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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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L’archivio del governo del<strong>la</strong> Repubblica di Genova in età moderna 459<br />

datato, posteriore al 3 febbraio 1671 ed e<strong>la</strong>borato dopo l’allontanamento del<br />

Bor<strong>la</strong>sca, apprendiamo infatti che <strong>per</strong> i deputati si poteva « più fruttuosamente<br />

appoggiare <strong>la</strong> cura e l’incombenza al nuovo archivista » di alcuni capitoli<br />

« segnati + », re<strong>la</strong>tivi a partico<strong>la</strong>ri scritture e libri <strong>la</strong> cui tenuta sin dal<br />

1602 era stata assegnata collegialmente ai tre segretari pro tempore. È quindi<br />

verosimile che già il Dolmeta sia stato incaricato di rivedere le scritture degli<br />

acquisti e delle ragioni che <strong>la</strong> Repubblica vantava su luoghi e terre del Dominio<br />

« et in specie di quelle che sono feudi dell’Im<strong>per</strong>io e di quelle sopra de<br />

quali si ha pretensione » o che erano occupate da altri principi come Capriata,<br />

Pietrasanta e Monaco; di procurare notizia « di tutti i processi e casi » intervenuti<br />

con principi e loro ministri a Genova, nel Dominio e in qualunque<br />

parte del mondo « et anco come si è stil<strong>la</strong>to <strong>per</strong> l’adietro intorno al dare li<br />

banditi o in altre occorrenze di momento e farne nota distinta e pronti<br />

gl’essempii negl’accidenti che di nuovo occorressero »; di raccogliere in libri<br />

distinti le scritture re<strong>la</strong>tive a tutti i feudi del<strong>la</strong> Repubblica e a quelli di aliena<br />

sovranità, delle convenzioni con le comunità del Dominio, di tutti i brevi e<br />

bolle papali « che contengono gratie fatte al<strong>la</strong> Republica », delle convenzioni<br />

con principi forestieri, dei privilegi dei conso<strong>la</strong>ti genovesi all’estero 124.<br />

Di queste incombenze non si trova infatti più traccia nel<strong>la</strong> nuova « Instruzione<br />

de magnifici cancellieri e segretarii » approvata dal Senato l’8 giugno<br />

1676, rie<strong>la</strong>borazione strutturata in capitoli degli ordini del 1602 che<br />

rimase in vigore <strong>per</strong> tutto l’Antico regime 125. Essa riconfermò fra l’altro il<br />

ripartimento triennale delle cure – ma <strong>per</strong> il libro del<strong>la</strong> nobiltà <strong>la</strong> rotazione<br />

avveniva ogni biennio a decorrere dall’elezione del doge – e ribadì che<br />

« tutte le scritture publiche si tengono in Pa<strong>la</strong>zzo e non in casa del cancelliere<br />

né altrove, né si portino fuor di Pa<strong>la</strong>zzo senza licenza del Ser.mo Senato » 126.<br />

Dal momento che <strong>la</strong> routine burocratica delle cancellerie del Senato si era<br />

normalizzata da tempo risultano ridotte drasticamente le norme sul<strong>la</strong> produzione<br />

documentaria corrente: tra le « scritture da tenersi » si indicano<br />

infatti come obbligatori «il fogliazzo delle caose non finite chiamato Inutilium,<br />

separato dalle caose finite chiamato Actorum o sia Expeditorum », e il<br />

——————<br />

124 AS GE, Senato, Miscel<strong>la</strong>nea, filza 1093, doc. 31, cc. 13r-14v.<br />

125 Ibid., doc. 131. I successivi ordini <strong>per</strong> le cancellerie del Senato di cui abbiamo trovato notizia,<br />

emanati tra l’8 novembre 1677 e il 28 aprile 1746, si limitarono a prescrivere, ad esempio, l’approvazione<br />

semestrale di giovani e cassieri, <strong>la</strong> corretta tenuta dell’archivio corrente o <strong>la</strong> compi<strong>la</strong>zione di una pandetta<br />

alfabetica dei decreti <strong>per</strong> agevo<strong>la</strong>rne il re<strong>per</strong>imento: ibid., docc. 129, 186.<br />

126 Ibid., doc. 131, cc. 3r, 4r; AS GE, Manoscritti, vol. 135, cc. 129v, 130v-131r.

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