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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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Genova. Mediterraneo, Europa, At<strong>la</strong>ntico 17<br />

i pa<strong>la</strong>zzi di Genova, che specchiano le fronti di niveo marmo nel nostro<br />

mar g<strong>la</strong>uco; maravigliosamente belle le torri svelte e mer<strong>la</strong>te che alzano<br />

ardite le cime al nostro cielo opalino » 72. Eppure restano ancora molte zone<br />

d’ombra.<br />

L’imponenza delle fonti, soprattutto di quelle offerte dai due più grandi<br />

depositi dell’archivio genovese, dei notai antichi e del<strong>la</strong> Casa di San Giorgio,<br />

scoraggia dall’esplorare a fondo l’origine di tali ricchezze, <strong>la</strong> formazione<br />

cioè di questi grandi patrimoni, le cui radici affondano nel Tre-Quattrocento.<br />

Due secoli entro i quali si collocano il mutamento « di cultura, tenore<br />

di vita, tipo di economia, mentalità » 73, <strong>la</strong> formazione di una nuova aristocrazia<br />

su basi censuali più che cetuali, il prevalere di un individualismo, che<br />

ha radici lontane, nel<strong>la</strong> « mancanza di una solida cultura delle istituzioni » 74,<br />

le basi finanziarie del<strong>la</strong> repubblica inter<strong>nazionale</strong> del denaro che si sostituisce<br />

a quel<strong>la</strong> mediterranea del mercante, e lo stesso spostamento del sistema<br />

economico verso il settore finanziario 75.<br />

La vera svolta è compiuta da Andrea Doria nel 1528 con l’avvio di quel<br />

processo di “unione”, che porrà fine alle lotte civili, dando stabilità al<strong>la</strong> repubblica<br />

e individuandone <strong>la</strong> funzione a livello europeo. Essa appare lucidamente<br />

espressa ancora una volta dal già citato de Soria: Genova è « porta<br />

e chiave d’Italia, da dove si ha modo di avere denari, avvisi, e forze di armata<br />

di mare » 76. In poche parole l’ambasciatore cesareo ne mette in chiaro<br />

<strong>la</strong> posizione strategica, in quanto via di accesso al Ducato di Mi<strong>la</strong>no, fondamentale<br />

<strong>per</strong> il collegamento tra i domini iberici mediterranei e quelli<br />

centro-nord europei e « <strong>per</strong> conservare i suoi [di Carlo V] stati in Italia » –<br />

come riferito in altro momento dal duca d’Alba 77, nonché l’appetibilità <strong>per</strong> il<br />

credito, in quanto centro mercantile-bancario di prima grandezza nell’area<br />

mediterranea, dotato di enormi risorse finanziarie, di un sistema informativo<br />

(gli « avvisi ») efficiente e capil<strong>la</strong>re 78 e di un porto, snodo di traffici e polo di<br />

——————<br />

72 L. T. BELGRANO, Discorso inaugurale... cit., p. 57.<br />

73 G. PETTI BALBI, Tra dogato e principato... cit., p. 233.<br />

74 Ibidem.<br />

75 Ibid., pp. 309-310.<br />

76 A. PACINI, La repubblica di Genova nel secolo XVI... cit., p. 352.<br />

77 Ibid., p. 354.<br />

78 Ibid., pp. 353-354.

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