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spazi per la memoria storica - Sistema Archivistico nazionale ...

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« Note sono le dolorose vicende ... » 295<br />

carte che li riguardano può riuscire utilissima <strong>per</strong> il bene dello Stato a quei<br />

capi d’ufficio » 52.<br />

Il 13 aprile l’avvocato Sbertoli, che nel frattempo era stato nominato dal<br />

ministro degli Interni Borgarelli fra i col<strong>la</strong>boratori <strong>per</strong> <strong>la</strong> riorganizzazione<br />

degli Archivi di Genova, invia a Petitti una nota con il peso, numero e marcatura<br />

delle casse spedite nel 1808 e 1812. Dichiara trattarsi di una copia a lui<br />

consegnata dagli spedizionieri Charbonnel e ricavata dai registri dei medesimi.<br />

Essa non contiene alcuna descrizione del contenuto e Sbertoli pochi<br />

giorni dopo si limiterà a inviare un elenco analogo a quello del ’15 <strong>per</strong> <strong>la</strong> seconda<br />

spedizione e ad aggiungere una breve annotazione, imprecisa e incompleta,<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> prima, di cui si è già detto. Si dichiara inoltre disponibile a recu<strong>per</strong>are<br />

le carte diplomatiche del Governo provvisorio, secondo lui nascoste<br />

presso un privato.<br />

Sbertoli sta <strong>per</strong> scomparire dal<strong>la</strong> scena ed è ormai Stefano Lagomarsino<br />

<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona sul<strong>la</strong> quale Galeani Napione punta le sue s<strong>per</strong>anze di ottenere le<br />

informazioni necessarie. Egli godeva di una fama di es<strong>per</strong>to di storia, istituzioni<br />

e fonti documentarie genovesi e possedeva inoltre una raccolta di<br />

manoscritti originali e in copia che destava molto interesse presso il Governo<br />

sabaudo. Segna<strong>la</strong>to il 21 luglio 1815 da Ferrari di Castelnuovo, reggente<br />

il Consiglio di giustizia di Alessandria, e sostenuto da molti, tra i<br />

quali il senatore Pinelli e lo stesso Petitti, fu nominato con patenti 5 aprile<br />

1816 applicato presso gli Archivi di corte con il compito di ordinare <strong>la</strong> documentazione<br />

genovese in arrivo dal<strong>la</strong> Francia e di appurare se e in quale<br />

misura corrispondesse a quel<strong>la</strong> estrapo<strong>la</strong>ta in <strong>per</strong>iodo napoleonico. In cambio<br />

egli s’impegnava a donare <strong>la</strong> sua collezione agli Archivi regi 53.<br />

——————<br />

52 La re<strong>la</strong>zione di Petitti fu utilizzata da Napione <strong>per</strong> ragguagliare Vittorio Emanuele I sullo stato<br />

degli archivi genovesi e <strong>per</strong> informarne Borgarelli, segretario di stato <strong>per</strong> gli Affari interni, da cui tutti<br />

gli archivi dipendevano. Ibid., lettera del 15 marzo 1816.<br />

53 Nel luglio 1815 il senatore Ferrari di Castelnuovo, uno dei componenti del<strong>la</strong> Commissione<br />

creata <strong>per</strong> le questioni genovesi, proponeva l’acquisto del<strong>la</strong> collezione di Lagomarsino, consistente in<br />

128 o<strong>per</strong>e, a stampa e manoscritte, e in una biblioteca di notevole entità. L’erudito genovese, all’epoca<br />

sessantenne, era figlio del notaio Antonio Maria ed era stato dal 1775 al 1797 causidico collegiato e dei<br />

poveri carcerati a Genova, poi, sino al 1805, segretario del<strong>la</strong> Polizia generale; dal 1805 al 1811 segretario<br />

del<strong>la</strong> Corte criminale di Chiavari e, infine, sino al 1814, segretario del Tribunale delle dogane. Nel 1794<br />

aveva ottenuto il privilegio di ristampa delle leggi comprese nel<strong>la</strong> sua raccolta. Nel 1815 sembrava ormai<br />

essere in gravi difficoltà economiche, tanto da dover vendere i suoi manoscritti ai pizzicagnoli. Ferrari,<br />

quindi, sottolineava il danno che <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita del<strong>la</strong> collezione avrebbe procurato al Governo, il quale<br />

« manca di tutto quanto concerne quel Ducato ». Pinelli nell’agosto 1815 proponeva di offrire un posto<br />

a Lagomarsino negli Archivi di corte, data l’importanza del<strong>la</strong> raccolta, in partico<strong>la</strong>re dei 45 volumi di

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