>o del<strong>la</strong> nostra chiesa, non<br />

può che ricondurre al più giovane dei Ricca, il più dotato e originale tra i<br />

membri del<strong>la</strong> fortunata famiglia di capi d’o<strong>per</strong>a. La chiesa risulta <strong>per</strong>tanto<br />

un esempio raro e estremamente felice di o<strong>per</strong>a in cui i pochi elementi p<strong>la</strong>stici<br />

sono studiati dallo stesso progettista dell’architettura con estremo<br />

equilibrio.<br />

La chiesa è stata subito arricchita con due pale d’altare di Lorenzo De<br />

Ferrari, che rappresentano San Stanis<strong>la</strong>o e San Francesco Regis, e dall’altare<br />

maggiore di Francesco Schiaffino 41, e non ha mai subito più radicali interventi<br />

– quali affreschi alle pareti e vetri colorati alle finestre – come invece è<br />

successo a tante altre chiese barocche poi decorate nell’Ottocento. Pensiamo<br />

<strong>per</strong> esempio al<strong>la</strong> Parrocchiale di Bogliasco, dello stesso Gio Antonio<br />

Ricca, che ambiziosi nipoti hanno voluto “abbellire”, ma <strong>la</strong> cui <strong>spazi</strong>alità,<br />

<strong>per</strong>sa l’essenziale originaria bianchezza e <strong>la</strong> luce che penetrava dalle finestre,<br />

è ora tanto meno immediatamente godibile.<br />

Così, limpida e semplicemente arredata, <strong>la</strong> vedrà il Ratti e <strong>la</strong> ricorderà<br />

l’Anonimo del 1818 42. I quadri del De Ferrari saranno ancora elencati<br />

nel minuziosissimo Inventario e estimo redatto il 23 novembre 1773 al<strong>la</strong><br />

soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, mentre non troviamo più citato il<br />

quadro dell’Immaco<strong>la</strong>ta Concezione di Andrea Pozzo, voluto fin dal<br />

1686 da padre Nicolò Gentile <strong>per</strong> <strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> all’interno del noviziato, e<br />

——————<br />

40 AS GE, Università, reg. 12, Libro mastro del noviziato, c. 103.<br />

41 Ibid., c. 103 <strong>per</strong> l’altare maggiore e le ba<strong>la</strong>ustre alle cappelle <strong>la</strong>terali e ai coretti, 1735; c. 107 <strong>per</strong><br />

l’altare di San Stanis<strong>la</strong>o, 1731, e <strong>per</strong> l’altare di San Francesco Regis, 1740.<br />

42 1 2 C.G. RATTI, Instruzione... cit., 1766 , p. 60 e 1780 , p. 82. Descrizione del<strong>la</strong> città di Genova da<br />

un anonimo del 1818, a cura di E. e F. POLEGGI, Genova, Sagep, 1969, p. 267.

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