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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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GIANNI BOZZO<br />

Il complesso monumentale di Sant’Ignazio<br />

Nucleo generatore del complesso di Sant’Ignazio può considerarsi una<br />

vil<strong>la</strong> nobiliare cinquecentesca, ceduta, nel 1659, dai proprietari, i signori De<br />

Franceschi, ai Gesuiti, <strong>per</strong> costituirvi il loro Noviziato 1. Significativi resti<br />

di una pavimentazione ad acciotto<strong>la</strong>to, databile ai primi decenni del Cinquecento<br />

e del tutto indipendente – così almeno pare – dal<strong>la</strong> successiva costruzione<br />

che ne comportò <strong>la</strong> demolizione, introducono il problema<br />

dell’identificazione del<strong>la</strong> vil<strong>la</strong> a cui il pavimento ricordato apparteneva; non<br />

può escludersi che si trattasse di una proprietà dei Fieschi, famiglia<br />

all’origine del toponimo del<strong>la</strong> via che conduce al<strong>la</strong> collina di Carignano.<br />

È opportuno, a questo punto, considerare che scavi stratigrafici condotti in<br />

occasione dei <strong>la</strong>vori di restauro del complesso di Sant’Ignazio hanno portato<br />

al<strong>la</strong> luce piastrelle ceramiche di notevole valore artistico, messe in re<strong>la</strong>zione da<br />

Alexandre Gardini 2 col vicino pa<strong>la</strong>zzo Fieschi, distrutto nel 1548 (tav. 49). La<br />

De Negri ritiene che le preesistenze inglobate nel<strong>la</strong> Vil<strong>la</strong> De Franceschi risalgano<br />

ad una più antica costruzione appartenuta a Nicolò di Guiso, passata<br />

poi a Piero De Franceschi, che <strong>la</strong> ampliò tra il 1459 e il 1468. Ciò non sembra<br />

contrastare con <strong>la</strong> datazione dell’acciotto<strong>la</strong>to, che può essere stato aggiunto<br />

successivamente. Quel che sembra certo è che il riutilizzo delle preesistenze<br />

avvenne a livello di utilitaristica conservazione delle strutture murarie,<br />

quali fondazioni o sostruzioni del nuovo edificio, p<strong>la</strong>nimetricamente del<br />

tutto indipendente dall’antico. Notevole doveva risultare <strong>la</strong> posizione del<strong>la</strong><br />

——————<br />

1 Cfr. E. DE NEGRI, Il complesso monumentale di S. Ignazio. Storia e decadenza, in « La Casana »,<br />

XXVIII (1986), 4, pp. 4-9; ID., Per un catalogo dei Ricca, appunti di architettura barocca genovese, in<br />

« Bollettino Ligustico », XXXI (1979), 1-4, pp. 3-24.<br />

2 Cfr. F. BONORA - A. GARDINI, I resti del complesso di Sant’Ignazio a Genova e il problema<br />

dell’indagine <strong>storica</strong> negli interventi sulle preesistenze, in « Indice <strong>per</strong> i beni culturali del territorio ligure<br />

», 16-17 (1979), pp. 34-39.

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