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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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Il Pa<strong>la</strong>zzetto criminale di Genova 175<br />

l’aggiornamento del piano funzionale e tecnico più volte discusso, tutte le<br />

Sezioni archivistiche compresa quel<strong>la</strong> di San Giorgio (al 2° e 3° piano) il cui<br />

trasloco doveva concludersi nel 1880. Appena in tempo <strong>per</strong>ché il Sovrintendente<br />

agli Archivi liguri proponesse d’iso<strong>la</strong>re il Pa<strong>la</strong>zzetto(!) con una strada<br />

<strong>la</strong>rga 5,45m, a<strong>per</strong>ta sul <strong>la</strong>to del chiostro di San Lorenzo, nell’area occupata da<br />

questo oltre ad altre case vendute dai canonici a Bartolomeo Parodi 78.<br />

Nonostante l’intesa di rispettare il carattere storico dell’Archivio di Stato<br />

stesso come monumento, possibile causa d’iso<strong>la</strong>rne il volume intero, si ripropose<br />

nel secolo scorso <strong>la</strong> necessità di una sede più ampia, in area più salubre<br />

ma non eccentrica, che riguadagnasse lo <strong>spazi</strong>o occupato dall’Archivio<br />

del<strong>la</strong> Casa di San Giorgio nel 1874-1879. Successivi sviluppi di versamenti,<br />

prima ragione dell’istituzione archivistica pubblica, riaprivano una fitta serie<br />

di proposte e progetti che soltanto nell’ultimo decennio del secolo XX si risolveranno<br />

nel restauro del complesso monumentale di Sant’Ignazio, già<br />

Noviziato gesuita e bene pubblico, acquisito prima dal Ministero del<strong>la</strong> difesa<br />

e poi dei beni culturali.<br />

Dopo il 1906-1915, escluse <strong>per</strong>mute immobiliari in altri siti del<strong>la</strong> città<br />

vecchia o progetti inutili offerti da impresari commerciali, tentativi più intermedi<br />

avevano suggerito tipi molto funzionali – breve campionario di<br />

un’architettura pubblica “modernista” – dal lungo corpo eclettico sul corso<br />

Aurelio Saffi <strong>per</strong> 3000ml di scaffa<strong>la</strong>ture (arch. Pesce Maineri, 1919-1920,<br />

sede invece futura del<strong>la</strong> Casa del Muti<strong>la</strong>to), al<strong>la</strong> <strong>per</strong>muta con il pa<strong>la</strong>zzo Doria<br />

del Gigante a Fassolo escluso dal prefetto <strong>per</strong> cubatura limitata (1936) e,<br />

infine, ad una torre ango<strong>la</strong>re (viale Duca d’Aosta-via C. Barabino, 1937-<br />

1938) con <strong>la</strong>ti di 20ml.<br />

6. Una lettura corretta apre <strong>memoria</strong> e riusi di qualità<br />

Al Pa<strong>la</strong>zzo ducale manca oggi un’immagine organica dei molti <strong>spazi</strong> significativi<br />

che conserva – a iniziare dal corpo dimenticato del Pa<strong>la</strong>zzetto –<br />

lungo <strong>la</strong> rete di <strong>per</strong>corsi che ne circondava l’iso<strong>la</strong>to e lo attraversava a quota<br />

di loggia dei Consigli, dallo scalone ufficiale di Andrea Cereso<strong>la</strong> al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong><br />

——————<br />

dicembre 1874, che richiama il progetto di sistemazione del 10 aprile 1864. Sul<strong>la</strong> terrazza originaria, vedi<br />

anche note 66 e 72.<br />

78 Ibid., filza L 12, doc. 44, 26 novembre 1880: grande incarto circa <strong>la</strong> proposta su cui il Ministero si<br />

mostra cauto <strong>per</strong>ché il Parodi, recente acquirente di parte del chiostro e altri immobili contigui (21 agosto<br />

1879), avanza una somma esorbitante <strong>per</strong> l’ottavo del<strong>la</strong> costruzione da demolire.

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