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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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320<br />

Pao<strong>la</strong> Caroli<br />

E proseguiva:<br />

« Note sono le dolorose vicende, cui anche questi archivi soggiacquero. Grande fu il rammarico<br />

di questa popo<strong>la</strong>zione allorché vidde licenziati gli antichi impiegati degli archivi<br />

[e] farsi <strong>per</strong> mezzo di nuovi, che vi furono surrogati, una scelta di documenti più antichi<br />

e più interessanti e mandarsi questi a Parigi, senza neppure <strong>la</strong>sciarne un esatto inventaro.<br />

Crebbe il rammarico quando s’ebbe mottivo di temerne il totale annientamento in vedere<br />

che dato si era principio al<strong>la</strong> vendita delle carte del<strong>la</strong> Casa di S. Giorgio [re<strong>la</strong>tive<br />

all’amministrazione del<strong>la</strong> gabel<strong>la</strong> del sale] e che una quantità di esse, sebbene venduta<br />

a vil prezzo, aveva prodotto <strong>la</strong> somma di novemil<strong>la</strong> e più franchi. E buon <strong>per</strong> essi che<br />

si tro[va]vano allora in Parigi alcuni de’ più illustri nostri concittadini, e fra essi<br />

l’eccellentissimo Capo di questa Regia commissione, i quali sebbene fossero colà occupati<br />

in altri pubblici, gravissimi affari, all’annunzio di quest’infortunio, prendendo<br />

parte al giusto dolore del<strong>la</strong> loro patria, cogli energici loro richiami ottennero di arrestare<br />

il corso di sì fatali o<strong>per</strong>azioni » 108 .<br />

Queste parole rendono piena testimonianza di come gli spogli <strong>per</strong>petrati<br />

e le mancate restituzioni avessero inferto un duro colpo al senso<br />

d’identità e all’orgoglio cittadino che si identificavano in <strong>la</strong>rga misura con<br />

<strong>la</strong> <strong>memoria</strong> documentaria: gli archivi diventavano, come si diceva all’inizio,<br />

oggetto di rivendicazione e rivalsa.<br />

Vale inoltre <strong>la</strong> pena di ri<strong>per</strong>correre <strong>la</strong> descrizione dei fondi genovesi<br />

fatta in quell’occasione da Cuneo, <strong>per</strong>ché essa rappresentò il punto di partenza<br />

<strong>per</strong> tutti i successivi progetti di intervento.<br />

Il più bisognoso di riordino era, secondo l’ispettore, l’Archivio generale,<br />

che comprendeva <strong>la</strong> documentazione rimasta a Genova prodotta dagli<br />

organi governativi, dai tribunali e dalle singole amministrazioni, a partire<br />

– egli scrive – dal 1375. Era ripartito in Archivio Segreto, nel quale erano<br />

confluite le carte politiche e amministrative di carattere generale, <strong>per</strong> il cui<br />

accesso era ai tempi dell’antica Repubblica necessaria una partico<strong>la</strong>re autorizzazione,<br />

e Palese, in cui venivano riposti i documenti di interesse meramente<br />

privato, specialmente gli atti delle cause vertenti davanti al Senato e<br />

ai magistrati da esso dipendenti e le pratiche concernenti singole <strong>per</strong>sone,<br />

spesso ordinate cronologicamente, in base a una prassi che Cuneo attribuiva<br />

all’esigenza di condurvi molte ricerche con conseguente guadagno <strong>per</strong><br />

gli archivisti che ne riscuotevano i diritti.<br />

Gli indici erano pochi e riguardavano soprattutto il Palese, mentre il resto<br />

del<strong>la</strong> documentazione, soprattutto quel<strong>la</strong> dell’Archivio segreto, era in disordine,<br />

distribuita in più stanze, senza distinzione tra le magistrature.<br />

——————<br />

108 Ibidem.

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