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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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370<br />

Pao<strong>la</strong> Caroli<br />

archivi durante il primo Im<strong>per</strong>o francese, e dato vita a diffidenze verso un<br />

paese <strong>per</strong> il quale si desiderava invece duratura gratitudine <strong>per</strong> i grandi servizi<br />

resi all’indipendenza e unità italiane 182.<br />

La Francia, non ottenendo alcuna risposta ufficiale, il 17 febbraio 1870<br />

ripresenta una nuova istanza, senza più menzionare <strong>la</strong> Corsica, ma <strong>la</strong> guerra<br />

con <strong>la</strong> Prussia e <strong>la</strong> caduta dell’Im<strong>per</strong>o interrompono sostanzialmente le<br />

trattative. Fra il 1873 e il 1874 viene preparata in Italia una nota contro <strong>la</strong><br />

consegna degli archivi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> Savoia, espressione di una posizione<br />

ormai radicata che non muta nel 1877, in occasione di un ulteriore tentativo<br />

da parte del Governo d’oltralpe.<br />

Dopo altri ventotto anni, su sollecitazione sempre più pressante degli<br />

storici, delle accademie, degli archivisti e dei Consigli generali del<strong>la</strong> Savoia,<br />

l’ambasciata francese risolleva, a nome del suo governo, <strong>la</strong> questione che in<br />

Italia viene affidata all’esame di una commissione speciale presieduta da<br />

Paolo Boselli e costituita inoltre da Giacomo Gorrini, Giovanni Sforza e<br />

Antonio Manno. La re<strong>la</strong>zione finale, stesa da Gorrini e stampata nel 1907<br />

in un piccolo numero di esemp<strong>la</strong>ri a cura del Ministero degli affari esteri,<br />

giunge al<strong>la</strong> conclusione che si debba rifiutare in linea di principio <strong>la</strong> richiesta,<br />

ritenendo<strong>la</strong> non fondata di diritto e di fatto. L’Italia si offre comunque<br />

di consegnare alcune tipologie documentarie <strong>per</strong> mero spirito di cortesia e<br />

amicizia, richiamando nel contempo <strong>la</strong> Francia al<strong>la</strong> restituzione d’oggetti<br />

d’arte e di documenti di provenienza italiana, fra cui quelli genovesi 183.<br />

Nel 1880 c’era stata infatti <strong>la</strong> segna<strong>la</strong>zione dello studioso statunitense<br />

Henri Harrisse sui manoscritti conservati a Parigi nel Fond Gênois del Ministero<br />

degli affari esteri, al<strong>la</strong> quale era seguita <strong>la</strong> ricognizione effettuata da<br />

Cornelio Desimoni nel 1883.<br />

Questi predispose una re<strong>la</strong>zione in cui riferiva del<strong>la</strong> presenza di almeno<br />

57 volumi e ne descriveva 32 che, tranne i Libri iurium, erano stati rilegati,<br />

rifi<strong>la</strong>ti e rinumerati, senza tenere conto dell’ordine delle carte, nel caso di<br />

fascicoli o documenti originariamente sciolti.<br />

Oltre ai Libri iurium erano compresi 5 manoscritti delle leggi ed istituzioni<br />

del 1403 del governatore francese Boucicault, del<strong>la</strong> normativa emanata<br />

a partire dal 1413 (Politicum Ianue, ovvero Regu<strong>la</strong>e seu ordinationes pro paci-<br />

——————<br />

182 AS GE, Archivio dell’Archivio, filza L6, 1863-1870.<br />

183 AS TO, Archivio dell’Archivio, mazzo 1060, fascc. 3765, 3766, 3768.

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